Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


30 settembre 2012

FACEBOOK ED EDILIZIA SCOLASTICA: SCAMBI DI OPINIONI

Questo post è un resoconto di alcuni commenti su Facebook tra E.M.Mazzola e un "amico/a" che ha come oggetto il giudizio su una nuova scuola. Ma oltre ai consueti e fondamentali aspetti architettonici c'è anche il tema del rapporto tra spazio architettonico e benessere degli abitanti.
Avvertenza: le immagini della scuola in discussione non sono pubblicate in quanto risultano bloccate. Si possono vedere con il link nel testo.

Scuole bunker spacciate per montessoriane ed effetti collaterali di FB
Per la serie “come ti manipolo l’informazione evitando le critiche”
di Ettore Maria Mazzola

È una bella giornata, forse troppo calda per essere fine settembre, tutto sembra andare bene, e non c’è alcuna necessità di dover avere pensieri negativi ed arrabbiarsi. Magari sei anche preso da qualcosa di piacevolissimo su cui stai lavorando, e le tue endorfine lavorano alla grande dandoti un piacevolissimo senso di piacere per le gioie della vita. Poi, d’un tratto, succede che qualcuno decida di condividere sul tuo profilo FB un articolo per il quale, ovviamente, avrebbe piacere di ricevere la tua approvazione.
Allora vai a vedere di cosa si tratti e salta fuori una roba da far accapponare la pelle! Facebook però consente solo due cose, cliccare su “mi piace”, o lasciare un commento … non hanno ancora inventato il “non mi piace”. E già, Facebook è nato per fare aumentare i contatti tra gli utenti, non per farli allontanare … la chiamano “socializzazione”, ma è solo virtuale



FB è uno strumento strano, può risultare fantastico, o del tutto devastante. In tanti tendono a cliccare su “mi piace” senza nemmeno sapere perché … tuttavia, se c’è qualcuno che detesti l’ipocrisia, quel qualcuno rischia di sconvolgere il sistema, così può capitare che, per evitare fraintendimenti, quel qualcuno vada a cliccare sul link prima di lasciare un fasullo “mi piace” di approvazione. Può quindi capitare che quel qualcuno decida di scrivere un commento sincero nel quale ironizzi – magari con termini forti – su quell’edificio, facendo apertamente capire che lo stesso non trovi il suo gradimento … Quasi certamente quella giornata stupenda può trasformarsi in un putiferio!

Quel commento viene immediatamente cancellato dal titolare del profilo che aveva postato il link. Alla rimozione segue un messaggio privato in cui il risentito di turno ti dice un po’ di tutto.
Quella piacevole mattinata si trasforma in una giornata in cui, probabilmente, hai perso un amico-virtuale su FaceBook … vogliamo farne un dramma???
Ma chissenefrega!
Il link era questo:
e al suo interno c’era quest’altro:

Il mio commento, più o meno, diceva che l’edificio non trovava il mio apprezzamento, mi sembrava piuttosto un qualcosa a cavallo tra un lager e l’opera di un palazzinaro degli anni ’70, ovvero un luogo dove non avrei mai fatto studiare i miei figli. Un luogo dove, piuttosto che dare libero spazio alla fantasia degli scolari, l’ambiente sembra voglia schiacciare a terra qualsivoglia volo pindarico della mente dei bambini. Il commento si chiudeva chiedendomi per quale oscuro motivo certi progetti debbano darsi a certi personaggi.
Per dovere di cronaca, perché è giusto che certe cose si sappiano, riporto di seguito un sunto dei messaggi che ho scambiato con la persona che aveva chiesto il mio parere sulla scuola, messaggi in privato scambiati dopo la damnatio memoriae al mio commento.

