Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


23 dicembre 2008

LETTERA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale,

Veramente io sarei fuori età per chiederti un regalo però, anche per un futuro migliore dei nostri bambini, risparmiaci nel 2009 prossimo venturo almeno la beffa, se proprio non puoi salvarci dal danno.

Grazie
Piero


UN ANNO DI... FUFFA

Rem Koolhaas, Il Corriere della Sera:
“I greci antichi erano una civiltà che ha creato monumenti in modo comunitario, che sentiva di avere una responsabilità collettiva verso la cosa pubblica e che aveva chiara la relazione tra il pubblico e il privato. Questa civiltà ha creato un' architettura e un' urbanistica che sono ancora, per la gran parte di noi, il modello dominante”.

Massimiliano Fuksas su Savona da Il Secolo XIX:
“Il cemento, con i miei progetti, non c’entra proprio nulla. Io non sono un cementificatore. Io, per essere chiaro, non ho mai accettato un incarico da Ligresti, da Caltagirone o da Zunino. Il mio lavoro è un altro. È fare architettura, fare sperimentazione: da questo punto di vista, la Margonara è più emblematica che altro”.

Arata Isozaki su CityLife, da Il Corriere della Sera:
Questa Torre di Milano è una sfida alla crisi? «Non direi». Quale, allora, il suo significato?: «Ho scelto come modello la Endless Tower di Brancusi. E quindi mi sono ispirato in primo luogo all' arte, coniugando però questa mia ispirazione con l' intera esperienza urbana di Milano: con la sua Torre Velasca, con il suo Grattacielo Pirelli, con la "scuola" di Gio Ponti. Ho voluto lanciare un segnale, ma non contro la crisi. Piuttosto ho pensato ai campanili delle cattedrali e, dunque, a qualcosa che fosse visibile da lontano, a un vero e proprio "punto di riferimento"

Daniel Libeskind su CityLife, da Il Corriere della Sera:
“Solo un' architettura realmente democratica può portare all' emancipazione dell' individuo e all' affermazione di una comunità multiculturale: sentimentalisti senz' anima e tecnicisti senza cuore non contribuiscono ad arricchire le nostre vite”.

Arata Isozaki classicista, da Il Corriere della Sera:
«I giovani oggi vogliono occuparsi soprattutto di design, hanno perso quell' idea di progetto classico, alla Brunelleschi che non a caso costruiva i propri edifici guardando alla classicità e direttamente sul cantiere». Ancora una volta la classicità come modello? «Direi di sì»

Massimiliano Fuksas su Milano, da Il Corriere della Sera:
Su Milano [Fuksas] non propone ricette. Invita, soltanto, a «prendere atto, una buona volta, che la città ormai non è più una città. Nel senso che è una megalopoli. Che si estende oltre i suoi confini geografici. Una megalopoli di cinque, sei milioni di abitanti»

Daniel Libeskind su CityLife, da Il Corriere della Sera:
“In questo contesto, la forma della torre da me progettata ha come obiettivo una riduzione del consumo energetico, con la sua curvatura in grado di farsi ombra da sola. Inoltre l' uso organico dei materiali, la loro robustezza e la cura nell' esecuzione confermeranno quei criteri che sono stati da sempre la firma dell' architettura di Milano nel corso di quasi due millenni. Lo stesso vale per le residenze e per il museo, e per ogni costruzione di questo luogo unico che sarà CityLife. Ma la curvatura della torre ha ben altra identità, ispirandosi al progetto della cupola proposta da Leonardo per la copertura del tiburio dell' erigendo Duomo di Milano”.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Aggiungerei una perla di Frank O. Gehry:
"Sono cresciuto prendendo come modello le archistar del mio tempo: si chiamavano Le Corbusier, Alvar Aalto, Frank Lloyd Wright. Quello che sono oggi, lo devo anche a loro. Se possono spingere un giovane architetto a migliorarsi, ad essere sé stesso, ben vengano le archistar [......] Naturalmente, quando parlo di archistar, non parlo certo di me".

Da parte mia, Pietro, banalmente, auguri di buone feste!

Vilma

Salvatore D'Agostino ha detto...

Pietro,
sinceri auguri di buon tutto.
Non commento altrimenti Babbo Natale non mi porta il regalo.
Salvatore D'Agostino

Pietro Pagliardini ha detto...

Salvatore, in effetti ho scritto il post dopo aver ricevuto il regalo altrimenti avrei rischiato anch'io.

Buon Natale

Piero

Pietro Pagliardini ha detto...

Vilma, ad avere il tempo e la voglia, ci sarebbe da raccogliere un bello stupidario.

Ma a Natale bisogna essere buoni e riconoscere che in fondo, di stupidaggini e/o ipocrisie come queste, TV e giornali ce ne propinano tutti i giorni in abbondanza: giocatori di calcio far-players, cantanti impegnati, attori-benef-attori, politici servitori del popolo, scienziati salvatori del mondo, ambientalisti catastrofisti, giornalisti-moralisti, ecc. ecc.
Ognuno ha le sue certezze, le sue "narrazioni", poi passa un Cigno nero e, voilà, si cambiano certezze.
Quindi gli architetti sono (siamo) in buona compagnia.

Il mondo intero è una ribalta...

Buone Feste

Piero

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