Mauro Andreini, un architetto che nei suoi progetti riesce a far coesistere una forte originalità personale con richiami evidenti alla tradizione, ha scritto per presS/Tletter di Luigi Prestinenza Puglisi un articolo sugli intellettuali gustoso e acuto che linko molto volentieri.
Un dubbio mi rimane rispetto a quanto egli scrive: ma esistono ancora gli intellettuali? O meglio, sono proprio quelli che Mauro descrive gli intellettuali nostrani? Infatti, più andavo avanti nella lettura e più mi rendevo conto che Mauro ci racconta di soggetti che fanno parte del mondo dei media, dello spettacolo e della politica e che noi inquadriamo nella categoria intellettuali per il solo fatto che sono loro stessi a fregiarsi di questo appellattivo.
Non che prima, negli anni '70, fosse molto diverso, a onor del vero, ma il fenomeno era più oscuro, velato e non così evidente come lo è oggi. Forse, tra tanti difetti, la sincera passione civile di pochi contribuiva a far apparire migliori i molti. I vizi che Mauro descrive sono gli stessi di quelli di allora ma in forma di copia sbiadita e parodistica, una rappresentazione imperfetta dell'idea originale, anch'essa peraltro assai mitizzata.
Voglio forse dire che l'intellettuale non esiste? No, voglio dire che gli intellettuali veri a questo punto non possono essere che quelli che non appaiono o che appaiono solo saltuariamente, quelli che non lo fanno per mestiere, un prodotto di nicchia insomma.
Quindi Mauro, non li invitare al bar, perchè ci rimetteresti solo una bevuta in cambio di poco.
Il rapporto conflittuale tra l'intellettuale e il Bar dello Sport
9 marzo 2012
MAURO ANDREINI SUGLI INTELLETTUALI
di Mauro Andreini
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