Per ragioni di privacy non dirò né il nome, né riporterò il testo completo dei messaggi inviatimi, limitandomi a riassumerne il senso.
Contestualmente alla cancellazione del mio commento … il “bavaglio” in certi casi è di rigore tra chi tenti di far credere che un’opera risulti avere il massimo consenso pubblico e “intellettuale” … mi son visto recapitare un messaggio sprezzante, e a dir poco violento, nel quale la persona interessata al mio parere si rammaricava di aver sopravvalutato la mia capacità di informazione, nonché la mia sensibilità di architetto, accusandomi di parlare senza sapere nulla di ciò di cui stessi parlando. Dal messaggio veniva fuori che la stessa persona figurasse tra i progettisti di quella scuola che, a quanto pare, basata su principi montessoriani. Il messaggio si chiudeva con l’accusa di essere un finto intellettuale che vomita insulti infondati … Della serie mai far sapere ad un collega, nemmeno con l’ironia, che il suo progetto non ti piace! 

A quel punto, benché non avessi né il tempo, né la voglia di imbattermi in una discussione che, come sempre tra colleghi di opposte vedute, non avrebbe portato da nessuna parte, ho dovuto replicare a tono con questo messaggio:
conosci molto bene la mia posizione, sai benissimo che non condivido affatto certe tendenze, che lasciano soddisfatti solo i progettisti e i costruttori, dimenticandosi dei futuri fruitori. Ergo non comprendo come mai ti meravigli della mia sincerità.
Mi dispiace per te, ma dalle foto risulta chiaro che l'edificio risulti davvero l'esatto opposto di ciò che una scuola dovrebbe essere ... esiste troppa letteratura in materia per doverne riassumere le ragioni, ovviamente non mi riferisco alla letteratura scritta da architetti ideologicamente compromessi, ma alla letteratura in materia scritta da sociologi, psicologi, neurofisiologi, ecc. che, grazie alla loro "indennità alla lobotomizzazione delle facoltà di architettura" hanno potuto dare un quadro abbastanza veritiero che, purtroppo, gli architetti-demiurghi ignorano, oppure condannano perché non elaborato da architetti.
Non posso farci nulla, a me piace la sincerità e non c'è nulla nelle immagini che mi possa rimandare alla Montessori ... magari una sbirciatina alle "Case dei Bambini" di San Lorenzo, Trionfale, Testaccio, dove avviò la sua professione andava data.
Esistono studi di neurofisiologia (ergo realizzati da gente super partes che non ha nulla a che fare con l'ideologia imperversante nella nostra professione) che spiegano scientificamente perché certe forme risultino più o meno dannose alle persone che le utilizzano.
Personalmente posso dirti di aver avuto una esperienza diretta, nel 1995, con lo stesso gruppo di persone ospitate per una Summer School a Caprarola (nelle Scuderie Farnese) e a Biarritz (in una scuola molto simile a quella dell'Anagnina). Ebbene, nonostante Biarritz risulti essere una splendida località che dovrebbe mettere di buon umore le persone, mentre a Caprarola risulta esserci ben poco da fare, il comportamento dei partecipanti a Biarritz divenne assurdo, tutti divennero litigiosi e scostanti, e l'esito progettuale della scuola risultò essere ben diverso. Mentre il progetto partorito a Caprarola risultò un enorme successo, tanto da venir pubblicato, quello di Biarritz fu una porcheria (anzi 3 perché non si raggiunse nemmeno la possibilità di lavorare in team) ... questo non può essere un caso. Il fatto che spesso noi architetti tendiamo a dare per scontata la "sostenibilità" di un edificio, o la "montessorità" di una scuola, non sempre equivale alla realtà. Un po' come nelle fesserie dell'ultima biennale su cui ho ironizzato nel post pubblicato sul blog De-Architectura.
Quanto allo "schiacciamento", dovresti semplicemente documentarti su quello che è il risultato di un edificio "a piastra" sulle persone, figuriamoci sui bambini, per comprendere di cosa stia parlando. Ti assicuro comunque che la critica non era un attacco personale nei tuoi confronti .. non sapevo nemmeno che fossi nel gruppo di progettazione. Quando ho letto i nomi dei capigruppo mi ha dato non poco fastidio pensare che si debbano chiamare certi personaggi per realizzazioni che potrebbero essere affidate tranquillamente a chi conosce meglio i contesti e le tradizioni locali.
Dimenticavo ... in un Social Network, che è il sistema più democratico del mondo perché non risulta essere assoggettato alle "purghe" ideologiche delle riviste e dei giornali al soldo dell'industria edilizia, della casta delle archistars, ergo dell'ideologia, non risulta corretto cancellare le opinioni altrui, diversamente si dà conferma del fatto che si voglia dimostrare, scorrettamente, che non vi siano opinioni contrarie a certe cose. Questa per me si chiama scorrettezza, se non addirittura dittatura ideologica!

