Nel mio post La giuria popolare di Prestinenza Puglisi commentavo un concorso privato organizzato dall'Associazione Italiana di Architettura e Critica presS/Tfactory, esponendo dubbi su alcuni aspetti, soprattutto quelli legati al voto on line e alla composizione della giuria.
Stasera mi è arrivata una mail (di seguito) da parte di Prestinenza Puglisi in cui precisa alcuni dettagli tecnici in ordine alla impossibilità di esprimere più voti da parte dello stesso soggetto, e anche in ordine alla giuria.
Mantengo inalterato il mio giudizio sulla sostanziale non rappresentatività di votazioni e sondaggi via internet in genere ma, oltre che pubblicare volentieri la precisazione, prendo atto dei contenuti della stessa.
E comunque preciso, come ho già fatto privatamente via mail a LPP, che io di corruzione o brogli o imbrogli non ho proprio parlato e, devo dire, nemmeno pensato. Sono un rompiballe ma non un malpensante. Non uso mai il termine corruzione, tanto più a sproposito per un concorso privato. E poi l'oggetto del concorso non è di quelli che potrebbe stimolare appetiti economici, come ho anche scritto nel post. Ho parlato di metodo (lecito) per dare maggiore visibilità al concorso e l'ho fatto solo in relazione al fatto che io auspico davvero giurie popolari per i concorsi che riguardino lo spazio pubblico, di giurie popolari fatte di nomi, cognomi e carte d'identità di persone e non di Id, o IP che siano, sparsi nel mare magnum della rete.
Questa la mail di LPP:
Caro Pietro
Ho letto solo oggi le tue critiche al concorso outside the box.
Volevo risponderti ma non so se le mie osservazioni ti sono arrivate via web, quindi te le mando via mail
1) il premio della giuria popolare lo ha voluto Analist, che è il soggetto che ha promosso e finanziato il premio. E' un di più e non un di meno. Nel senso che si aggiunge ai premi tradizionali.
2) Mi hanno assicurato i tecnici che un computer non può dare più di un voto ( o qualcosa del genere: credo che forse non è il computer ma l'id. Ma non mi chiedere di più perché non sono un esperto, ma se ci tieni proprio ti ci metto in contatto). Quindi sono esclusi voti plurimi e a grappolo.
3) E' vero che i giurati sono anche professionisti che partecipano ad altri concorsi. Ma è escluso che possano manipolare il voto. Intanto perché ci sono due giurie: una che seleziona e una che sceglie. E poi perché i giurati di ogni singola giuria votano senza sapere il voto degli altri. Ed è difficile pensare che si mettano d'accordo intanto sia perché sono al di sopra di ogni sospetto, sia perché vivono in paesi diversi, sia perché non si conoscono così bene, sia perché non è ragionevole pensare che abbiano, per quanto riguarda questo concorso, interessi comuni. Tutto, per carità è possibile, ma in questo caso che sia possibile corruzione credo proprio che sia molto, molto, molto improbabile.
Con preghiera di pubblicazione.
Abbracci parametrici ;-)
Luigi (Prestinenza Puglisi)
3 gennaio 2012
RETTIFICA SU CONCORSO "OUTSIDE THE BOX"
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Etichette
Alemanno
Alexander
Andrés Duany
Angelo Crespi
Anti-architettura
antico
appartenenza
Ara Pacis
Archistar
Architettura sacra
architettura vernacolare
Archiwatch
arezzo
Asor Rosa
Augé
Aulenti
Autosomiglianza
Avanguardia
Barocco
Bauhaus
Bauman
Bellezza
Benevolo
Betksy
Biennale
Bilbao
bio-architettura
Bontempi
Borromini
Botta
Brunelleschi
Bruno Zevi
Cacciari
Calatrava
Calthorpe
Caniggia
Carta di Atene
Centro storico
cervellati
Cesare Brandi
Christopher Alexander
CIAM
Cina
Ciro Lomonte
Città
Città ideale
città-giardino
CityLife
civitas
concorsi
concorsi architettura
contemporaneità
cultura del progetto
cupola
David Fisher
densificazione
Deridda
Diamanti
Disegno urbano
Dubai
E.M. Mazzola
Eisenmann
EUR
Expo2015
falso storico
Frattali
Fuksas
Galli della Loggia
Gehry
Genius Loci
Gerusalemme
Giovannoni
globalizzazione
grattacielo
Gregotti
Grifoni
Gropius
Guggenheim
Hans Hollein
Hassan Fathy
Herzog
Howard
identità
Il Covile
Isozaki
J.Jacobs
Jean Nouvel
Koolhaas
L.B.Alberti
L'Aquila
La Cecla
Langone
Le Corbusier
Leon krier
Léon Krier
leonardo
Leonardo Ricci
Les Halles
levatrice
Libeskind
Los
Maffei
Mancuso
Marco Romano
Meier
Milano
Modernismo
modernità
moderno
Movimento Moderno
Muratore
Muratori
Musica
MVRDV
Natalini
naturale
New towns
New Urbanism
New York
New York Times
new-town
Nikos Salìngaros
Norman Foster
Novoli
Ouroussoff
paesaggio
Pagano
Palladio
Paolo Marconi
PEEP
periferie
Petruccioli
Piacentini
Picasso
Pincio
Pittura
Platone
Popper
Portoghesi
Poundbury
Prestinenza Puglisi
Principe Carlo
Purini
Quinlan Terry
Referendum
Renzo Piano
restauro
Ricciotti
riconoscibilità
rinascimento
risorse
Robert Adam
Rogers
Ruskin
S.Giedion
Sagrada Familia
Salingaros
Salìngaros
Salzano
Sangallo
Sant'Elia
scienza
Scruton
Severino
sgarbi
sostenibilità
sprawl
Star system
Stefano Boeri
steil
Strade
Tagliaventi
Tentori
Terragni
Tom Wolfe
toscana
Tradizione
Umberto Eco
università
Valadier
Valle
Verdelli
Vilma Torselli
Viollet le Duc
Vitruvio
Wrigth
Zaha Hadid
zonizzazione
3 commenti:
il problema che sfugge a certi personaggi che usano il computer senza conoscerlo fino in fondo ... o forse proprio perché lo conoscono molto bene ... è che una singola persona potrebbe possedere un numero infinito di "ID" e votare un numero infinito di volte per questo o quel progetto.
