Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


16 gennaio 2011

UN'ALTRA LUMINARIA

A proposito di "luminarie" nel senso di un precedente post, ho l'occasione di presentarne un'altra di genere tutto diverso. Si tratta di uno spettacolo organizzato in Piazza Grande ad Arezzo per il ritorno nella sua sede storica dopo oltre 200 anni della Fraternita dei Laici, società di carità e assistenza risalente al 1200 e benemerita anche in campo culturale per il suo grande patrimonio artistico.
E' uno spettacolo di luci sulla facciata della sede e io la mostro come spot pubblicitario ad Arezzo.

11 commenti:

enrico ha detto...

davvero spettacolare.
La tecnologia permette effetti davvero notevoli; altri esempi su

http://www.toxel.com/inspiration/2010/10/18/3d-projections-on-buildings/

Pietro Pagliardini ha detto...

enrico, purtroppo gli effetti di luce 3d che mettono in risalto gli elementi architettonici su livelli diversi mi hanno colto di sorpresa all'inizio dello spettacolo (non sapevo quale fosse il programma) e non ho fatto in tempo a fotografarli, ma erano davvero straordinari.
Ciao
Pietro

Anonimo ha detto...

a me pare una carnevalata

Vilma

enrico ha detto...

ci avrei scommesso.
è bello vedere che le nostre opinioni non sono differenti per caso; accade con meravigliosa regolarità !
Lo dico sinceramente; apprezzo sempre le opinioni diverse. Mark Twain diceva che, senza la divergenza di opinioni, non sarebbero possibili le corse dei cavalli.
tutto sta nel senso che diamo alle parole: il carnevale e le carnevalate possono anche essere apporezzabili....

Anonimo ha detto...

è già successo? succede regolarmente? non me ne ricordo, non ci ho fatto caso. Niente di personale, Enrico, ti assicuro, se vuoi mi correggo: a me pare una 'apprezzabile' carnevalata, e viva la differenza!
Vilma

Anonimo ha detto...

p.s.
dimenticavo: Mark Twain premette alla frase che citi, che "non sarebbe un bene se la pensassimo tutti nello stesso modo."
Sono assolutamente d'accordo.

V

Pietro Pagliardini ha detto...

Vilma, gli effetti di luce che mostro sono solo una parte dello "spettacolo", che consisteva anche di musica, danze (in verità non particolarmente belle) ed era intervallato da una breve e piacevole rappresentazione teatrale che ricostruiva la storia della Fraternita dei Laici, e Giorgio Vasari che naviga in facciata c'entra per tre motivi: perché è autore del campanile sopra il Palazzo di Fraternita, perché ha aperto di fatto le celebrazioni per l'anno vasariano e, last but not least, perchè, non avendo eredi, lasciò i suoi averi alla Fraternita, che vive appunto di lasciti e donazioni.
Questo non serve ovviamente a rendere migliore la qualità della "luminaria", però le dà un minimo di credibilità e giustificazione. Detto questo a me non sono dispiaciute affatto, specie quegli effetti, che purtroppo non ho fotografato, che esaltavano i caratteri architettonici dell'edificio e, oltre a me, devo dire che ho sentito commenti molto positivi da tutti coloro con cui ho parlato.
Certamente è un tipo di illuminazione non permanente che non stravolge in alcun modo l'architettura; è, appunto, uno spettacolo.
Se per carnevalata ti riferisci al fatto delle comparse in costume, beh, a parte il balletto, quelli nella prima foto sono gli sbandieratori di Arezzo, molto amati in città e a nessuno di noi aretini può venire in mente di considerarli una carnevalata. Al massimo ci possono piacere di più o di meno, in base allo spettacolo che fanno.
Questa è la provincia, con i suoi pregi e i suoi difetti. Comunque quella sera in piazza c'erano duemila persone e .... non era previsto nessun rinfresco. Era invece previsto l'ingresso nel Palazzo restaurato e tutti, con molta calma e un po' di ressa, sono potuti entrare. Segno di una certa affezione anche alla Fraternita, non foss'altro perché ha sempre gestito il cimitero.
Ciao
Pietro

Anonimo ha detto...

