Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


1 marzo 2011

SCAMPIA, ULTIMA FERMATA

Salvare le vele di Scampia, perché un’opera di Franz Di Salvo non può essere liquidata in questo modo! Certo, salvarla perché l'architetto da solo (con tutto il rispetto per la persona) vale più di tutti coloro che abitano a Scampia.
Un bel convegno, una campagna stampa e una rimpatriata tra compari di una compagnia di giro riuniti sotto la sigla “kultura italiana”, benedetta pure dal Sovrintendente, e chissenefrega degli abitanti.
Che vogliono di più dopo che ci hanno girato perfino il film Gomorra! Sono comparse nella storia del cinema! Anzi, allo Zen giriamoci un bel film sulla mafia, a Corviale un altro sulla banda della Magliana e la trilogia è completa. Un regista impegnato per un bello sceneggiato TV pagato con il canone si trova sempre e l’anno prossimo a Sanremo una comparsata è assicurata.
Qualche intervista, una trasmissione di Annozero con la gente che grida quanto si vive bene in quelle utopie realizzate, tanto per attualizzare l’opera e contestualizzarla nel dibattito politico.
E c'è chi dice che non esiste l'egemonia kulturale!
Maria Stella, non sarai stata troppo generosa?

16 commenti:

ettore maria ha detto...

è a dir poco assurdo che si possa continuare a difendere certe realtà .. chi lo fa ovviamente non ci vive. Ieri sono stato allo ZEN, vi assicuro che non è piacevole attraversarlo nemmeno in auto! Ho pensato che questa potrebbe essere la peculiarità che gli può far ottenere un vincolo da parte della soprintendenza, che ne dite?
Ciao
Ettore

Anonimo ha detto...

Tanto livore per nulla.
Il problema non è la "kultura" ma il duopolio culturale imperante che soffoca ogni voce autenticamente originale e impedisce un confronto critico. Sulla questione architettonica bisognerebbe fuggire da ogni pregiudizio politico: siamo tutti d'accordo che certe utopie hanno concorso in qualche misura al degrado locale, ma è altrettanto vero, a mio avviso, che spesso le cause sono state extraarchitettoniche. Puntare il dito contro il presunto colpevole è uno sport molto poco costruttivo che a me pare solo sterile.
Davvero le cause del fallimento sono tutte nel progetto? Lo chiedo senza conoscerne la risposta, ma per puro amore di conoscenza.

L.B.

Pietro Pagliardini ha detto...

Ettore, so che la tua conferenza allo Zen ha avuto successo ma mi auguro che la tua proposta provocatoria non valga per tutte le soprintendenze. Almeno c'è da sperarlo.
A L.B. dico che se non si capiscono le cause è inutile gridare allo scandalo. Tu parli di cause extra architettoniche e io credo che sia vero, solo che io penso che siano cause "politiche" e ideologiche precise. Ettore non la pensa come me. Questo non significa immaginare che le amministrazioni di destra siano esenti dagli stessi difetti di quelle precedenti, tutt'altro, spesso sono anche peggio. Vedi la smania della spettacolarità, i grattacieli, l'affidarsi all'effimero e al provvisorio, piuttosto che fare un ragionamento serio sulla città.
Ma la kultura, col k, italiana, quella che occupa i posti di potere, è quella della strategia togliattiana dell'egemonia kulturale. E' una constatazione facile che non richiede grande impegno per capirlo. Mussolini aveva capito per primo che il cinema, vale a dire i mezzi di comunicazione, era la strada migliore per indottrinare: La cinematografia è l'arma più forte è un famoso slogan del tempo.
http://billiconedi.myblog.it/archive/2008/07/17/il-cinema-nel-periodo-fascista.html
La sinistra ha saputo utilizzare al meglio questa felicissima intuizione, rendendola sistematica e allargandola ad ogni campo. Compresa l'architettura e soprattutto all'urbanistica, utilizzando naturalmente quelle idee che ideologicamente meglio si confacevano allo scopo, cioè quelle che consideravano i cittadini oggetti da educare (LC scrive che la gente deve essere educata ad abitare!!!).
Tutto qui. Il livore, come lo chiami te, nasce dal fatto che non serve un convegno per stabilire che le vele di Scampia sono da demolire. Il convegno serve a dichiarare la possibilità che possano esistere altre soluzioni e a dare a quel progetto dignità.
Che ci vadano ad abitare lor signori, compreso il soprintendente.
Ciao
Pietro

memmo54 ha detto...

Se non ricordo male, qualche anno addietro, una vela fu demolita tra la soddisfazione di tutti.
E’ cambiato qualcosa nel frattempo ? Si pensa forse di ricostruirla com’era e dov’era ?
saluto

memo54 ha detto...

