Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


25 aprile 2009

ANCORA LANGONE SULLA CHIESA DI FOLIGNO

Un'altra PREGHIERA del 3 giugno 2008 di Camillo Langone sul Cubo di Foligno ripescata grazie alla segnalazione di un amico.

Due link per vedere la chiesa:
1)
www.archiportale.com
2)
www.archiportale.com

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Il retrivo vetero-catto-conservatorismo di Camillo Longone comincia a stufare!

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Vilma, io non sono esperto di liturgia e dottrina ma, a stretto rigore logico mi sembra di capire che la contraddizione stia in Fuksas che, come si dice, predica bene e razzola male.
Mi sembra che, almeno in questo caso se non in altri, il vetero-catto-conservatorismo (definizione che Langone apprezzerebbe senz'altro)sia solo del neofita Fuksas.
Ciao
Pietro

Anonimo ha detto...

In realtà, Pietro, di Fuksas non me ne potrebbe importare di meno, è una questione di principio, in architettura (come in arte) si giudica l'opera e non l'autore.
A questo punto è superfluo che ti ricordi la chapelle di Ronchamp, opera laica, anomala, fuori dai dogmi liturgici, sulla quale esorterei Longone ad esprimersi.

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Sul fatto che si giudichi l'opera e non l'autore sfondi una porta aperta. La mia caparbia e anche un po' ottusa fissazione contro le archistar, i maestri e gli architetti-artisti in genere altro non è che il desiderio di portare alla luce, nell'improbabile tentativo di demolirli, gli infantili miti imposti dal mondo accademico, prima, e da quello dei media, poi. In architettura conta una sola cosa: l'architettura.
Il resto è mito, talvolta anche necessario e funzionale alla narrazione delle opere, il più delle volte inutile e fuorviante.
Appunto per questo una chiesa è una chiesa, non un edificio qualsiasi. Oggi il prof. Muratore su Archiwatch dice, con garbo e tranquillità, che la chiesa di Foligno è forse il miglior progetto di Fuksas e bisogna entrarci per rendersene conto. Non ho motivo per dubitarne, perché vi sono edifici in cui è sufficiente il progetto o le foto per apprezzarne la pochezza e ve ne sono altri in cui solo la presenza fisica può farne apprezzare le qualità.
Però una chiesa cattolica è destinata ad un determinato culto e, se coloro che professano quel culto dicono che la chiesa è sbagliata, vuol dire che il progetto è sbagliato.
Un'architettura non è bella "a prescindere" dallo scopo per cui nasce, non è un soprammobile.
O meglio, lo può diventare, ma dopo avere perso la funzione originaria per cui è stata progettata. Se la perde fin dall'inizio...è chiaro che c'è un errore.
Una chiesa come quella di Modena di Galantino potrebbe anche essere una buon progetto di palestra o di chiesa protestante, dove ciò che conta è l'assemblea, ma non è una chiesa cattolica.
Questa di Foligno di fuori sembra un inceneritore e, visto che non c'è nemmeno il crocefisso sarà bene che ci scrivano CHIESA a caratteri cubitali altrimenti ci andranno in pellegrinaggio...solo gli architetti.
Dentro, con tutte le riserve del caso per le osservazioni di Muratore, a me dalle foto dà l'impressione di uno spazio espositivo, con qualche suggestione (dato che non siamo mica a parlare di un pellegrino qualsiasi ma di Fuksas, sulle cui capacità professionali non discuto; ma conta l'opera e non l'autore).
Se non contano i simboli in uno spazio destinato al culto e al sacro dimmi te dove dovrebbero contare. E questa chiesa simboleggia della fine del sacro. Dirai: ma se è finito è finito. Può darsi, ma non per Fuksas che sembra anche convertito!
Quanto a far pronunciare Langone su Ronchamp puoi girargli la domanda sulla mail reperibile sul suo sito o sul Foglio.it.
Ciao
Piero

lycopodium ha detto...

Provo a suggerire una risposta al caso Ronchamp; l'ha data Sandro Benedetti. Riassumo come posso: bello, bellissimo, assolutamente sacrale, ma senza il "di più" cristiano, la gerarchizzazione degli spazi e delle coperture alla luce dei poli celebrativi (o di quelle che che Valenziano chiama "icone spaziali"), l'altare in primis!
cfr. http://www.stefanoborselli.elios.net/news/archivio/00000424.html

LineadiSenso ha detto...

pietro, l'intervista di fuksas che cita langone era una bufala inventata di sana pianta dal giornale che la pubblicò

robert

Anonimo ha detto...

ho letto la pagina segnalata da lycopodium che ha colmato molte mie lacune, il che non mi impedisce di fare un'osservazione da casalinga di Voghera: Ronchamp è bella e sacrale senza corrette gerarchizzazioni, come mai la maggior parte delle chiese riesce ad essere brutta e per niente sacrale con tanto di corrette gerarchizzazioni (basta girare un po' in periferia)?

