Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


6 agosto 2008

"IO L'AVEVO DETTO.."

Oggi faccio la ruota come un pavone perchè....Gregotti è d'accordo con me!

Oddio, lui probabilmente, anzi sicuramente, non lo sa di essere d'accordo con me però io lo so e il mio ego ne gode fortemente.

Ognuno ha le sue debolezze!

Sul Corriere della Sera di ieri 5 agosto Gregotti ha scritto un articolo dal titolo "Caro Koolhaas, basta slogan", dove rileva, più o meno, le stesse contraddizioni che avevo già rilevato nel mio post L'ANTICA GRECIA, LA CINA, DUBAI E REM KOOLHAAS.

"Io l'avevo detto" non è una bella espressione ma... d'estate, si sa, i freni inibitori tendono ad allentarsi. Inoltre, dopo un vivace scambio di battute con un nobile architetto su Archiwatch, mi ci voleva proprio qualcosa per tirarmi su e dare anche a me qualche mezzo quarto di nobiltà.

Bella è la conclusione di Gregotti: "senza smarrirsi nella società dello spettacolo, nella nuova retorica mediatica dell' architetto artista che agisce al di là di ogni specificità disciplinare, credendo invece criticamente proprio nell' utopia di un' architettura della città dei cittadini e parlando con le opere di ciò che solo l' architettura può dire". Una prosa un pò involuta, come al solito, ma insomma si capisce cosa voglia dire. E anche questo richiamo alla città dei cittadini, che è un tema di questo blog, è da condividere. Inoltre è chiara la denuncia di un'architettura che è assimilata a produzione di oggetti di design nelle città.
Semmai mi sembra che manchi a Gregotti la percezione dell'esatta dimensione della potenza di un sistema che si permette di fare ciò che vuole e di criticarsi allo stesso tempo, con un cinismo e una sfrontatezza assoluta.

Io invece non ho capito bene se è anche Gregotti ad averci ripensato o se, come probabile, mi sono perso qualche passaggio. Inutile sottilizzare.

Certo resta un rimpianto: se Gregotti, con la sua autorevolezza, avesse parlato sempre in modo più forte e chiaro contro l'architettura degli archistar, senza troppi pudori snobistici nel pronunciare questa parola, che è in sè una denuncia, forse avrebbe contribuito a fare più chiarezza.

Pietro Pagliardini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come è stato confirmato negli Stati Uniti, i blog addesso sono alla vanguardia di ogni sviluppo intellettuale, e dopo le idee vanno diffuse nella media formale. Così questo blog è veramente alla vanguardia nel parlare del futuro architettonico italiano.

Sono contento che, lentamente, voce ogni volta più autorevoli seguono le idee già esposti in questo (e altri) blog. Non è una questione di copiatura delle idee o delle parole -- invece quello scritto qui aiuta per define il debattito. Dentro del dibattito comincia un fermento delle idee veramente intelligenti.

Saluti,
Nikos

Pietro Pagliardini ha detto...

A Nikos.
Credo che, per quanti pochi possano essere i contatti, le idee bisogna farle girare. Poi, in base al principio delle reti, non è affatto impossibile che acquistino una risonanza più ampia di quanto si possa immaginare.
Per questo è importante fare incursioni anche negli altri blog e "provocare" con commenti non del tutto scontati.
Da noi c'è la tendenza al lamento, ad un rassegnato "è tutto sbagliato, è tutto da rifare" ma c'è spesso la paura di proporre per paura di sbagliare, per non apparire "ignoranti" o fuori moda.
Questa paura caratterialmente non mi appartiene: se dico scemenze (e ne dico) accetto critiche, e discuto, solo se argomentate, viceversa persevero caparbiamente.
Il mestiere dell'architetto è quello di fare progetti e progettare vuol dire analizzare e guardare avanti quindi, se la situazione attuale non piace, e non piace neanche a me, bisogna cercare un'altra strada, non limitarsi a dire che questa è sbagliata. Il critico ha un compito, l'architetto per sua natura ne ha un altro e "deve" trovare una soluzione al problema. Come il matematico, d'altra parte.
Di qui la mia caparbietà e forse anche la tua.
Un grato saluto
Pietro

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