Sul ruolo delle soprintendenze l’impressione è che, avvicinandosi alla soglia dei 60 anni di vita, ogni bizzarria passata per riviste e giornali ed incensata della critica si avvii a diventare un testimonianza imperitura della confusione: unico concetto realmente assodato.
Il consiglio, per gli interessati e per chi non l’avesse già fatto, è adoperarsi, anche a pagamento, perché le proprie opere abbiano visibilità e siano inserite tra le impedibili testimonianze dell’epoca.
Saluto Ancora
P.S.: Con sommo raccapriccio ho scoperto, mesi fa, che la sede della CRF, ossia quella specie di sofisticato ma accogliente capannone industriale incollato ai resti di palazzo Pucci, affaticato da inutili ballatoi e doppie altezze, condito da patetici dettagli in legno e pietra, è già consacrato a San Moderno !

Pietro Pagliardini ha detto...

Non credo che da quella demolizione sia cambiato niente, almeno nella percezione generale. Forse è cambiato, almeno in parte, il clima culturale che, tra mille difficoltà, si sta orientando verso l'eliminazione di quegli orrori. E credo sia scattata, come riflesso condizionato, la reazione, la difesa di qualche baluardo.
Pensare che in Europa di queste demolizioni ne avvengono a decine come un fatto normale. Non abbiamo fatto ancora i conti con il nostro passato recente, non abbiamo ancora riconosciuto l'errore; se lo facessimo tutto apparirebbe più normale e sarebbe più semplice e molto meno inutilmente traumatico come accade oggi.
Tra l'altro qualche giorno fa c'è stato a Palermo un incontro di E.M. Mazzola, organizzato dall'architetto Ciro Lomonte, sullo Zen, in cui ha presentato il suo progetto per il Borgo Corviale, che ha incontrato grande attenzione proprio da un Consigliere comunale PD del Comune di Palermo, l'Avv. Nadia Spallitta che si è dichiarata entusiasta. Questo quanto scrive nel suo sito:
http://www.nadiaspallitta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1810&Itemid=1
Evidentemente l'avvocato Spallitta ha fatto i conti con il passato, o forse, data la sua età, non si è nemmeno posta il problema.
Sono agli antipodi dalle sue idee politiche dichiarate nel sito, ma evidentemente su scelte concrete, se non ci si mette di traverso l'ideologia, si può dialogare serenamente.
Su quell'incontro ritornerò quando avrò una documentazione più dettagliata.
Ciao
Pietro

LdS ha detto...

caro pietro, un post infarcito della peggior ideologizzazione stile feltri-sallusti era da un bel po' che non lo partorivi...
complimenti, sei tornato in forma.

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Grazie robert, lo prendo come un complimento.
Ma che vuoi, non è merito mio, è che io conosco i miei polli, visto che li ho frequentati attivamente, prima, e li frequento tutt'ora, ma solo per amicizia personale.
E quando scatta la reazione (reazione in ogni senso) ne conosco la molla.
Faccio presente che i conti con la storia, con la loro storia, i più non l'hanno fatta. Non hanno mai ammesso l'errore, non hanno mai detto: siamo stati comunisti e abbiamo compiuto un errore imperdonabile. No, sono sempre lì, a parte i defunti e i "rinnegati" (Ferrara, Pansa, Colletti -che però non c'è più-, ecc.) e dicono anzi di non essere stati proprio comunisti ma "diversi".
I conti con la storia invece tornano sempre, anche a lunga distanza.
Poi, certo, c'è anche l'ideologia modernista, ma è una derivata seconda, è l'abito di taglia perfetta per quel pensiero. E' il modernismo all'italiana, diverso da quello americano, più in stile sovietico direi, ma una taglia sotto.
Ciao
Pietro

Domani è carnevale ha detto...

vabbè, contento tu pietro. a me, mescolar mafie, annozero, abbonamenti rai, modernismo, comunismo, destrume che si porta dietro geni stalinisti e urbanistica mi par solamente un gran casino e nulla più.

robert

ettore maria ha detto...

quello che mi sfugge è il perché serpeggi sempre una vena polemica tra alcuni lettori. Come è possibile che, anche quando si parla di luoghi simbolo della perversione mentale dei loro autori, e conseguentemente, di luoghi che generano un disagio sociale unanimente, e scientificamente, dimostrato, c'è sempre voglia di accusare di lettura ideologica l'autore del post ... ma per caso c'è qualcuno tra i lettori vorrebbe andare a vivere a Scampia?

LdS ha detto...