Il mio messaggio ha ovviamente provocato una risposta ancora più rabbiosa, secondo la quale il sottoscritto non avrebbe la minima idea di ciò che riguardi  il metodo montessoriano su cui si basa questa scuola, per la cui progettazione (trattasi di concorso), ci sarebbe stato nientepopodimeno che la consulenza di pedagoghi quali  Libera Dolci e Carlo Romano, formati alla scuola di Danilo Dolci, ergo considerati dei guru in materia di progettazione di una scuola basata su principi maieutici
Nel messaggio mi veniva inoltre fatto sapere che per il progetto, che come ho detto risulta essere il risultato di un concorso, ci sarebbero stati anche molti momenti di partecipazione col quartiere, facendo sì che non si possa parlare di imposizione.

Si rifletta a questo punto sul fatto che il progetto, venendo fuori da un concorso per il quale ovviamente non ci sono tempi tali da poter consentire una corretta e sana partecipazione, dimostra come spesso gli architetti tendano a dar per scontati i “molti momenti di partecipazione col quartiere” senza però dimostrarli … basta raccontare demagogicamente certe cose alla massa incolta, ce lo insegna tutti i giorni la politica, nessuno si prenderà la briga di andare a verificare la verità, e così la strada risulta spianata per poter rivendicare la partecipazione dei progetti, la sostenibilità ambientale, ecc!
Tornando al messaggio furioso, apprendo che Clotilde Pontecorvo avrebbe ritenuto questa scuola la migliore scuola dell'anno!

… È interessante far notare che la scuola è appena stata terminata, ergo non ancora in funzione, Tuttavia una “grande esperta” dell’ambiente già la riconosce come “la migliore scuola dell'anno!” … Chissà come mai la cosa mi ricorda quelle squallide ed insopportabili pubblicità che, da 2 o 3 anni a questa parte, mostrano – contestualmente – dentifrici, saponi, detergenti per la casa, ecc. “eletti prodotti dell’anno”.

Bisognerebbe riflettere sulla credibilità che certe affermazioni possano avere. Mi chiedo a tal proposito se l’illustre Pontecorvo abbia riflettuto sull’eventuale frettolosità di un giudizio del genere. Come è possibile, in assenza di un periodo di “sperimentazione” – o meglio utilizzazione da parte degli alunni – verificare se risulti vero o meno che questa possa definirsi la migliore scuola dell'anno? Ma queste, si sa, sono le cose che succedono nella società dello spettacolo.

Ho quindi replicato nuovamente al personaggio in questione con queste parole:
Parole, parole, parole! Mi costringi a dirti che l'edificio è proprio orrendo. Roma è stracolma di edifici la cui architettura è praticamente identica a quella che vuoi proporre come del tutto innovativa e montessoriana. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Quel genere di architettura scolastica è quella che il mondo del cinema e della TV prende come location per film sul disagio giovanile, mentre prende come modelli di successo gli edifici scolastici degli anni '20 del secolo scorso. I nomi che fai valgono per me quanto il parere di un membro della CEI sui concorsi per le nuove chiese. Quanto alla partecipazione posso immaginarmela, immagino Hertzberger e tutti gli illustri consulenti a colloquio giornaliero con centinaia di abitanti del quartiere (se così si può chiamare). Ne abbiamo viste e sentite troppe di queste storie.
Io non dovrei parlare perché risulterei disinformato su una ciofeca del genere?? Se uno dovesse leggere e documentarsi su tutte le ciofeche/fotocopia che Casabella e le altre riviste faziose pubblicano a catena non ci sarebbe più spazio per tante cose molto più piacevoli ed interessanti.
A me sembra che ci sia della disinformazione da parte tua sugli studi scientifici delle materie che ho elencato. Inoltre, come Casabella e le altre riviste "specializzate", mi sembra che tu non abbia nessuna obiettività, visto che tendi a rimuovere i commenti di chi non condivida certe cose. Non preoccuparti, ci farò un bel post da qualche parte, hai visto mai che si possa conoscere anche il suono di un'altra campana?

