Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


9 aprile 2009

Salìngaros, Piano casa e Archistar



Sul Piano casa segnalo questi due articoli su Il Domenicale di Nikos Salìngaros e Matteo Tosi

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, d'accordo.
Ma quei poveri str***i che, come me, una casa non ce l'hanno (e per i quali l'aumento del 20% di 0 corrisponde comunque a 0) e non riescono neppure ad accendere un mutuo (visto che le banche, nonostante tutti i soldi ricevuti dallo stato, non sborsano più un quattrino, a meno che tu non abbia già tanti soldi (e allora perchè chiedere un mutuo?) o una casa di proprietà da mettere in garanzia (e ritorniamo al punto sopra)) che cosa devono dire?
E pensare che neppure pagherei il progettista :)
In più, in quanto ingegnere, non ho neppure la sicurezza che qualcuno si rivolga a me, visto che basterà un'autocertificazione (sic!) del primo disposto a fornirla (chi farà più i calcoli a questo punto? Dai, non nascondiamoci dietro un dito...).
Credo che la norma non sia sbagliata di per sè, ma lascia fuori tutta una fetta di popolazione (e sono tanti) che, come al solito, rosica e rimane a guardare "gli altri che possono".
Scusa per l'ivettiva, ma comincio a non poterne più...
A presto
Matteo

Pietro Pagliardini ha detto...

Matteo, tu hai le tue ragioni ma devi anche pensare che il 20% è a costo ZERO per lo Stato ed è un'opportunità non un obbligo.
Capisco lo sfogo ma anche gli incentivi sulle auto, per dirne una, sono validi solo per chi ha un'auto vecchia. Se uno non ce l'ha, niente incentivi.
Piuttosto ho visto ora il tuo ultimo post che io almeno interpreto come una forma di rispetto contro il gran chiacchericcio mediatico di questi giorni.
Se è così sono assolutamente d'accordo con te. Anch'io mi sono reso conto che qualunque cosa stessi scrivendo cadeva inevitabilmente sul terremoto e mi sono dato una pausa.
Saluti
Pietro

Anonimo ha detto...

Si, è proprio questo che intendevo.
Grazie
Matteo

P.S. ecco, manco gli incentivi sull'auto riesco a prendere... :,(

Anonimo ha detto...

Caro Pietro, concordo con qunto dici e ti riferisco un'esperienza personale, a dimostrazione del fatto che la decadenza delle nostre periferie occidentali è un frutto amaro delle teorie architettoniche imperanti.
Sono stato in Marocco, e attraversando questi piccole meravigliose cittadine affacciate sulla strada, intonacate tutte dello stesso colore delle rocce circostanti, ho trovato una totale continuità e coerenza: erano cittadine anche di recente esapnsiaone ma non c'era tra il nuovo e il vecchio alcun salto sgradevole di stile, QUINDI NON ESISTEVA UNA PERIFERIA, perché evidentemente da quelle parti si costruiva ancora in continuità con il passato senza porsi problemi.
Ogni tanto però, ahimé, ecco un edificio in cemento armato, in stile moderno, un vero cazzotto nello stomaco. Evidentemente un ragazzo del posto era andato in città, aveva studiato architettura all'università ed era tornato con le solite velleità moderniste! Brutti tempi si avvicinano anche per i paesini del Marocco! Presto anche da loro si riconosceranno le periferie dai Centri storici!
Saluti, tuo Urbano Effetti

Pietro Pagliardini ha detto...

La mia esperienza in Marocco è stata fulminea, nel senso che mi sono ammalato e sono dovuto rientrare d'urgenza ma, avendo fatto molti chilometri in auto con due amici architetti, ho avuto anch'io la tua stessa sensazione. Ripeto, sensazione e nulla più.
Ho visto molta coerenza e civiltà in moltissime costruzioni recenti. Non so dire se quei progetti fossero di architetti ma certamente era talvolta difficile distinguere il vecchio dal nuovo, per cui opterei per il no.
Saluti
Pietro

LineadiSenso e San Remo... ha detto...

nostalgia... nostalgia... canaglia...

questo povero, brutto e disordinato mondo moderno... eh sì, che bei tempi, quand'eravamo come il marocco. quando "abitare costruire e pensare eran la stessa cosa". e chi ha fatto scoppiare 'sta unità? ecchecavolo! ma che domande sono queste? gli architetti no? se non fosse stato per gli architetti le donne sarebbero al loro posto: a cucinare e stirare! cazzarola! altro che minigonne, diritto di voto e altre stupidaggini relativiste! a casa, a metter a cuocere mattoni crudi che appena arriva mastro-costruttore-maschio si decide come cavolo si deve abitare!

