Pietro Pagliardini
Massimiliano Fuksas trova il tempo di fare e dire molte cose. L’ultima, sul Corriere della Sera , è quella di aver riferito che Derrida sarebbe stato elevato, dalle Archistar, a vate del de-costruttivismo in architettura senza che lui ne sapesse niente. De-costruttivista involontario, insomma. Può darsi, se è vero quello che lo stesso Deridda avrebbe raccontato a Fuksas.
Se ne ricava, quindi, una specie di separazione da Deridda, uno svincolarlo dal “piccolo universo dell’architettura” per lasciarlo in quello più ampio dell’universo filosofico.
Rotti dunque i legami con la filosofia de-costruzionista, resta invece solido quello costruttivista di Fuksas; infatti , cercando frettolosamente in Internet quali siano i lavori a cui si stia attualmente dedicando ho trovato:
- Roma: la Nuvola
- Firenze: nuovo stadio con annessa Città Viola
- Torino: la Torre
- Cina: un aereoporto
- Campi Bisenzio (FI): 260 appartamenti low-cost (€ 3.500,00-3.900,00 a mq)
- Ostia: il litorale con annesse Torri
- Nigeria: Campus universitario
- Strasburgo: arena da 12.000 posti
- Pontedera: Museo Piaggio
- Pula: Golf resort
- Eindhoven (NL): Admirat
- Tbilisi (Georgia): Delisi Project
- Pescara: Polo direzionale De Cecco
- Foligno: Centro Parrocchiale San Giacomo
e mi sono fermato presto in questa ricerca muratoriana, pardòn, murativa.
Straordinaria la capacità di lavoro del personaggio che riesce anche ad essere presente in TV come opinionista politico e fustigatore degli altrui costumi ed ignoranza, a scrivere per i giornali, a rilasciare interviste sulla vitalità dell’Onda (che si è subito abbassata, in verità) e sul ’68 che fu, ecc.
D’altronde è normale che sia così ché, riferendosi alla famosa mostra con cui Philip Johnson ufficializzò l’esistenza del decostruttivismo architettonico, parla dei vari architetti invitati appellandoli come “creatori”, ritenendo il modello del “creativo” evidentemente inadeguato.
Ma a Fuksas non piace neanche il termine Archistar; perché? è bellissimo invece, è una sintesi perfetta di un metodo.
Chissà, forse pensa possa essere una “diminutio” ma non è così: un’Archistar non si giudica solo dalla qualità ma anche, e soprattutto, dalla quantità, dalla diffusione planetaria e dal brand.
E’ comunque aperto un concorso pubblico, senza premi, per trovare una definizione migliore di Archistar, capace di rappresentare appieno questa fase di transizione dalle sfere celesti a quelle terrestri.
Piccoli creativi, fatevi sotto.
Credits: La vignetta è tratta da Political Comics
20 novembre 2008
FUKSAS COSTRUTTIVISTA SUL SERIO, DERRIDA DECOSTRUTTIVISTA PER CASO
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Etichette
Alemanno
Alexander
Andrés Duany
Angelo Crespi
Anti-architettura
antico
appartenenza
Ara Pacis
Archistar
Architettura sacra
architettura vernacolare
Archiwatch
arezzo
Asor Rosa
Augé
Aulenti
Autosomiglianza
Avanguardia
Barocco
Bauhaus
Bauman
Bellezza
Benevolo
Betksy
Biennale
Bilbao
bio-architettura
Bontempi
Borromini
Botta
Brunelleschi
Bruno Zevi
Cacciari
Calatrava
Calthorpe
Caniggia
Carta di Atene
Centro storico
cervellati
Cesare Brandi
Christopher Alexander
CIAM
Cina
Ciro Lomonte
Città
Città ideale
città-giardino
CityLife
civitas
concorsi
concorsi architettura
contemporaneità
cultura del progetto
cupola
David Fisher
densificazione
Deridda
Diamanti
Disegno urbano
Dubai
E.M. Mazzola
Eisenmann
EUR
Expo2015
falso storico
Frattali
Fuksas
Galli della Loggia
Gehry
Genius Loci
Gerusalemme
Giovannoni
globalizzazione
grattacielo
Gregotti
Grifoni