Ettore, scusami, ma te lo sei letto il post in questione? ti sei accorto cosa mescola? ma tu come lo chiami il confonder la cosiddetta cultura con la K, Annozero, Gomorra, l’abbonamento Rai e lo sceneggiato Tv sulle mafie con un discorso prettamente urbanistico e architettonico? Non sei stato tu tempo fa a richiamare Pietro sul fatto che dipingere una città di destra migliore di quella di sinistra non sta in piedi? E poi… chi ha iniziato ad abbattere le Vele? Un sindaco di destra? No, uno di centrosinistra, anzi, di più: di sinistra, un certo Bassolino che era dei DS e che anni fa aveva pure la tessera del PCI. E mi sembra che anche a Roma i “corridoi” abbia iniziato o avesse previsto di demolirli Veltroni, o sbaglio? E stranamente queste cose Pietro non le cita, invece si ingegna e metter in relazioni il fatto che qualcuno voglia salvare le Vele con argomenti che appartengono ai più disparati ambiti della nostra società senza, ovviamente, nemmeno cercar di spiegarne il motivo in quanto, per fortuna, un motivo non c'è.
Ettore ti invio, a rileggere il post, e a rileggerti anche il mio commento. Nel post troverai tutta la confusione che ti ho elencato e capirai perchè è infarcito di ideologia. Nel mio commento non troverai riferimento alle Vele in quanto non era quello il mio obiettivo e, sinceramente, spero proprio tu non sia disposto a mettere in disparte l'onestà intellettuale delle posizioni per raggiungere il tuo scopo.
Rispetto al tema della città certi post fanno assai più danni di un commento di un lettore che, interessato all'argomento, si trova in mezzo a ipotesi estremamente politicizzate e faziose e invece di avvicinare gli architetti al tema li allontana. Rivolgi i tuoi appelli ad una visione più serena e distaccata dalle polemiche a Pietro, è assai più utile per il tuo obiettivo.

Se poi il tuo commento è riferito anche ad un mio intervento in cui vi ho definito dei “piccoli zeviani”, cercherò, appena ho tempo, di spiegarmi meglio in quanto la questione richiede un intervento più articolato. Accenno solamente che noto in certi modi di leggere la realtà e gli eventi un’eco assai forte di Zevi. E siccome per me Zevi era iperideologico… l’equivalenza sorge spontanea (al di là che la lettura della realtà sia modernista o tradizionalista).

Robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Ettore, mi raccomando, non confonderti con l'iperideologizzato Pietro e vedrai come le tue idee saranno come d'incanto accolte!
Se non fosse detta da te robert, mi sembrerebbe uno di quei "consigli" tipo il Padrino.
Robert, le tue analisi politiche non sono proprio infallibili dato che, per tornare ad un vecchio discorso, ho letto che la Lega chiede al PDL, per fare le giunte insieme, di impedire nuovi centri commerciali. Sarà solo un episodio, ma è una tendenza che io, se ben ricordi, avevo individuato come coerente con la natura stessa di quel movimento, più che partito, e che tu mi contestasti in maniera sprezzante.
Staremo a vedere.
Ciao
Pietro

LdS ha detto...

pietro, per favore non divaghiamo.

a costo di ripetermi: il mio commento in questione non riguarda analisi politiche. riguarda l'analisi del tuo post. un post in cui prendi gli obbiettivi in parte raggiunti di una parte politica (quella con K) e, con un gioco confusionario e degno del peggior giornalismo in voga, rimescoli le carte arrivando a dare l'impressione che chi non vuole raggiungere del tutto quegli obbiettivi sia la stessa parte politica (sempre quella con la K) e insinui l'impressione che se fosse per la parte avversa i risultati si otterrebbero con la bacchetta magica.

pietro, questa non è solo ideologismo, è scorrettezza e disonestà intellettuale.