Pietro, io adoro al provincia, con il suoi riti, i suoi ritmi, i suoi pregi e i suoi difetti. Anch'io sono nata in un rione molto provinciale di una città, Genova, ostinatamente provinciale e me ne è rimasta una insanabile nostalgia.
Ovviamente non posso vivere davanti a quel video le stese emozioni di un aretino che ritrova in quelle sequenze e in quell'allestimento richiami ancestrali, le tradizioni dei padri, il rito degli sbandieratori, la Fraternita dei Laici, la torre del Vasari: ciò rafforza probabilmente le mie riserve su queste proiezioni luminose su facciate di palazzi storici, realizzate anche a Milano e, a quanto ho visto,anche in molte città francesi.
Mi sembrano casuali, le capirei di più proiettate su frontespizi ciechi, o su anonimi palazzi di abitazione in zone degradate, a dimostrare come la luce possa cambiare (in meglio) anche una brutta architettura.
E' un parere ovviamente personale.

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Come spesso accade, la tua "intransigenza" intellettuale coglie un aspetto della verità. E' vero che alcuni effetti sono impropri rispetto all'architettura dell'edificio, ma la verità è che noi ci siamo divertiti e che questo post era solo un'occasione per parlare bene della mia città.
In fondo la luce, finito lo spettacolo, si spenge, ma l'architettura resta. Questo edificio può essere alterato in peggio e una facciata di periferia può essere migliorata.
Ma è un cambiamento effimero, utile in questo caso a farci sentire per una sera una comunità. Il giorno dopo la realtà della città, l'hardware, riprende il sopravvento e Piazza Grande torna alla sua bellezza.
Ciao
Pietro

enrico ha detto...

cara Vilma (posso chiamarti cara?), come dici tu, e come dico io e come dice Mark Twain,...viva la differenza !
IL fatto che io sia regolarmente in disaccordo con te, è un artificio stilistico; anche se accade abbastanza spesso; spesso però me lo tengo per me.
Non sapevo fossi genovese; ho molti affetti a Genova; negli ultimi anni ho imparato ad amarla, specie da spianata castelletto. (ho anche scritto un pezzullo che è stato pubblicato sul Covile).
Con affetto

Anonimo ha detto...

Enrico, non ho trovato una tua mail privata, devo approffittare del blog di Pietro per chiederti che indirizzo ha il pezzullo.

V

Etichette

Alemanno Alexander Andrés Duany Angelo Crespi Anti-architettura antico appartenenza Ara Pacis Archistar Architettura sacra architettura vernacolare Archiwatch arezzo Asor Rosa Augé Aulenti Autosomiglianza Avanguardia Barocco Bauhaus Bauman Bellezza Benevolo Betksy Biennale Bilbao bio-architettura Bontempi Borromini Botta Brunelleschi Bruno Zevi Cacciari Calatrava Calthorpe Caniggia Carta di Atene Centro storico cervellati Cesare Brandi Christopher Alexander CIAM Cina Ciro Lomonte Città Città ideale città-giardino CityLife civitas concorsi concorsi architettura contemporaneità cultura del progetto cupola David Fisher densificazione Deridda Diamanti Disegno urbano Dubai E.M. Mazzola Eisenmann EUR Expo2015 falso storico Frattali Fuksas Galli della Loggia Gehry Genius Loci Gerusalemme Giovannoni globalizzazione grattacielo Gregotti Grifoni Gropius Guggenheim Hans Hollein Hassan Fathy Herzog Howard identità Il Covile Isozaki J.Jacobs Jean Nouvel Koolhaas L.B.Alberti L'Aquila La Cecla Langone Le Corbusier Leon krier Léon Krier leonardo Leonardo Ricci Les Halles levatrice Libeskind Los Maffei Mancuso Marco Romano Meier Milano Modernismo modernità moderno Movimento Moderno Muratore Muratori Musica MVRDV Natalini naturale New towns New Urbanism New York New York Times new-town Nikos Salìngaros Norman Foster Novoli Ouroussoff paesaggio Pagano Palladio Paolo Marconi PEEP periferie Petruccioli Piacentini Picasso Pincio Pittura Platone Popper Portoghesi Poundbury Prestinenza Puglisi Principe Carlo Purini Quinlan Terry Referendum Renzo Piano restauro Ricciotti riconoscibilità rinascimento risorse Robert Adam Rogers Ruskin S.Giedion Sagrada Familia Salingaros Salìngaros Salzano Sangallo Sant'Elia scienza Scruton Severino sgarbi sostenibilità sprawl Star system Stefano Boeri steil Strade Tagliaventi Tentori Terragni Tom Wolfe toscana Tradizione Umberto Eco università Valadier Valle Verdelli Vilma Torselli Viollet le Duc Vitruvio Wrigth Zaha Hadid zonizzazione