Post dedicato a Raymond Unwin con LA PRATICA DELLA PROGETTAZIONE URBANA, Il Saggiatore, 1995, libro ormai fuori catalogo.
RAYMOND UNWIN
La pratica della progettazione urbana
Il Saggiatore, 1995
4- Indagine sulla città
Il primo compito del progettista, quindi, deve essere quello di studiare la sua città, l’ambiente, la gente e le loro necessità. Non c’è da temere che questa linea di condotta porti a progetti banali, che freni i voli della fantasia e subordini gli effetti principali alla futile convenienza. La fantasia di colui che riesce a creare soltanto quando la mente è libera da condizioni, ha probabilmente poco valore, mentre l’opera di chi, pur mancando di slanci geniali, è in grado di comprendere e provvedere alle necessità del caso, è almeno prudente e utile. In questo campo non possiamo dire che le considerazioni pratiche precedono quelle artistiche, o che le artistiche precedono quelle pratiche: sono entrambi interdipendenti e devono essere valutate insieme. Vi è tuttavia questa differenza, e cioè che le considerazioni pratiche sono ben precise, mentre l’espressione artistica può prendere forme varie. Le fognature non possono scorrere verso l’alto per adeguarsi al più splendido dei piani; né la gente, per assecondare il più imperioso dei progettisti, andrà dove non ha voglia di andare, o si asterrà dall’andare dove ha necessità di andare, e dal prendere la via più breve per arrivare in un dato luogo. Le fognature e le direttrici del traffico possono subire modificazioni, ma soltanto entro limiti molto ridotti; e l’urbanista che pone il suo piano contro le forze che definiscono questi limiti, farà soltanto naufragare il progetto…..
7-Della organizzazione, della sistemazione e della disposizione del verde nelle strade principali
…Le strade tuttavia non sono soltanto strutture per il traffico, ma assolvono anche la funzione secondaria di delimitare e fornire aree edificabili, e non sempre accade che il tipo di strada o di incrocio più conveniente per il traffico offra necessariamente le migliori aree edificabili, o permetta la migliore disposizione degli edifici; in alcuni casi sarà quindi necessario fare alcune concessioni in un senso o nell’altro, e a volte sacrificando la bellezza degli edifici a favore del traffico, e a volte sacrificando in parte la continuità del flusso del traffico a favore di una migliore disposizione degli edifici.
L’aspetto pittoresco delle vecchie città gotiche è dovuto in buona parte alla dimensione ridotta delle sezioni stradali. Queste dimensioni non soltanto definiscono e danno un senso di completezza alle prospettive stradali, ma è molto più facile, con queste strette strade, creare un effetto di spazio circoscritto nella place in cui confluiscono. Se le strade sono ampie e fiancheggiate da piccoli edifici, è facile che la loro caratterizzazione vada completamente perduta, poiché il rapporto fra i due lati della strada non può essere colto con esattezza, e per ottenere risultati positivi può darsi che si debba ricorrere a tutt’altro tipo di effetti. Sembra che non vi siano ragioni per non prevedere anche nelle città moderne un certo numero di strade più strette e di passaggi che diano accesso a edifici le cui caratteristiche non richiedono una vasta superficie libera.
Abbiamo visto parlando delle places e delle piazze quale importanza hanno ai fini dell’effetto generale la definizione dello spazio e la continuità degli edifici che racchiudono questo spazio e il discorso è valido anche per le strade. Considerando perciò gli edifici come un mezzo per garantire una sufficiente continuità della scena stradale, sentiremo la necessità di chiudere di tanto in tanto la prospettiva; questo risultato si potrà raggiungere mediante una interruzione del tracciato, o un cambiamento di direzione, o una curva, espedienti che mettono in risalto alla fine della strada alcuni fra gli edifici posti sul lato concavo…..
8- Del “site planning” e delle strade residenziali
Nel site planning uno studio accurato del territorio e una indagine sulle quote, con l’indicazione degli alberi esistenti, delle prospettive e di ogni elemento interessante che l’area può offrire sono altrettanto essenziali al fine di ottenere un buon risultato che nel caso del town planning. Troppo sovente i site planners hanno redatto i loro piani soltanto sulla carta, e, per evitare fastidi, hanno eliminato alberi e siepi se questi capitavano sulla loro strada. Non vi è sistema peggiore di questo, poiché una nuova zona residenziale, nel migliore dei casi, avrà un aspetto freddo e povero, i giardini appariranno vuoti o pieni soltanto di miseri arbusti e di povere piante, e, a prima vista, nulla giova maggiormente a un’area edificabile della conservazione degli alberi esistenti e, a volte, anche delle siepi.
Se, per esempio, si fa scorrere una strada parallelamente a una vecchia siepe ben coltivata, immediatamente si assicura alla strada una splendida decorazione e un carattere particolare, mentre i giardini acquistano un senso di privacy, che una siepe appena piantata permetterebbe forse dopo molti anni.