ma poi, che male c'è ad esser nostalgici del centro? nessuna. ma, almeno, si riuscisse a capire da dove deriva 'sta perdita (del centro) che sennò continuate a cantare serenate... però sbagliando balcone :-)

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Lo so che la perdita del centro non è colpa degli architetti, ma il fatto è che molti di essi non hanno neppure la consapevolezza che prima c'era un centro e oggi ce n'è più d'uno e, talvolta, non sanno nemmeno cos'è il centro da un punto di vista geometrico.
Hanno solo la stupidissima idea che l'aver frequentato 5 anni di università abbia dato loro la patente di artisti e di geni creatori e non immaginano nemmeno che fare un progetto in Marocco sia un po' diverso che farlo in Germania. Non bisogna mica filosofeggiare molto per capire questo! Mi sembra che faccia parte dei fondamentali.
Incredibile a dirsi, ma lo dice perfino Rem Koolhaas perché lui lo sa, a lui lo hanno insegnato, lui trasgredisce sapendo di trasgredire.
Dunque, robert, non lamentarti delle villettopoli delle tue zone.
Saluti
Pietro

LineadiSenso vien dalla città diffusa in sul calar del sole ha detto...

pietro... ma non ti sfiora nemmeno lontanamente l'idea che nel nostro paese il 94% delle costruzioni le hanno fatte figure professionali che non sono iscritte all'albo degli architetti? di questo 94%, l'80% le hanno fatte i geometri, il restante 14% gli ingegneri. tu dirai, e l'urbanistica? beh... qui mi sfuggono i dati ma vivo in un comune dove il prg l'ha fatto un ingegnere, 3 dei 6 comuni confinanti hanno anche loro il prg fatto da un ingegnere, per un totale di 4 prg su 10 fatti da ingegneri.
e queste cose te le sta dicendo uno che prima di esser architetto s'è diplomato geometra e sa benissimo cosa studiano i geometri. anzi, ancor peggio: sa benissimo cosa NON studiano :-)

mi spiace dover citare dati, ma quando si semplifica tutto dicendo: "non lamentarti della villettopoli", mi tocca ricordare con numeri oggettivi chi l'ha costruita quella villettopoli

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Robert, se vuoi sapere come la penso fino in fondo credo che se le villette fossero state fatte da architetti sarebbero state peggiori. Il geometra ha due possibilità: o è ignorante e fa delle oscenità scopiazzate (dalle architetture degli architetti) o si affida ai manuali Hoepli e allora fa meno danni, come accadeva fino a qualche anno fa. I geometri poi hanno la dote di essere duttili perché non hanno una cultura forte e perché sono concreti: se dai loro norme rigide tipologiche e morfologiche le rispettano. Le norme, però, le fanno gli architetti.
Anche i geometri, i cui insegnati sono architetti o ingegneri, hanno comunque respirato l'aria culturale delle creatività e della libertà. Ma quella cultura non è la loro, parte sempre dalle stesse fonti: il Bauhaus , Mies, LC.
Quanto ai piani, mi spiace, ma tre dati non fanno una statistica: qui da noi sono tutti architetti. Le Regioni sono piene di architetti, le province ugualmente. I comuni non scherzano.
Una volta qualche ingegnere si vedeva anche, adesso non più. Ma non conta niente il titolo, conta la cultura dominante e quella, al solito, è la nostra.
Non si sfugge da questa responsabilità, non è attribuibile ad altri è, semmai, da dividere con la politica.
Saluti
Pietro

LineadiSenso si tura il naso e vota dc ha detto...

eheheh, certo che voi in toscana siete proprio "indietro" rispetto a noi eh? :-)

vien da 'ste parti... pietro, ti faccio conoscere un po' di geometri che in quanto a capacità di adattarsi a mode e brand-architecture son geniali. ah, petta, vero, è colpa dei "cattivi maestri", hai ragione. strano però, i cattivi maestri qui nel veneto son usciti tutti dallo iuav di venezia, università che ha messo in crisi il movimento moderno 30-40 anni fa. ti ricordo che qui passò pure il muratori che tu continui a citare e ci sta pure il tentori che hai usato per scagliarti con corbu, senza elencarti tutti i progettisti che "non si potevano definirsi postmoderni perchè non erano mai stati moderni". a ciò si unisce una regione bianca e non rossa (50 anni di dc al 60%) che se lo vien a sapere il buon rupi (quello del post anti-bolsevico) rischiamo che ce la indichi come esempio di ottima pianificazione :-)))