Non poteva mancare l’ennesima replica, nella quale ovviamente veniva rincarata la dose dell’accusa di essere prevenuto, tuttavia mi veniva comunicato che, qualora le “campane avverse” si fossero espresse senza pregiudizi, sarebbe stato un piacere poterle ascoltare.
In una replica, di cui riporto solo i pezzi che possano evitare di far venire allo scoperto l’identità della persona in oggetto, ho voluto concludere lo scontro con le riflessioni che seguono, non potevo infatti non far notare a quella persona che, se fosse stata coerente, dovrebbe ospitare i commenti avversi atti a stimolare un dibattito critico … ma, si sa, in certi ambienti si preferisce il bavaglio .

(omissis)
Quelli come te, che criticano gli altri di essere prevenuti, in realtà sono i primi a proclamarsi pluralisti comportandosi da monisti. Dalle parti mie c'è una frase dialettale che dice "il toro dice all'asino sei cornuto!".
Io non ho alcun pregiudizio, semmai mi sono rotto le scatole di vedere sempre e soltanto le solite orribili strutture spacciate per meraviglie. (omissis)
Quanto alla scuola del post, essa non merita altri commenti, è l'ennesimo scempio intorno al quale una presunta élite colta costruisce delle parole indimostrabili e spesso insulse per tesserne le lodi agli occhi della massa ignorante che necessita di essere educata alla comprensione dell'architettura contemporanea ... massa che, sempre, subisce e disapprova certe cose.
Mi chiedo quali possano essere i tuoi modelli, (ma posso immaginarli) non mi sembra affatto che tu abbia mai dato alcuna importanza all'esistenza del modo di fare architettura contemporanea in modo rispettoso delle tradizioni, semmai ho solo visto un pregiudizio assoluto contro quel modo di fare che, diversamente dalle scatolette cui si ispira quella scuola, richiede molto più studio e rigore di quanto tu non possa immaginare … Ma le regole danno fastidio, meglio farne a meno!
Mi chiedo, visto che la Montessori lavorò a braccetto con l'ing. Talamo e gli altri progettisti dell'epoca, quanti di quegli edifici storici sarebbero stati visitati, studiati attentamente e presi a modello per quella struttura che definite scuola montessoriana? Non mi sembra di riconoscervi proprio nulla!
Quanti edifici scolastici storici, ancora perfettamente funzionali, hai tenuto in considerazione per quella progettazione? … Non è che i tuoi modelli sono solo e sempre gli stessi che vengono imposti a bastonate nelle facoltà di architettura? Quando dimostrerai la tua obiettività ed apertura al dibattito potremo riparlarne. Penso che non valga più la pena andare avanti con un battibecco che non smuoverà mai di un millimetro le nostre opposte posizioni.
Un caro saluto

Questo battibecco, che ho voluto rendere pubblico affinché si sapesse come l’informazione, i premi e i giudizi su certi progetti vengano gestiti ed elargiti mi porta a fare una ulteriore riflessione: Facebook può avvicinare virtualmente persone che non si conoscono … ma rischia anche di allontanare per sempre amici e conoscenti!
Il cielo s’è rannuvolato, un po’ come il mio umore … quella bella giornata ha preso una piega diversa … ma chissenefrega!

25 commenti:

Stefano Borselli ha detto...

Posso esprimere delle perplessità sull'uso di "montessoriano" come "sommo bene"?
A mio modesto parere la Montessori è della stessa covata spiritualista della Bauhaus e proprio per questo la sua fallimentare pedagogia (che parte dal presupposto che quello che va bene per un minorato deve andare meglio per un normale...) è diventata un mito novecentesco.

Pietro Pagliardini ha detto...