Perché la cosa possa funzionare, il voto on-line dovrebbe essere divulgato non dai soli blog, o siti, di architettura (perché li seguono solo gli architetti), ma dai principali siti nazionali e, soprattutto, da quelli locali delle città interessate dai progetti. Fondamentale, per la reale validità della votazione, è che la scheda di voto preveda l'obbligo dell'inserimento dei dati anagrafici, del codice fiscale, del titolo di studio e della professione delle persone che votano, nonché di un commento che giustifichi la scelta.
Ci sarebbe da discutere anche del chi, e del perché, decida il tema del concorso, per evitare decisioni prese a priori da qualche architetto che, per sua deformazione professionale, possa decidere che si debba realizzare un qualcosa di insulso come l'oggetto del post di partenza. Oppure, come nel caso di via Giulia, che un sindaco dittatore che si finge democratico con una "partecipazione fasulla", possa decidere che i progetti da mettere a votazione popolare avrebbero dovuto escludere a priori l'approccio filologico!
Pietro, leggo solo ora il tuo post sulla "Giuria popolare di LPP" e il successivo dibattito e vorrei fare alcune banali considerazioni.
Se ho capito bene il concorso mira a fornire una struttura temporanea di emergenza a "molte comunità sparse per il globo: Fukushima in Giappone, Haiti, L’Aquila e New Orleans": in tal caso mi sembra possibile che la giuria popolare "costituita da coloro che utilizzeranno l’architettura stessa” possa essere una sorta di giuria del villaggio globale e che solo grazie ad internet si possa raccogliere il voto di un giapponese ed un haitiano. Ovviamente il problema non si pone per la giuria del festival di San Remo, chiamata a decidere sulla canzone "italiana".
I sondaggi si possono fare in molti modi, anche assolutamente seri, un esempio lo abbiamo sperimentato sul sito delle petizioni pubbliche.
Mi par di capire che la struttura oggetto del concorso possa sostituire la soluzione del container-buono-per-tutti-gli-usi, in genere offerto come top anche dal nostro governo, in modo più 'pensato' e (perché no?) più tecnologicamente avanzato, che c'è di male?
Forse l'argomento ti ha preso un pò la mano? ti ha indotto ad una facile demagogia? ti ha dato lo spunto per dire cose che ti interessano, ma che nello specifico sono piuttosto fuori tema?
O forse sono io che non ha capito qualcosa?
Vilma
Vilma, non mi sembra nè che ci sia stata demagogia da parte mia nè di essere andato fuori tema. Sull'essermi fatto fatto prendere la mano non mi pronuncio, spetta agli altri giudicarlo.
Il tema è semplice: LPP ha scritto tempo fa, ed è un argomento che ogni tanto affronta, una specie di decalogo sui concorsi e sulle giurie. Ha denunciato il carattere poco limpido della composizione delle giurie, ha parlato dello scambio di favori noto a tutti tra giurati e concorrenti e dell'alternanza dei ruoli. Ed io avevo dichiarato in qualche post di essere d'accordo con lui su questi punti. Poi esce questo concorso privato, e questa potrebbe essere la vera differenza a mio avviso, e il sistema mi sembra non troppo diverso dal solito. E' vero che essendo un concorso sponsorizzato da privati ognuno è libero di fare ciò che vuole, per carità, ma una punzecchiatura mi sembrava non ci stesse male.
Quanto al voto via internet, anche accettando per vere le precisazioni di LPP, mi spiace ma continuo a ritenere che non valga molto. Via internet sondaggi e voti valgono zero. Il tuo discorso di un progetto che ha valore "globale" è giusto, e io non ci avevo nemmeno pensato a questo, però sappiamo tutti chi segue siti e blog é un'utenza "fidelizzata", se così si può dire. E faccio un esempio: se il giornale Libero facesse un sondaggio del tipo: chi vorreste come prossimo presidente del Consiglio tra Prodi, Berlusconi e Bersani? stai sicura che si sa chi verrebbe votato. La stessa cosa vale per chi lascia commenti. Vai a leggere quelli de Il Fatto e quelli di Libero. Non è leggendo i commenti che puoi determinare l'orientamento del paese. LPP ha sicuramente grande seguito in rete e immagino soprattutto da architetti e studenti di architettura. E immagino prevalentemente in Italia, non fosse altro che per problemi di lingua. Dunque il voto è comunque un voto limitato ad un settore fidelizzato e che ha un determinato orientamento culturale rispetto all'architettura. Poi io ci ho aggiunto il mio refrain sulle giurie popolari. Se credere nelle giurie popolari è demagogia allora sì, sono un demagogo. Ma l'accusa di demagogia fatta a me vale l'accusa di elitarismo snob che io faccio al sistema vigente.
Quindi saremmo pari. Chi giudica quale accusa sia peggiore?
Ciao
Pietro
Posta un commento