Avevo scritto in questo recente post che Luigi Prestinenza Puglisi è un ottimo comunicatore e su facebook che è pure simpatico, e lo confermo. Avevo anche scritto che da lui mi divide quasi tutto e lo riconfermo. Ecco un'altra occasione.
Sulla presSS/Tletter n° 27 c’è la notizia di un concorso organizzato curato dall’Associazione Italiana di Architettura e Critica presS/Tfactory, di cui LPP è fondatore e anima.
Ciò che mi sembra fuorviante, eminentemente pubblicitario e pure vagamente demagogico è il premio assegnato anche da quella che nel sito viene definita “Giuria popolare” (le virgolette sono nel bando), che altro non è che il pubblico di internet il quale, visitando un sito, cliccherà sul preferito di uno dei dieci progetti selezionati. Niente di illecito, per carità, non è certo il primo contest del genere in rete e non sarà l'ultimo, ma è una scelta che la dice lunga sulla qualità e finalità del concorso.
Sappiamo tutti che non bisogna essere esperti di informatica per poter cliccare quante volte vogliamo, nonostante le sicurezze che si possono prendere per evitarlo. Sappiamo che esistono programmi che lo fanno in automatico in barba ad ogni protezione. E se uno ha tempo da perdere e non ha il programma, si può organizzare con gli amici per cliccare quante volte vuole, avendo la noia e il tempo come soli limiti. Insomma sappiamo tutti che qualsiasi sondaggio, votazione o preferenza espressa via internet ha valore vicino allo zero e non è nemmeno lo spettro di un campione statistico: su un giornale di destra si leggeranno quasi esclusivamente commenti di destra e viceversa. Al più può indicare l’impegno speso da ciascun gruppo nel cercare la vittoria, insomma un premio alla buona volontà, se va bene.
Lo sappiamo tutti ma lo sanno anche gli organizzatori. Cosa voglio dire con questo, che LPP vuole truccare le carte? Assolutamente no. Voglio dire che è solo un sistema per dare visibilità al concorso ma chiamarla “Giuria popolare” è una scelta consapevolmente sbagliata, ed anche vagamente ironica, dato che la giuria popolare di San Remo è certamente più “popolare” di quanto non lo sia questa e che una vera giuria popolare di un concorso di architettura (ma a che serve l’architettura in questo caso?) dovrebbe essere costituita da coloro che utilizzeranno l’architettura stessa e non da un pubblico selezionato e ristretto di “intenditori”.
Sarebbe bene insomma usare i termini giusti e non confondere le acque: le giurie popolari in architettura sono, o dovrebbero essere, qualcosa d'altro e di molto più serio.
LPP ha denunciato più volte il sistema dei concorsi, stilando anche un decalogo,questo il link, che io commentai positivamente in questo post ma mi sembra che di quei criteri se ne ritrovino ben pochi in questo caso. Uno per tutti: in giuria ci sono soggetti che partecipano spesso ai concorsi, e vincono.
Capisco che questo è un concorso privato, che l’opera non ha una rilevanza straordinaria in sé - a meno che non esista la possibilità di proporla presso qualche ente proposto, cosa che in fondo riterrei corretta se venisse fuori qualcosa di utile (ma cosa c’entri l’architettura ancora mi sfugge) - però un minimo di coerenza nel metodo non sarebbe stata disprezzata, senza dover cedere e concedere tutto all’immagine, alla pubblicità, al marketing.
RETTIFICA:
Su segnalazione di Luigi Prestinenza Puglisi ho pubblicato una rettifica in ordine alle modalità di voto via internet e alla composizione della giuria. QUI
Link a post su Concorsi e giuria popolare
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1 commento:
Pietro, condivido in toto il tuo post.
Tra l'altro il "pubblico" che visita i siti web e i blog di architettura è generalmente costituito da architetti, ergo la percentuale di persone che possano rappresentare un campione corretto della popolazione è praticamente inesistente. L'unica ragione di una simile cosa è quella di creare un sistema falsato atto a poter confermare che le decisioni della giuria sono in linea con le preferenze della giuria popolare. Inoltre un concorso con un tema del genere parte da una scelta ideologica: se il progetto deve essere un qualcosa di "parametrico" come è possibile verificare che il risultato risponda alle volotà popolari? Non è possibile decidere a priori lo "stile" o il "carattere" di un manufatto da realizzarsi. Mi sembra di rivedere il finto concorso per la ricostruzione dei palazzi di via Giulia organizzato a tavolino da quei cialtroni della giunta Alemanno. E' come entrare in un ristorante e "scegliere" ciò che mangiare leggendo un menu che riporti un solo piatto
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