Puoi esprimere perplessità Stefano.
Non sono affatto esperto di pedagogia (il eccessivo eccessivo alla quale considero una delle disgrazie della scuola italiana, in questo però supportato dall'autorevole parere di Giorgio Israel) ma mi sembra che tutta la scuola sia impostata ormai se non sulla Montessori, su qualcosa di molto simile. L'idea della espressività e della creatività e sulle "competenze" ha prevalso sull'educazione allo studio e sulle "conoscenze".
Pietro

ettore maria ha detto...

innanzitutto ringrazio Pietro per la sua consueta ospitalità.
Quanto al "metodo Montessori" non entro nel merito, mi limito a dire che i metodi rigidi rischiano di essere errati, perché se possono andar bene per alcuni aspetti, non altrettanto può dirsi per altri. Per mia esperienza i miei figli hanno fatto, o stanno facendo, i loro studi elementari e medi, con ottimi risultati, in una scuola di orientamento steineriano (ma, grazie a Dio, la scuola non è assolutamente steineriana in maniera fondamentalista). E' stata una scelta obbligata a causa di una pessima esperienza in una scuola comunale romana, e alla fine ci siamo trovati talmente bene da decidere di iscrivere tutti i nostri tre figli. Oggi mia figlia grande è, con ottimi risultati, al penultimo anno in un prestigioso liceo classico statale ed è ancora riconoscente nei confronti della sua scuola di provenienza. Comunque qui volevo parlare di edilizia scolastica di pessima qualità che ci viene spacciata per essere "la migliore scuola dell'anno"
Ciao
Ettore

Pietro Pagliardini ha detto...

Tornando all'architettura, quel progetto, cui va riconosciuto il merito di essere un'opera studiata, ben realizzata e non la solita cialtronata di opera pubblica, è tuttavia di un manierismo modernista esagerato. E' un ambiente freddo e ostile, più adatto alla direzione di una azienda che ad una scuola. Quei pilotis presto diventeranno il luogo delle carte dei panini, quegli immacolati muri bianchi che oggi qualificano quel tipo di architettura, saranno pieni di impronte di mani e di scarpe e di "cartelloni" fatti da scolari e studenti. Invecchierà male insomma, come quasi tutte le architetture moderne.
Osservo, se la foto non inganna, che la palestra è pure molto bassa e dotata di controsoffitto e, se fosse, inutilizzabile ad esempio per la pallavolo o qualsiasi gioco con la palla. Il che mi sembra molto strano perchè c'è una norma precisa per le palestre scolastiche. Può darsi ce ne sia un'altra, ma perchè non fotografarla?
Pietro

MatteoTusa ha detto...

Mi ritengo miracolato, perchè non sapevo di questo tuo articolo nè della polemica e ricordo di aver fatto una semplice battuta dicendo che i progetti o gli oggetti progettati non ne insegnano automaticamente l'uso, e dicevo che quando a Palermo consegnarono agli assegnatari le case del Villaggio Ruffini e nel bagno vi trovarono il bidet, lo stesso da molti fu usato per piantarci basilico, prezzemolo ecc. Insomma non capendone l'uso ne fecero l'uso che più loro gradivano! Non è uno scherzo. Una certa Pierro mi ha risposto che noi architetti dobbiamo essere più ottimisti! Meno male che non ho espresso il mio parere, di cuore e di pancia che la scuola auditori un in oggetto è una solenne porcata!

MatteoTusa ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
ettore maria ha detto...

caro Matteo,
non mi era sfuggito, ma avevo evitato di intromettermi

Pietro Pagliardini ha detto...

Scusa Matteo, ti ho cancellato un commento perchè per errore lo avevi ripetuto due volte.
Ciao
Pietro

Stefano Borselli ha detto...

Scusa Ettore, ma io non ho parlato delle scuole steineriane, delle quali tutto si può dire meno che siano fallimentari o fuori moda. Ho scrittoo solo che sbagli a definire quelle squallide mura "non montessoriane".

ettore maria ha detto...