Vilma

Anonimo ha detto...

sono architetto e cattolico. apprezzo da un lato la sintesi compositiva che fuksas ha raggiunto in questa Chiesa con la trascrizione quasi letterale della metafora luce-struttura e la sua caratterizzazione volumetrico spaziale. Non vedo nel freddo conglomerato cementizio un'offesa alla liturgia o uno strumento di propaganda anti-cattolica, come suggerito da Langone.
Una cosa manca e secondo me è essenziale: il progetto di una Chiesa è il progetto di una vita: nel suo farsi dovrebbe portarsi dietro la tenerezza e la ragionevolezza del serio e personale rapporto con il Mistero. La ricerca della bellezza non come sola opera dell'uomo, ma come ricerca di dialogo con la bellezza che è Altro dal nostro mondo. La liturgia dovrebbe stimolare l'architetto a confrontarsi con tutti i temi simbolici e sentimentali (nel senso profondo del termine)che entrano in gioco nel progetto di una Chiesa. Ecco in questo secondo me è mancato Fuksas: non può essere un disincantato approccio minimalista contemporaneo a risolvere lo spazio sacro di una Chiesa, ma una riflessione profonda sul significato e sul Significante che vi dimora, racchiuso e custodito nel tabernacolo.
Per il resto attendo ancora di visitarla: quello spazio bianco e vuoto sarà opprimente e muto, o emozionante e prezioso? la luce soffice e calda o fastidiosa e inopportuna? Di Chiese brutte costruite negli ultimi quarant'anni ce ne sono parecchie: quasi nessuna ormai viene decorata come le Chiese storiche che abbelliscono le nostre città: forse dobbiamo guardare fiduciosi al nostro tempo e, come progettisti, costruire Chiese che facciano veramente vibrare la nostra vita.

Andrea

Anonimo ha detto...

« Il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non un momento della storia della coscienza. L'esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato” (Mircea Eliade, 1968)

Mi pare che Andrea introduca un aspetto basilare nell’approccio al tema, sia da parte di chi progetta che da parte di chi fruisce la realizzazione: il ‘senso del sacro’, inteso come dimensione dell’esperienza umana, come ‘emozione’, così come lo concepisce Rudolf Otto, studioso della storia delle religioni, sperimentazione di ciò che egli chiama ‘numinoso’, affascinante, misterioso, non conducibile a regole e ordini liturgici o dogmatici.
E’ per questo che una chiesa perfettamente rispondente ai canoni ortodossi può essere priva di qualunque suggestione spirituale ed un’altra anomala e fuori riga può coinvolgere fino all’esaltazione, è la presenza del ‘numinoso’, che per essere tale non si deve assoggettare ad una ritualità palesata e codificata perché entrerebbe in conflitto con la sua stessa essenza, esso è trascendente, totalmente libero e indeterminabile, slegato dall’ortodossia della fede (come affermano Neuman e Jung) e tanto meno da quella dei suoi luoghi.
La perfezione sta nella sintesi tra “tutti i temi simbolici e sentimentali (nel senso profondo del termine)che entrano in gioco nel progetto di una Chiesa” e si capisce come questa parola, ‘sentimentali’, introduca un elemento di forte destabilizzazione, perché i sentimenti sono mutevoli, e le regole liturgiche no, i sentimenti hanno un’alta componente soggettiva, le regole no, ecc….

Che dici, Pietro?

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Vilma, questa chiesa di Fuksas mi porta male, lo sento, esercita un influsso negativo.
Come al solito io svolgerò il ruolo che mi si confà meglio e cioè quello che richiama alla realtà.
"L'esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato". Di questo io ne sono assolutamente convinto...senza avere letto prima questa definizione. Io ho sempre pensato, poiché non ho il dono della fede (e io lo considero un dono), che Dio è una necessità umana e dico sempre, ad un amico laicista e mangiapreti, che il suo atteggiamento è stupido e irrazionale, perché anche se la figura di Gesù fosse, per assurdo, il parto di una invenzione umana, è come se fosse esistito perché ha cambiato, in meglio l'umanità.
Si può cioè affermare serenamente che Gesù ha modificato il corso della storia, che sia figura storica o fantastica.
Ma perché e come l'ha cambiata in meglio? Perché quella figura e i suoi precetti sono diventati religione e poi Chiesa che ha radunato intorno a sé i fedeli per fare loro da guida spirituale.
Senza una gerarchia c'è l'interpretazione personale, il rapporto diretto con il divino ma, mancando la mediazione, manca la guida che è anche dialogo e confronto e sono così possibili tutte le interpretazioni, fino a quelle più pericolose ed estreme. E bada che nel campo religioso si possono veramente generare mostri.
In nome di Dio si possono compiere e si sono compiute le atrocità più grandi.
Chi si professa cattolico non può non stare dentro la Chiesa, può dare interpretazioni diverse ma non contestarne i fondamenti. La teologia, appunto, è questo, è la ricchezza della chiesa.
Poi ognuno ha la sua sensibilità per cui, tornando al tema, possono entrare in gioco nel progetto di una Chiesa i temi "sentimentali", che come dici te sono individuali e quindi destabilizzanti, ma non fino al punto di fare ognuno la "sua" propria chiesa altrimenti si esce dalla religione cattolica per abbracciarne un'altra. Ognuno è libero di farlo ma non facendosi pagare la notula dai credenti cattolici per poi fuorviarli.
Con questo non voglio affermare in assoluto che la Chiesa di Foligno non sia cattolica, dico che a me sembra abbia poco di cattolico.
Ciao
Piero

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