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

robert, di prof. dello IUAV di cui ho una stima incondizionata, come architetto intendo, io conosco Gino Valle, che purtroppo non c'è più. Avrei un altro nome da farti per citare l'esempio opposto, ma sarebbe un caso personale e voglio evitare.
Quanto a Muratori, per codesto, è passato anche da Firenze, ma questo non ha cambiato le cose. Salvo la presenza di una scuola che però non è certo dominante.
Non fermarti alla superficie delle cose. Ci sono certamente in giro docenti e architetti che sanno insegnare e sanno progettare secondo le regole dell'architettura, e ce ne sono anche molti più di quanto non appaia ma quello che conta è il messaggio mediatico e quello educativo che passa e che è prevalente.
Fai una prova semplicissima, per una settimana compra i magazines allegati ai vari giornali e guarda che foto ci sono e che cosa c'è scritto. E' vero che gran parte di quello che c'è in queste riviste sono sciocchezze della serie "tutto riempie" però, guarda un pò, a riempire sono sempre le stesse cose.
Oppure fatti un giro in internet, in qualsiasi sito che tratti di architettura e design. Solo roba di "tendenza".
Ma davvero non te ne sei reso conto! Siete sempre così attenti ai monopoli televisivi e poi non vi accorgete di questo! Non posso crederci davvero!
E a proposito di TV, idem, su tutte le reti indifferentemente, salvo qualche programma di nicchia alle ore più impensabili (oggi mi hanno detto che c'è stato Portoghesi alle 14,00, t'immagini te che code a guardarlo) su qualche RAI strana o su qualche canale satellitare.
robert, ti consiglio di leggere il commento di Riccardo lasciato sul mio ultimo post perchè è illuminante. E' un giovane studente figlio di un mio amico architetto, molto, molto bravo, e ci racconta qualcosa proprio su quest'argomento.
Saluti
Pietro

lineadisenso ha detto...

http://www.iuav.it/Didattica1/pagine-web/facolt--di/Marina-Mon/materiali-/index.htm

rob

Pietro Pagliardini ha detto...

Rob, il commento è telegrafico ma l'allegato....ci vuole un week end.
Saluti
Pietro

Etichette

Alemanno Alexander Andrés Duany Angelo Crespi Anti-architettura antico appartenenza Ara Pacis Archistar Architettura sacra architettura vernacolare Archiwatch arezzo Asor Rosa Augé Aulenti Autosomiglianza Avanguardia Barocco Bauhaus Bauman Bellezza Benevolo Betksy Biennale Bilbao bio-architettura Bontempi Borromini Botta Brunelleschi Bruno Zevi Cacciari Calatrava Calthorpe Caniggia Carta di Atene Centro storico cervellati Cesare Brandi Christopher Alexander CIAM Cina Ciro Lomonte Città Città ideale città-giardino CityLife civitas concorsi concorsi architettura contemporaneità cultura del progetto cupola David Fisher densificazione Deridda Diamanti Disegno urbano Dubai E.M. Mazzola Eisenmann EUR Expo2015 falso storico Frattali Fuksas Galli della Loggia Gehry Genius Loci Gerusalemme Giovannoni globalizzazione grattacielo Gregotti Grifoni Gropius Guggenheim Hans Hollein Hassan Fathy Herzog Howard identità Il Covile Isozaki J.Jacobs Jean Nouvel Koolhaas L.B.Alberti L'Aquila La Cecla Langone Le Corbusier Leon krier Léon Krier leonardo Leonardo Ricci Les Halles levatrice Libeskind Los Maffei Mancuso Marco Romano Meier Milano Modernismo modernità moderno Movimento Moderno Muratore Muratori Musica MVRDV Natalini naturale New towns New Urbanism New York New York Times new-town Nikos Salìngaros Norman Foster Novoli Ouroussoff paesaggio Pagano Palladio Paolo Marconi PEEP periferie Petruccioli Piacentini Picasso Pincio Pittura Platone Popper Portoghesi Poundbury Prestinenza Puglisi Principe Carlo Purini Quinlan Terry Referendum Renzo Piano restauro Ricciotti riconoscibilità rinascimento risorse Robert Adam Rogers Ruskin S.Giedion Sagrada Familia Salingaros Salìngaros Salzano Sangallo Sant'Elia scienza Scruton Severino sgarbi sostenibilità sprawl Star system Stefano Boeri steil Strade Tagliaventi Tentori Terragni Tom Wolfe toscana Tradizione Umberto Eco università Valadier Valle Verdelli Vilma Torselli Viollet le Duc Vitruvio Wrigth Zaha Hadid zonizzazione