Caro Stefano,
il mio commento non era un appunto, né tantomeno volevo fare un confronto tra Montessoriane e Steineriane, sebbene preferisca le ultime per esperienza diretta. Il mio voleva essere un riferimento, metodo di insegnamento a parte, agli spendidi edifici realizzati da Edoaardo Talamo, Quadrio Pirani, Innocenzo Sabbatini, ecc. per ospitare le scuole dei quartieri popolari degli anni '10 - '20 dello scorso secolo, lavorando a braccetto con la Montessori ed altri educatori dell'epoca. La mia domanda al "personaggio misterioso" mirava esclusivamente a sapere come mai, nell'architettura della scuola in oggetto che rivendicava come "montessoriana", si ritrovasse tutto il peggio della fredda e spersonalizzante edilizia industriale, ma non si ritrovasse alcun accenno alla delicatezza, artigianalità ed ospitalità di quegli edifici dove la Montessori ha sviluppato il suo metodo

Anonimo ha detto...

Ho osservato le fotografie della scuola sul sito: effettivamente l'edificio appare molto "freddo e ostile", soprattutto l'esterno. Forse dipende da una caratteristica di molta architettura modernista: la prevalenza assoluta delle linee rette su quelle curve. Eppure Hundertwasser diceva: "la linea retta è atea e immmorale" ! Gengiss

vilma torselli ha detto...

Gengiss, mi permetto di ricordare che traiamo il concetto di linea retta dall'osservazione della realtà, è retta la postura dell'essere umano, è retta la direzione di caduta di tutti i corpi soggetti alla forza di gravità, è retto il portamento degli alberi, l'arte e l'architettura delle origini (a partire dal sistema trilitico) sono completamente impostate su questa linea prevalente, che nella grafica aborigena rappresenta il percorso (così come la linea curva vuol significare la sosta, il posto stanziale) ed è quindi una linea che tende ad un fine.
La linea retta è anche il principale asse di simmetria, detta appunto, assiale, ispirata dalla struttura simmetrica del corpo umano e quindi simbolo di ordine, di forza, di organizzazione, di sicurezza, con importanza maggiore nei periodi in cui prevale una visione antropocentrica (come nel Rinascimento italiano), in cui il corpo umano è considerato il massimo della perfezione.
Nell'arte visiva, o anche in architettura, la linea retta vuol esprimere armonia, ordine ed essenzialità, è, per esempio, la linea che caratterizza la cultura neo-classica, spia di un'esigenza di semplificazione formale e di pulizia di linguaggio.
Il neurobiologo Semir Zeki, nei suoi studi sul rapporto tra cervello e arte intesa come vero e proprio processo cognitivo, correla precise regioni cerebrali agli effetti sortiti dalla visione di linee rette, effetti che sono pressoché identici in individui diversi, i quali davanti ad un quadro di Mondrian o Malevic o Newman, per citare artisti che Zeki porta ad esempio in cui prevale la linea retta, provano sensazioni molto simili, poiché simili sono le dinamiche processuali attraverso le quali l’immagine si genera nel cervello ed entra in relazione con le specializzazioni emisferiali deputate alla gestione.
La linea retta suggerisce controllo matematico e mentale, come nel caso di Mondrian, definizione logica ed essenzialità espressiva, come accade in Newman, severo ordine geometrico, come ci suggerisce Malevic, consapevole dialettica formale come nel caso del Futurismo, trattandosi di una forma maggiormente razionale in opposizione ad altre più fluide e quindi passibili di maggior libertà interpretativa.

Non so se debba essere elemento negativo in un'architettura "la prevalenza assoluta delle linee rette su quelle curve", con buona pace di Hundertwasse.


Pietro Pagliardini ha detto...

Sì, direi che è azzardato condannare a priori la linea retta. La costruzione di qualunque edificio presuppone la linea retta, non fosse altro che come deviazione e variazione da quella. Impossibile pensare allo spazio senza riferirsi alla forza di gravità.
E' nel piano orizzontale che l'uso della linea retta, e dell'angolo retto, può diventare ossessivo.
L'adattamento degli insediamenti alla morfologia di terreni non pianeggianti o l'adattamento ad elementi geografici presenti (es. corsi d'acqua) obbligano a linee spezzate, che nell'insieme assumono la forma di curve.
L'architettura attuale, facilitata e spesso suggerita dall'uso del computer, è impostata su curve continue che sono arbitrarie proprio per il fatto che non se comprende il principio ordinatore che le governa nè rispetto all'intorno nè al proprio interno.
Pietro

Anonimo ha detto...

cut costs

http://www.dezeen.com/2012/10/03/uk-government-bans-curved-school-buildings/

vilma torselli ha detto...

dubito che Zaha Hadid o quelli che le conferiscono gli incarichi si lasceranno scoraggiare da problemi così 'prosaici' come il costo di costruzione (vedi MAXXI), comunque il clima di “spending review” che si respira mi piace assai.