Gropius
Guggenheim
Hans Hollein
Hassan Fathy
Herzog
Howard
identità
Il Covile
Isozaki
J.Jacobs
Jean Nouvel
Koolhaas
L.B.Alberti
L'Aquila
La Cecla
Langone
Le Corbusier
Leon krier
Léon Krier
leonardo
Leonardo Ricci
Les Halles
levatrice
Libeskind
Los
Maffei
Mancuso
Marco Romano
Meier
Milano
Modernismo
modernità
moderno
Movimento Moderno
Muratore
Muratori
Musica
MVRDV
Natalini
naturale
New towns
New Urbanism
New York
New York Times
new-town
Nikos Salìngaros
Norman Foster
Novoli
Ouroussoff
paesaggio
Pagano
Palladio
Paolo Marconi
PEEP
periferie
Petruccioli
Piacentini
Picasso
Pincio
Pittura
Platone
Popper
Portoghesi
Poundbury
Prestinenza Puglisi
Principe Carlo
Purini
Quinlan Terry
Referendum
Renzo Piano
restauro
Ricciotti
riconoscibilità
rinascimento
risorse
Robert Adam
Rogers
Ruskin
S.Giedion
Sagrada Familia
Salingaros
Salìngaros
Salzano
Sangallo
Sant'Elia
scienza
Scruton
Severino
sgarbi
sostenibilità
sprawl
Star system
Stefano Boeri
steil
Strade
Tagliaventi
Tentori
Terragni
Tom Wolfe
toscana
Tradizione
Umberto Eco
università
Valadier
Valle
Verdelli
Vilma Torselli
Viollet le Duc
Vitruvio
Wrigth
Zaha Hadid
zonizzazione
4 commenti:
Ad integrare la versione di Fuksas sul rapporto Derrida-decostruttivismo, mi permetto di segnalare un libro scritto da Jacques Derrida dal titolo 'Adesso l'Architettura'
http://libreriarizzoli.corriere.it/libro/derrida_jacques-adesso_larchitettura.aspx?ean=9788876445682
ed il relativo commento al libro:
"Gli scritti di Jacques Derrida dedicati all'architettura non sono mai stati raccolti in un unico volume organico. Nel 1986 Bernard Tschumi invitò Jacques Derrida e Peter Eisenman a collaborare al disegno progettuale di uno dei giardini della "promenade cinématique" a Parigi. Il progetto di Derrida ed Eisenman non verrà mai realizzato perché rifiutato dalla committenza istituzionale, ne nascerà però un volume dal titolo Choral Works pubblicato nel 1988. Ha inizio così l'incontro tra la decostruzione e l'architettura; cammino che condurrà Jacques Derrida a inoltrarsi nei territori dell'architettura non solo da un punto di vista teorico-estetico ma innanzitutto progettuale, pratico e istituzionale."
Mi pare che con l'architettura c'entri, eccome, e mi pare di capire che a Derrida non sarebbe affatto spiaciuto passare "nei territori dell'architettura", solo che gli è andata buca.
Quanto alle archistar, proporrei archidei, cosa di più adatto a chi crea?
Vilma
ARCHIDEI!!! Bello. Ha solo la "pecca" di non essere anglofono.
Non credo però arriveranno molte altre proposte. Se ne arrivassero potremmo mandarle a Fuksas perché scegliesse la migliore: per una volta giudice e non concorrente. Penso, spero, avrebbe l'ironia per stare al gioco.
Ciao
Piero
Mi lascio un commento da solo: proprio stasera l'ubiquo Fuksas pontifica una volta ancora ad AnnoZero. Sto al computer ed ho la Tv accesa davanti, non ascolto ma ogni tanto guardo la bella testa scultorea del nostro; faccio zapping, vedo "Il gladiatore" e lo cerco nell'emiciclo del Senato. Non c'è ma forse ho perso qualche scena.
Sì Vilma, Archidio gli si addice, anche se è un pò blasfemo.
Piero
...archiness? Tipo Business...
Comunque non credo che Fuksas sia mai riuscito a solo percepire il senso di un qualsiasi testo di Derridà, dato che pure Johnson non ci ha capito niente. Mi batto sempre contro l'uso del termine "decostruttivismo" in architettura, dato che non ha niente a che fare con la filosofia derridiana, ed anzi, in gran parte ne fa torto...
A presto
www.piliaemmanuele.wordpress.com
Posta un commento