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

robert, allora non vuoi proprio capire! Io ho spiegato più volte il mio punto di vista e tu travisi completamente e interpreti: affermare, come io faccio, che la cultura urbanistica prevalente e dominante è figlia, in Italia, della sinistra che ha fatto propria l'ideologia modernista perché vi è grande affinità tra le due ideologie profondamente antidemocratiche, non è DISONESTA' INTELLETTUALE ma un mio libero pensiero, tra l'altro abbastanza diffuso ed evidente, salvo essere fortemente miopi!
L'urbanistica l'hanno fatta Comuni e Regioni che fino a qualche anno fa erano, nella stragrande maggioranza dei casi, sotto il governo della sinistra. Questo è un dato e non un'impressione mia.
Le leggi 865 e 457 che hanno improntato di sè l'edilizia residenziale pubblica con forti ricadute sulla redazione dei piani PEEP sono figlie di un periodo storico dominato dal pensiero di sinistra nella sua variante italiana chiamato catto-comunismo.
Tutti qurgli interventi oggi giustamente definiti eco-mostri sono stati voluti, pensati e progettati da persone di sinistra. I nomi li conosci anche te. Ma i PEEP di quasi ogni città sono informati dalla stessa ideologia politico-urbanistica.
E non citarmi il tuo Veneto come eccezione perchè Rosy Bindi, allora DC (di sinistra) è stata inviata come commissario del suo partito nella tua regione, non ricordo a quale livello territoriale.
Queste non sono osservazioni ideologiche, ma fanno parte del dibattito pubblico sulla storia del paese di quel periodo, su cui si possono avere anche idee diverse, ma di cui è miope, quando non strumentale, negare le ricadute sulla situazione attuale.
L'essere troppo giovane per saperlo può essere un'attenuante ma non una scusante e quindi,per favore, non dire sciocchezze offensive su di me.
Quanto alla tua affermazione che io, affermando che la cultura urbanistica è sostanzialmente di sinistra affermerei, automaticamente e subdolamente, che il buono è a destra, questa è assolutamente stupida. Semmai puoi supporre, a ragione, che io sono convinto che in Italia non si è affermata ancora una cultura di "destra" realmente autonoma e libera dalla soggezione a quel pensiero che ha egemonicamente pervaso l'Italia (altro dato storico) e che al massimo riesce ad esprimersi con la scelta scriteriata e modaiola dei grattacieli e delle opere d'immagine come simbolo di modernità e progresso.
Se vuoi una riprova degli effetti attuali di quella cultura vatti a leggere Eddyburgh, leggi i nomi della redazione e dei numerosi collaboratori. Sito certamente autorevole, strutturato come un vero giornale, quindi dotato di fondi, con personaggi che hanno informato di sé il dibattito urbanistico anche ai massimi livelli dirigenziali nei vari ministeri, tipo Vezio De Lucia, e che tuttora sono attivi e fanno opinione.
Questo tuo cadere dalle nuvole mi sembra strano dato che ho sempre espresso, in numerosi post, questa mia convinzione sulla storia dell'urbanistica italiana, senza essere così stupido da affermare che tutti i modernisti sarebbero tout-court di sinistra, piuttosto denunciandone una delle matrici d'origine.
Spero che il tuo apparente distacco dalla politica, che è invece una cosa alta, contrariamente a quanto si ritiene nel troppo spesso vacuo mondo dei commenti ai giornali via internet, non nasconda una scelta di parte mascherata, perché preferisco di gran lunga discutere con avversari dichiarati.
Spero che non ti associ al qualunquistico discorso "la politica non mi interessa", perché è ovvio che la politica si interessa di te e di tutti.
Spero che tu contesti quanto io ho detto con argomenti e non con la semplice e infondata accusa di una mia disonestà intellettuale.
Ciao
Pietro

LdS ha detto...

pietro, in questo contesto, a me non interessa dimostrare di chi sia la colpa. torno, di nuovo, a ripetermi:

mi sono trovato di fronte a un post che mescola abbonamento rai pagato dal canone, gomorra di saviano, gli sceneggiati tv sulla mafia, annozero, vele e la cultura con la K. dimenticando (volutamente o inconsciamente) di citare gli attori politici in questione che hanno demolito in parte le vele.
per cortesia, spiegami tu che nessi vi sono fra questi dati.

per ettore, che mi ha in parte risposto con un commento al post successivo, ripeto la stessa identica cosa: non è un problema di politica, è un problema di uso dei dati, al di la del fine un po' di onestà ci vorrebbe nel loro uso. pertanto, evitiamo di dare del polemico ai lettori e rileggiamoci il post per capire se non sia lo scritto stesso a esser polemico in maniera gratuita. come dire: un po' di filologia, grazie.

spero di essermi spiegato.
robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Adesso credo di aver capito meglio: ho scritto male il post e non sono stato capace di esprimere con chiarezza il legame, che c'è e lo confermo, tra tutte quei nomi e quegli avvenimenti.
E' un problema di scrittura e di mancanza di chiarezza espositiva ed è anche inutile che io lo rilegga perché chi legge è miglior giudice di chi scrive.
Però c'è comunque un filo, a volte più evidente, a volte più sottile, che lega quei fatti. Ed è lo stesso filo, ma speculare, per cui tu mi assimili alla coppia Feltri-Sallusti (grazie del complimento) con la quale coppia è del tutto evidente che non ho e non posso avere alcuna relazione diretta ma tu ce la vedi, forse giustamente, perché c'è, tra la coppia e me, una certa, comune interpretazione della realtà politico-culturale.
Tutto si tiene, robert, e non è necessario mettersi d'accordo o immaginare un grande burattinaio, una direzione unica, secondo l'usanza consolatoria e semplicistica di questo paese, per avere un movimento "culturale" omogeneo.
La prossima volta, se ci sarà, cercherò di scrivere con maggior lucidità e chiarezza però sappi che, se qualcuno della "compagnia di giro" avesse mai letto il post, ne avrebbe capito benissimo il senso.
Ciao
Pietro

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