Pietro Pagliardini ha detto...

Pragmatici come al solito gli inglesi: "...non ci sarà sempre un Richard Rogers a progettare una scuola... e noi non dobbiamo fare ricchi gli architetti".
A parte Rogers, intoccabile per gli inglesi, che si muove nell'Iperuranio, incarnazione stessa dell'idea di Architetto, è chiaro che è la miglior critica alle archistar e ai loro emuli, soprattutto.
Pietro

Emmanuele Pilia ha detto...

Se questa è "la migliore scuola dell'anno"... Comunque sia, ciò che afferma Mazzola è sacrosanto. In genere non riesco in modo quasi assoluto ad avvicinarmi al suo pensiero architettonico, ma in questo caso non si può non concordare con l'affermazione che questa scuola rasenti il crimine. C'è qualche timido tentativo di composizione qua e là, ma sono le rampe di scale a gradoni o le gittate dei volumi da sole a fare la qualità dell'architettura? Se fosse stato progettato ante guerra sarebbe un capolavoro. Così è solo un edificio che non tiene conto degli errori di 70 anni di architettura.

Pietro Pagliardini ha detto...

Meglio di così non la potevi descrivere Emmanuele. C'è tutto il repertorio del modello scuola anni 70, con qualche tocco modaiolo qua e la. Le scale, luogo immaginifico di socialità. Chissà da cosa deriva questa idea. Almeno provenisse da un ricordo de La scuola di Atene di Raffaello, ma ne dubito.
Comunque, per scendere di livello, mi meraviglio che la ASL non abbia fatto mettere le barriere anti-caduta. A me le hanno fatto mettere con tre soli gradoni del pubblico!
Ciao
Pietro

Emmanuele Pilia ha detto...

Pietro, evidentemente non stavi progettando la scuola dell'anno... :-)

Pietro Pagliardini ha detto...

Anche perchè non era una scuola, ma la gradonata del pubblico di una piscina. Mai fatto scuole, solo la ristrutturazione di una materna
Pietro

ettore maria ha detto...

magari sarebbe pure il caso di ricordare che, mentre tu Pietro, come me, Emmanuele e tutti gli altri, non sei nessuno, mentre l'autore di questa "scuola migliore dell'anno" è considerato una star (anche se non al livello di Zazà, Ghery, Foster, ecc.), ergo per lui vige l'affermazione che in Italia la Legge per alcuni sia un po' più uguale che per gli altri. A certi personaggi è consentito fare cose che a noi mortali non è consentito nemmeno di immaginare. Cambiando tema, per esempio, prova ad immaginare se, al pari di Meier, tu possa permetterti di progettare una chiesa rifiutandoti di mettere la croce "per non danneggiare la tua composizione", però magari vedi demagoghi politici e religiosi inveire contro il papà ateo che chiedeva di rimuovere il crocefisso da un'aula scolastica che, di sicuro, con la religione cattolica non ha nulla a che fare. Queste sono anche le ragioni per cui mi arrabbio tanto vedendo quanti pecoroni, inclusi tanti giovani architetti - che sono i più danneggiati da questo sistema dei "grandi nomi" - continuino a dar credito a certi personaggi e certe architetture che meriterebbero solo la condanna del silenzio

Anonimo ha detto...

Sono sorpreso che non sia stato apprezzata la provocazione di Hundertwasser, perché il bersaglio polemico era proprio l’architettura modernista. Non intendevo ovviamente proporre di bandire in toto la linea retta dagli edifici… e più in generale mi riferivo all’abuso non solo della linea ma degli angoli retti, delle forme squadrate, insomma del freddo geometrismo che caratterizza l’architettura razionalista (i famigerati scatoloni di vetro e cemento).

