Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


12 maggio 2012

DISINFORMAZIONE: LA FALSA SCIENZA SUI GRATTACIELI

Ecco arrivato proprio adesso per e-mail un caso "di scuola" di sciocchezze pseudo-scientifiche per propagandare un nuovo grattacielo a Seul.
Mi ha attirato in verità il titolo, altrimenti neanche lo avrei guardato quel progetto:"Lo studio danese BIG sceglie Seoul per il progetto delle Cross Tower".
Caspita, mi sono detto, adesso sono i progetti che scelgono le città e non viceversa.

Sembra che i progettisti abbiano progettato un progetto in studio e poi abbiano trovato da venderlo, in questo caso a Seoul. Praticamente avrebbero fatto i piazzisti. La riprova che questa architettura "ad oggetti" è puro design. Invece che per il soggiorno si progetta per la città, gli edifici come l'arredo urbano. Propongo che la Biennale d'Architettura la trasferiscano al Salone del mobile di Milano, sarebbe più corretto e più serio e anche gli slogan immaginifici e incomprensibili che vengono di solito utilizzati si rivelerebbero per quello che sono: marketing pubblicitario senza contenuti.
Ma veniamo alla parte "scientifica" che è addirittura esilarante:

"Il futuro grattacielo, dalla geometria insolita, prevede la realizzazione di tetti verdi e vivibili appositamente pensati per le passerelle orizzontali, che saranno arredate con viali alberati pedonali, aree da gioco e spazi comuni, garantendo una soluzione che limita il surriscaldamento durante la stagione estiva".

Provate a stimare la superficie dei tetti in quel progetto rispetto alla superficie complessiva di tutti i piani e ditemi voi se è possibile parlare di limitazione del surriscaldamento estivo.
Forse nel piano immediatamente sottostante, ma questo dimostra che è una pubblicità subdola perchè suggerisce ciò che non può essere. Inoltre, a fronte di un eventuale risparmio energetico nel blocco orizzontale sospeso tra i due verticali, c'è la perdita del primo solaio completamente a contatto con l'esterno.
Per fortuna che ogni tanto c'è qualche commento troppo zelante che rende evidente a tutti la vera natura del grattacielo che tutto potrà essere meno che sostenibile dal punto di vista energetico e che tutto l'ambaradan di parole che vengono appiccicate addosso a questi progetti sono solo pubblicità per il progettista e per la vendita dell'immobile.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Pietro,

Da solito sei molto attento al contesto, e qui il contesto spiega tutto. Questo mostro ridicolo è situato accanto al memoriale all'attacco terroristico di 11 Settembre 2001, l'esplosione realizzata perfettamente in un bel grattacielo che si vedi qui:

Progetto MVRDV per Seoul

Dunque, il progetto dello studio BIG è in buona compagnia, tutta una zona di grattacieli assurdi che ricordano la morte. Non certo un luogo adattato a allevare i bambini. Ciononostante, vedo negli rendering i felici bambini che giocano sul prato artificiale, qualche parte nel cielo.

Ciao,
Nikos

Pietro Pagliardini ha detto...

Caro Nikos
mi hanno così tanto divertito le sciocchezze che ci sono scritte che tutto il resto è passato in secondo piano. Non mi sembrava nemmeno il caso di commentare il progetto che, effettivamente, è molto simile a quello addirittura blasfemo quello di MVRDV
Ciao
Pietro

enrico ha detto...

