Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


11 aprile 2010

UNA NUOVA INCURSIONE DI E SU LANGONE

Camillo Langone si è scatenato ed affronta un tema collaterale, ma mica tanto, all'architettura e all'ambiente di vita dell'uomo. Ecco la sua

del 9 aprile, che tra l'altro, si presta bene ad introdurre il mio prossimo post.

2 commenti:

Pietro Pagliardini ha detto...

Salvatore, mi spiace ma non intendo pubblicare intercettazioni telefoniche, di nessuno, a maggior ragione su vicende private che riguardano un tubo che perde e l'idraulico. Non ho intenzione di partecipare al gioco di guardare nel cestino della spazzatura di casa.
Ti prego quindi di rimandarmi il tuo commento lasciando intatta la prima parte ma eliminando la seconda delle intercettazioni, tra l'altro non so nemmeno chi siano i personaggi in questione.
Ciao
Pietro

Salvatore D'Agostino ha detto...

Pietro,
come non sai chi sono Balducci e Anemone?

P.S.: Dovresti avere anche un altro commento.

Riecco la preghiera:

Preghiera
Prego il signor Langone di non sparare a vuoto i suoi anatemi contro la sedia bianca o dell’Ikea.
In una società civile ognuno è libero di scegliere dove far accomodare le proprie terga.
Per sua informazione le sedie Ikea sono prodotte in Italia in quel nord-est motore economico di un’intera nazione.
Non solo, l’Italia vende più di quanto acquista dall’Ikea, Insomma per noi l’Ikea è un buon affare. (vedi: http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2008/03/0003-design.html)
Come la mettiamo con l’identità delocalizzata del nord-est?
A proposito di sedie F. parlando al telefono con S. dice:
F: Ma il mobile lo hanno fatto in camera tua?
S: No, no. Domani. Oggi solo la libreria.
F: Ma è bella? Come è?
S: La libreria è bellissima. Certo, bianca. Ma insomma, non è la morte sua, come dicono a Roma. Comunque vedi un po' tu. Giudica. Soprattutto, mi fa incavolare l'unica cosa - capisco che a caval donato non si guarda in bocca - però dico e che cazzo la sedia me la potevano scurire. A me non sembra che l'abbiano scurita».

Che brutto vizio imporre i propri gusti agl’altri.

Saluti,
Salvatore D’Agostino

P.S.: mi piace la sua idea di recensore di sante messe e mi piacciono le sedie di legno soprattutto la superleggera di Giò Ponti (venduta in tre serie: frassino naturale, verniciata di nero o bianco).

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