Ammetto di non riuscire a vedere molte linee rette nel corpo dell’uomo (e soprattutto della donna!)… Ad ogni modo, da profano, io vedo nell’architettura tradizionale, dal gotico al rinascimento al barocco ecc., un’insieme armonioso di linee rette e curve, senza prevalenza di uno dei due tipi.
Se confrontiamo una villa di Palladio o una chiesa di Borromini da una parte, con un edificio di Gropius (es. il Bauhaus) o un grattacielo di Mies dall'altra… non possiamo non notare, tra le altre cose, l’ossessione di questi ultimi per l’ortogonalità. E’ chiaro poi che le linee curve non vanno inserite arbitrariamente, che è importante la simmetria ecc.

Non credo infine che l’architetto, nel progettare un edificio destinato alla collettività, debba prendere a modello un quadro di Mondrian… anche perché qualcun altro potrebbe ispirarsi ad altre avanguardie artistiche, ad es. Picasso o Dalì (ed è proprio ciò che fanno Gehry e compagni!)

Gengiss

ettore maria ha detto...

Caro Anonimo Gengiss,

sfondi una porta aperta!
Mi complimento per le tue riflessioni e, il fatto che tu ti definisca un "profano" è la conferma che le osservazioni più logiche e condivisibili vengano sempre da coloro i quali, da "profani" e non da "adepti", hanno l'onestà di poter esprimere concetti che alla "pseudo-élite" colta degli architetti sfugge.
Sono particolarmente contento della tua puntualizzazione su Mondrian, una cosa davvero insopportabile (e assurda) quella dei professori universitari che ai miei tempi continuavano a far progettare architetture ispirandosi a tele di Mondrian o Kandinsky.

vilma torselli ha detto...

Il paragone era solo per proseguire il discorso di Zeki, comunque, se, come Mondrian, un architetto vuole suggerire il 'controllo matematico e mentale' alla base di un suo progetto è più strumentale che si ispiri a Mondrian piuttosto che a Dalì.
Mi viene in mente un aneddoto riferitomi da un mio amico che vive a NY, sul magazine settimanale del NYTimes ha letto di uno sceriffo di non so quale stato che si discolpava per la fuga di un detenuto avvenuta proprio nel locale palazzo di giustizia progettato da Gehry con tante curve ed una pianta così ingarbugliata che non era stato possibile inseguire il fuggiasco lungo i corridoi tortuosi. Il poveretto concludeva dicendo che l'architettura di Gehry costituiva intralcio alla giustizia.
Ecco, se Ghery, anziché a Boccioni, si fosse ispirato a Mondrian…….

ettore maria ha detto...

infatti l'architettura di Gehry non fa testo. La ragione sta nel mezzo. Non si può guardare all'assoluta rigidità degli schemi "alla Mondrian" o all'assoluta mancanza di geometrie riconoscibili (seplicizzo) come in Gehry. Ambedue sono modelli che hanno perso di vista il contatto con la realtà, ambedue pensano di poter "razionalizzare matematicamente" a proprio modo il mondo ma, purtroppo per loro, non potranno mai trovare una soluzione corretta e universalmente accettata, poiché la propria visione è figlia dell'ideologia, e dista anni luce dal rapporto umano con l'ambiente.
Purtroppo per loro, il mondo è andato avanti benissimo da solo finché ha potuto fare a meno dello scientismo a tutti i costi, delle regole matematiche e dei processi industriali. Finché tutto è stato basato sull'esperienza costruttiva e sul buon senso, sono stati prodotti edifici e città che, a distanza di secoli, riescono ancora ad essere superfunzionali, con buona pace per le "visioni funzionaliste" di Le Corbusier e di tutti i suoi adepti ... basta scendere dal piedistallo su cui siamo saliti e ricominciare a "mischiarci nella folla", come suggeriva Léger a LC & co., basta saper ascoltare prima di pontificare, poi tutto può tornare a funzionare come e meglio di prima

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