Quando si parla di grattacieli, non si può non considerare i paradigmi di città verticali: New York City e Chicago.
Se, tutto sommato, sono sopravvisuute a un secolo di grattacieli, occorre chiedersene il perchè. Certamente c'entrano le infrastrutture (metro, servizi, ...). Un aspetto poco ricordato è la storia della "raccolta della spazzatura a NYC". fin verso la fine del XIX secolo, non esisteva; punto e basta. E pensiamo che circolavano decine di migliaia di cavalli; che oltre a circolare, espletavano funzioni di altro tipo!. Oltre alla lotta alla criminalità, e alla consapevolezza igienica, anche l'aumentata densità di popolazione contribuì a forzare l'istituzione del servizio raccolta rifiuti. Ma non solo di strutture tecniche, vivono Chicago e New York: la loro vita è anche legata alla cultura: alle case d'asta, alle gallerie d'arte, ai musei, ai teatri, ai luoghi d'incontro. Quello che mi chiedo è se le nuove megalopoli, Shangai, Seul, Kuala Lumpur, Singapore..., hanno il loro Central park ? hanno la loro BroadWay? hanno decini di campi da golf a meno di mezz'ora dal centro? Centri velici? panchine con vista sul ponte di Brooklyn ?

Anonimo ha detto...

stavo pensando la stessa cosa che rileva Enrico: non è vero che Manhattan è bellissima? che certi scorci di New York sono tanto belli da togliere il fiato? e Central Park, una lussureggiante foresta gomito a gomito con giganti di ferro e cemento, non è una visione unica?
Il grattacielo di Seul sarà pure uno scherzo di cattivo gusto, ma il rifiuto del valore anche urbanistico-ambientale dell'edificazione in verticale non va generalizzato (la vedresti una Manhattan di casette a schiera?)

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Vilma, c'è anche una Manhattan di casette a schiera, in verità, molto piacevole da sembrare l'Inghilterra vittoriana. Ma è ovvio che Manhattan è i suoi grattacieli. Purtroppo non ci vado dall'anno prima dell'attentato alle torri e credo sia già cambiata molto. Comunque già allora era cambiata rispetto alla volta precedente, che era l'anno, anzi i giorni, dell'assassinio di John Lennon (non ricordo mai le date, comunque non sono stato io a sparare, questo me lo ricordo bene).
I grattacieli erano diventati più banali, come sono banali e perfino noiosi quelli ripetitivi nella loro voglia di stupire di oggi. Mai negato il fascino della città, e immagino che Chicago ne abbia anche di più. Io contesto tre cose fondamentali alla forma grattacielo oggi:
- il fatto che vengano esportati, anzi importati, ovunque come se fosse Coca Cola. Grattacieli in Italia, a Roma, ad esempio, è un'idea priva di senso, è stravolgere l'immagine di una città e di un intero territorio, è l'accettazione supina di una omologazione culturale inutile e dannosa, è pura speculazione edilizia.
- il grattacielo è assolutamente spersonalizzante, vuol dire vivere o lavorare in una comunità in cui conosci solo quelli del tuo piano. E non a caso i cittadini di New York sono forti consumatori di strizzacervelli. Woody Allen ne è la miglior prova
- il grattacielo è una assurdità del punto di vista energetico e mi irrita invece che sia propagandato come energicamente autonomo e sostenibile. Una sciocchezza scientifica
Ciao
Pietro

Anonimo ha detto...

