Il comitato “Sarzana che Botta", molto attivo in rete oltre che in città, organizza il concorso di idee "Ri-pensiamo Via Muccini".
Per gli antefatti di questa vicenda rimando al sito del comitato e al ginopiarulliblog.
Questa iniziativa è di grande interesse per diversi motivi:
• un gruppo di cittadini si sono organizzati non solo per contestare un progetto urbano, come accade di frequente e rimanendo nella mera logica del no, ma vogliono proporre soluzioni alternative e valide per la loro città, dando un bell’esempio ai loro amministratori;
• il concorso è palese, cioè ogni concorrente apporrà in calce alle tavole nome e cognome facendo così cadere il velo dell’ipocrisia sul falso anonimato previsto dalle vigenti normative;
• la formula del concorso presenta, finalmente, la caratteristica fondamentale di affiancare alla giuria tecnica, una giuria popolare, scelta oltremodo coerente con il fatto che le indicazioni progettuali sono state date dal comitato stesso, cioè da un insieme di cittadini.
Il fatto più significativo e che più mi interessa è certamente la giuria popolare. Non so quali metodi di selezione e di scelta del progetto saranno adottai ma comunque andrà una cosa si può dire fin d’ora: il progetto sarà quello giusto, o almeno il più giusto tra quelli presentati.
Distillato purissimo di populismo? Neanche per sogno, è invece il risultato di una semplice constatazione e di un minimo di ragionamento: dato che la disciplina urbanistica, e la sua concreta attuazione e gestione, ha ormai toccato il fondo, avendoci consegnato città sempre più brutte, sempre meno città e sempre più periferie monofunzionali e prive di vita, da almeno 60 anni a questa parte, a fronte di procedure e leggi cervellotiche e astratte, il perseverare con la stessa logica, quella cioè di affidarsi, prima, agli esperti che appartengono indiscriminatamente, alla cultura modernista e, poi, alla politica e alla sua indifferenza rispetto alla qualità della città, è totalmente illogico e insensato. Non credo esista altro campo delle scienze sociali applicate che possa vantare una divaricazione così grande tra aspettative e risultati. I risultati contano, non i processi, e i risultati sono pessimi.
E dunque che decidano almeno i cittadini, detentori delle scelte per la loro città, veri e autentici proprietari, come comunità, come civitas, del diritto di decidere sull’urbs.
E poi, se la logica che governa l’architettura deve essere, come di fatto è, quella dello show, del successo, del consenso organizzato e guidato dall’alto che tanto alimenta il mito archistar, tanto vale che a determinare tale successo non siano i media e le riviste, ma la gente direttamente.
10 luglio 2010
"SARZANA CHE BOTTA" BANDISCE UN CONCORSO
Etichette:
Archistar,
concorsi architettura
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Etichette
Alemanno
Alexander
Andrés Duany
Angelo Crespi
Anti-architettura
antico
appartenenza
Ara Pacis
Archistar
Architettura sacra
architettura vernacolare
Archiwatch
arezzo
Asor Rosa
Augé
Aulenti
Autosomiglianza
Avanguardia
Barocco
Bauhaus
Bauman
Bellezza
Benevolo
Betksy
Biennale
Bilbao
bio-architettura
Bontempi
Borromini
Botta
Brunelleschi
Bruno Zevi
Cacciari
Calatrava
Calthorpe
Caniggia
Carta di Atene
Centro storico
cervellati
Cesare Brandi
Christopher Alexander
CIAM
Cina
Ciro Lomonte
Città
Città ideale
città-giardino
CityLife
civitas
concorsi
concorsi architettura
contemporaneità
cultura del progetto
cupola
David Fisher
densificazione
Deridda
Diamanti
Disegno urbano
Dubai
E.M. Mazzola
Eisenmann
EUR
Expo2015
falso storico
Frattali
Fuksas
Galli della Loggia
Gehry
Genius Loci
Gerusalemme
Giovannoni
globalizzazione
grattacielo
Gregotti
Grifoni
Gropius
Guggenheim
Hans Hollein
Hassan Fathy
Herzog
Howard
identità
Il Covile
Isozaki
J.Jacobs
Jean Nouvel
Koolhaas
L.B.Alberti
L'Aquila
La Cecla
Langone
Le Corbusier
Leon krier
Léon Krier
leonardo
Leonardo Ricci
Les Halles
levatrice
Libeskind
Los
Maffei
Mancuso
Marco Romano
Meier
Milano
Modernismo
modernità
moderno
Movimento Moderno
Muratore
Muratori
Musica
MVRDV
Natalini
naturale
New towns
New Urbanism
New York
New York Times
new-town
Nikos Salìngaros
Norman Foster
Novoli
Ouroussoff
paesaggio
Pagano
Palladio
Paolo Marconi
PEEP
periferie
Petruccioli
Piacentini
Picasso
Pincio
Pittura
Platone
Popper
Portoghesi
Poundbury
Prestinenza Puglisi
Principe Carlo
Purini
Quinlan Terry
Referendum
Renzo Piano
restauro
Ricciotti
riconoscibilità
rinascimento
risorse
Robert Adam
Rogers
Ruskin
S.Giedion
Sagrada Familia
Salingaros
Salìngaros
Salzano
Sangallo
Sant'Elia
scienza
Scruton
Severino
sgarbi
sostenibilità
sprawl
Star system
Stefano Boeri
steil
Strade
Tagliaventi
Tentori
Terragni
Tom Wolfe
toscana
Tradizione
Umberto Eco
università
Valadier
Valle
Verdelli
Vilma Torselli
Viollet le Duc
Vitruvio
Wrigth
Zaha Hadid
zonizzazione
1 commento:
Nelle città italiane, da quando si elegge direttamente il Sindaco, paradossalmente, i cittadini hanno perso importanza. Si pensava che l’elezione diretta avrebbe tolto i sindaci dalle pastoie dei partiti e che gli elettori avrebbero avuto una più diretta influenza sul governo urbano. L’altro elemento caratterizzante è stata la riforma delle responsabilità dei funzionari pubblici che hanno sostituito gli assessori in molte e importanti responsabilità. Alla prova dei fatti, si può constatare che acqua sporca e bambino sono stati, come al solito, confusi. Prima gli assessori avevano un minimo di verifica politica nelle commissioni comunali, nelle commissioni di partito e nelle elezioni amministrative. Ora i funzionari pubblici hanno una verifica soltanto rispetto a burocratiche leggi con buona pace per l’urbanistica. Prima l’urbanistica andava male. Ora va peggio. I politici, al massimo, possono gestire meri interessi collegati a gruppi economici con arrosti incredibili e la gestione dell’urbanistica è lasciata al buon cuore dei funzionari pubblici. Il rapporto coi cittadini è andato a farsi benedire. Qualcuna tenta di riappropriarsi dell’urbanistica. Forza Sarzana!
Alessandro Cinelli
Posta un commento