Una delle prima preoccupazioni nel pianificare un’area fabbricabile, sia grande che piccola, dovrebbe essere quella di determinare il centro del progetto. É probabile che in ogni area, a eccezione di quelle piccolissime, siano necessari edifici di uso pubblico di dimensioni maggiori di quelli per abitazione, come, per esempio, chiese, cappelle, sale pubbliche, istituti, biblioteche, bagni, lavatoi, negozi, locande o alberghi, scuole elementari o di altro tipo; una volta previsti gli edifici necessari, ammesso che ve ne siano, sarebbe forse bene concentrarli in una posizione adatta a fare di questi il centro del progetto. Chiese e cappelle devono essere facilmente raggiungibili, in luoghi prominenti e non troppo vicine le une alle altre o a altri edifici destinati ad essere utilizzati la domenica, poiché le funzioni potrebbero essere disturbate dai canti provenienti dalle chiese vicine.
Nel caso di negozi e di luoghi di ristoro e di luoghi di ristoro si pongono necessità diverse; il fatto essenziale è che siano situati sulla strada principale, dove il traffico è, o dovrebbe essere, più intenso. I negozi, inoltre, hanno generalmente maggior successo se sono riuniti in numero sufficiente a formare ciò che i commercianti chiamano un “mercato”; i negozi sparsi non riscuotono molta simpatia. A volte sarebbe meglio limitare i centro ad una parte di un’ampia arteria, che potrebbe comprendere i negozi e alcuni edifici pubblici, come accade nella strada principale dei paesi, dove ognuno si sente di casa. In altri casi sarà possibile riunire i negozi nelle strade principali e contemporaneamente creare di fronte a questi uno spazio verde o una piazza intorno alla quale raggruppare alcuni degli altri edifici. Non vi sono dubbi, tuttavia, qualunque ne sia la forma, circa l’importanza anche nelle piccole aree di un elemento centrale, quale punto di riferimento del progetto.
Nel pianificare un’area a scopo residenziale molto spesso non sarà possibile conseguire effetti architettonici definiti, come sarebbe consigliabile nel pianificare una città; il pianificatore deve fare attenzione a non sacrificare a qualche particolare effetto di suo gradimento la comodità e la felicità di coloro che occuperanno gli edifici, altrimenti, con tutta probabilità, il suo progetto non sarà realizzato.
La bellezza dell’ambiente circostante costituisce indubbiamente uno dei piaceri e delle attrattive maggiori dei quartieri residenziali, e sarà probabilmente economico dedicare molte attenzioni, denaro e spazio alla progettazione di queste aree allo scopo di renderle piacevoli; si devono tuttavia cercare delle forme di bellezza che non contrastino con i forti pregiudizi o i desideri dei futuri abitanti. Ciò spesso porterà a una distribuzione delle case più diffusa di quella desiderabile da un punto di vista puramente architettonico.
Anche qui, tuttavia, raggruppando gli edifici sarà possibile dare loro una vista più ampia e un senso di apertura più generale di quanto sarebbe stato possibile se gli stessi fossero maggiormente distanziati, e sarà anche facile convincere coloro che desiderano una casa unifamiliare circondata da un pezzo di terra a occuparne una compresa in un gruppo, se questo sarà organizzato in modo tale da offrire un vantaggio evidente per ciò che riguarda la vista.
Anche nel campo del site planning si pone subito il problema di una organizzazione formale o informale già discusso in relazione al town planning, e buona parte di quei principi sono applicabili anche in questo caso. È probabile che la varietà delle soluzioni possibili per una organizzazione ordinata di edifici e strade residenziali sia molto più ampia di quanto a prima vista potremmo aspettarci.
Il territorio stesso, di solito, fornirà motivi sufficienti a imporre o suggerire la realizzazione di edifici irregolari e di altri elementi accidentali di un certo interesse, che possiamo accogliere di buon occhio, poiché alla loro abile organizzazione sono legati il successo e la bellezza del piano una volta portato a termine. Nel site planning, tuttavia, come in architettura, la ricerca fine a se stessa di elementi caratteristici è facilmente soggetta a generare confusione. È molto più prudente, sia che un piano abbia caratteristiche formali che informali, non fare nulla senza motivi ben precisi. Abbiamo presente l’importanza di certi piccoli spazi aperti, luoghi dove la gente può ripararsi dal trambusto della strada per fermarsi e riposare un momento…..
È importante che il town planning e il site planning impediscano la separazione completa delle diferenti classi sociali, che è una caratteristica notevole delle città inglesi moderne.
La signora Barnett nei suoi scritti ha dato particolare enfasi a questo problema e ha additato i molti mali dovuti al fatto che ampie aree sono interamente abitate da gente appartenente a una unica classe sociale….. Al town planner non è data la facoltà di modificare i pregiudizi della gente, o di impedire l’espandersi dell’ “east end” e del “west end” in una città. Molto tuttavia può essere fatto in questa direzione con accurate previsioni, e certamente non vi è alcuna difficoltà, entro limiti più o meno ampi, a alternare case di diverse dimensioni. I pregiudizi della gente non possono giustificare la costruzione su ampie di case delle stesse dimensioni e dello stesso tipo; l’espansione di sobborghi occupati soltanto da un’unica classe sociale, qualunque essa sia, è negativa sia dal punto di vista sociale che economico e estetico. …..
Nei paesi inglesi troviamo case di ogni tipo che si alternano lungo la strada principale o intorno al verde, dalla più piccola casa dell’operaio alla grande casa del ricco agricoltore, del dottore o dell’industriale locale e, a volte, anche la residenza del signore del luogo. Dalle figure è possibile capire in quale misura questa varietà contribuisca a accrescere il fascino della strada principale del paese……
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