Una cosa non si può negare, il grattacielo è risparmio di suolo, non sarebbe stato possibile sistemare qualche migliaio di impiegati delle varie multinazionali che hanno scelto NY come sede in casette a schiera vittoriane, e oltretutto il significato simbolico di un grattacielo è ben altro da quello di una casetta a schiera. Alcuni grattacieli, per esempio il Chrysler Building di van Allen, sono indiscusse icone del '900, come la cattedrale gotica o la torre medioevale di tante città europee, hanno connotato l'epoca delle grandi imprese e testate giornalistiche a suo modo eroica e piena di stimoli. Pochi anni fa Renzo Piano ha ristrutturato il grattacielo del Times con un piccolo trucco, la 'piazza' al trentesimo piano, dove "ci si incontra, si discute, si viene per godersi la vista della città", sono parole sue. Tentativo opportunista e ruffiano, ma utile a dimostrare lo sforzo e la possibilità di rivisitare una tipologia ineliminabile in determinati contesti e perfetta per quello newyorchese.
La vita di chi lavora in un grattacielo sarà pure spersonalizzata, ma se gli stessi addetti venissero spalmati su una superficie a casette vittoriane gli spazi in orizzontale sarebbero talmente diluiti che chi sta all'estremo est con conoscerebbe mai in tutta la sua vita lavorativa chi sta ad ovest.
Dire che questa tipologia edilizia non vada esportata in modo indifferenziato mi pare ovvio, per Roma certamente, ma dire che non va adottata mi pare pura prevenzione. Non so se "le nuove megalopoli, Shangai, Seul, Kuala Lumpur, Singapore..., hanno il loro Central park ? hanno la loro BroadWay? hanno decini di campi da golf a meno di mezz'ora dal centro? Centri velici? panchine con vista sul ponte di Brooklyn ?", ma forse il discorso è più semplice e più cinico di ogni considerazione culturale: le nuove magalopoli vogliono i vantaggi del commercio globale? vogliono attrarre i capitali e gli investimenti dell'occidente? Le regole le detta l'economia, come stiamo imparando tutti, la nuova urbanistica è più che mai paradigma della ricchezza e dei suoi spostamenti, l'architettura non fa che svelarli.
Se il grattacielo di Seul o di altre città simboleggia la prepotenza e l'arbitrio di una società antidemocratica, dev'essere lei stessa a darsi delle regole, comprese quelle circa l'altezza degli edifici.

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Vilma, sul fatto che le regole se le debbano dare da soli sfondi una porta aperta. Io, come nessuno, si può sentire investito della missione di cambiare gli altri o di imporre regole che non accettano. Si fa per ragionare di architettura e di città e quindi si prende ciò che il mercato offre per discutere. Si fa per diffondere idee anche semplici visto che si tende ragionare per stereotipi che risultano poi anche sbagliati.
Non vedo begli esempi, considerando che poi gli architetti sono, gira, gira, gli stessi che costruiscono in Europa. Sulla densità non sono d'accordo, nel senso che, sì, a New York è altissima, come immagino a Seoul o a Hong Kong, perchè gli edifici sono appiccicati, ma il fatto è che da noi, ovunque, vengono propagandati come immersi nel verde, quindi molto distanziati. Questa condizione è la peggiore possibile perchè crea uno spazio indistinto, inutilizzato e di fatto abbandonato. E' esattamente l'idea di Le Corbusier e della sua Ville Radieuse, è la fine e la morte della città. In queste condizioni è dimostrato che costruendo isolati con edifici alti tre-max quattro piani si raggiunge quasi la stessa densità e si ottiene la città. Tipo Berlino. Comunque degli ultimi grattacieli che ho visto non ne ho visto uno che possa competere con il Chrysler e pure con l'Empire.
Non c'è più da dimostrare niente nell'andare in alto, dopo che si sono raggiunti gli 800 metri a Dubai, di un edificio peraltro bruttissimo. Non so nemmeno se lo hanno riempito tutto, ma credo proprio di no. Dovremmo chiederlo a Giorgio Armani se ha fatto un buon affare.
Ciao
Pietro

Stefano ha detto...

il vantaggio dei grattacieli nel consumo di suolo è una bufala, con poche eccezioni. se non si vuole una città senza sole, completamente all'ombra dei grattacieli, questi vanno distanziati, il risultato è che Barcellona ha una densità maggiore di New York, che già insieme a Chicago è una città che ha fondato la sua storia sui grattacieli, li sfrutta bene, e comunque fa un po' storia a sé. in generale le città americane, con i quartieri commerciali costituiti di grattacieli e immensi parcheggi, e i quartieri residenziali di villette, hanno una densità abitativa di molto inferiore alle compatte città europee senza grattacieli.

e ogni tanto ritengo sarebbe bene abbandonare l'economia. la globalizzazione è nata ieri (dopo la IIWW), le piramidi son lì da migliaia di anni, facciamoci qualche domanda.

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