Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


10 ottobre 2010

VIOTTOLI - 15°: WILLIAM VON STRADEN

4 LUGLIO 2025
Viottoli 15°, William Von Straden


E’ interessantissimo il passo del trattato del Von Straden in cui si fa assertore convinto della necessità del viottolo e della sua pregnanza urbanistica. Sentite cosa dice a proposito del viottolo: “Una città è tutta nei suoi viottoli. Il viottolo è il segno della città, il suo significato intimo e più vero. Cosa c’è nella città al di là del viottolo?

In Von Straden che ha scritto questo trattato nel 1843, c’è già la contestazione della città lecorbuseriana, il presagio della crisi.
Per lui la città si esprime nel viottolo: le piazze, i punti nodali, i viali, i vialetti, le prospettive, tutto si risolve nel viottolo.
E’ un’intuizione che fa pensare...

3 Commenti
Ettore Maria ha detto...
Caro Piero, come sempre hai colto in maniera magistrale in questo tuo bellissimo Post l’essenza dello spazio e il significato della città.
Proprio ieri ho condotto i miei studenti per i viottoli dell’agro romano e si sono tutti esaltati per l’esperienza pregnante di quelle strutture viarie.
Ti manderò quanto prima i loro bellissimi schizzi.
Grande! Come sempre! Complimenti.
A presto, Ettore

Pietro Pagliardini ha detto...
Caro Ettore, mi fa piacere che tu abbia colto il significato, il grande valore del viottolo.
Pensa che nella mia città c’è un tale Architetto, l’estensore del regolamento urbanistico, che ha regolamentato i viottoli uno per uno, suddividendoli in 9 categorie diverse a seconda del fondo viottolare, dei raggi di curvatura etc. e prescrivendo per ogni tipo di viottolo le percorrenze e la cadenza del passeggio.
Gli manderò gli schizzi dei tuoi studenti!
Pietro

Anonimo ha detto...
Viottoli?
Walter Forst Whithmahnn ha scritto su questo tema pagine memorabili di grande poesia, dove l’essere umano si trascende, dove la realtà si apre a nuove esperienze:
Viottolo, viottolo, viottolo!
Ti percorro, ti rincorro, ti traverso...
Nel viottolo mi perdo e di lì più non ritorno...

Vilma

P.S.: Questo testo è chiaramente uno scherzo, e un regalo di compleanno, perpetrato da Giulio Rupi ai danni miei e di un paio di "clienti" e che io ho riproposto tal quale, in attesa di avere il suo permesso a farlo, che do per scontato arriverà. Ogni tanto vale la pena prendersi e prendere in giro.

Speriamo che Ettore e Vilma, se mai avessero più voglia di lasciare un altro commento, non si inibiscano pensando: "...ma adesso quello mi rifà il verso e quell'altro dopo lo pubblica pure!".
Non potrà accadere più: i sessanta anni arrivano una volta sola.
Pietro

6 commenti:

ettore maria ha detto...

bello questo scherzo di Giulio ... sembra quasi vero!
Tra l'altro si configura il reato di Falso Futuro, trattandosi di un documento del 2025!
Mi unisco agli auguri per il 60° di Pietro e gli dedico questa riflessione.
... Cose c'è di più piacevole di una bella passeggiata per dei vicoli tortuosi illuminati dalle luci dei locali notturni pullulanti di gente, magari con le luci che si riflettono sull'acciottolato bagnato. Magari c'è un cagnolino che si avvicina per chiedere una carezza, mentre un gatto spia la situazione acquattato su un balcone dietro dei vasi da cui pendono fiori di gerani.
Ad ogni angolo si nota un'edicola votiva, anch'essa fiocamente illuminata, che contribuisce a dare vita all'ambiente. E' il perpetrarsi di una tradizione che risale ai "compitales" dell'antica Roma, e che da oltre duemila anni aiuta a rinforzare il senso di appartenenza al luogo. I vicoli di una città si dipanano sul territorio urbano come le radici di una pianta si sviluppano nel terreno. Le radici nutrono e tengono in vita la pianta, i vicoli portano vita alla città!
Ancora auguri a Pietro e complimenti a Giulio Rupi
Ettore

Maurizio Arturo ha detto...

Bellissima burla, assolutamente verosimile hahaha.

i miei più sinceri auguri!

Maurizio A.D.

Pietro Pagliardini ha detto...

Giulio, che ha studiato ai tempi della goliardia, conosce l'arte della burla e la pratica dell'ironia. In più ci mette del suo e in genere gli vengono molto bene.
Ciao
Pietro

Anonimo ha detto...

geniale, quel William Von Straden! Per caso era cugino di Mac Street, zio di De La Rue, nipote di De Strade?
Be', non importa, piuttosto eccoti:
"l'uomo, quando non si affida alla benevolenza del sentiero di campagna, cerca vanamente di assoggettare con i propri piani il globo terrestre. Minaccioso incombe il rischio che gli uomini d'oggi rimangano pressoché sordi al suo linguaggio. Sono prigionieri del chiasso delle macchine, che quasi confondono con la voce di Dio".
(Martin Heidegger (nientemeno),'Der Feldweg'(Il sentiero di campagna)1953).
La metafora è chiara, sia urbanistica che esistenziale:
"il cammino del pensatore trae alimento e forza a partire dalla semplicità del sentiero di campagna e del suo percorso..... La modestia del sentiero di campagna corrisponde allo splendore di ciò che è nella semplicità del suo essere. L’uomo può ritornare ad abitare più degnamente il pianeta soltanto riattingendo il senso della modestia e dello splendore di tutto ciò che è, del proprio stesso cammino in tutto ciò che è." (Franco Toscani)

Auguri!

Vilma (quella vera)

Pietro Pagliardini ha detto...

Avrebbe potuto lontanamente immaginare Giulio che partendo da William Von Straden saremmo arrivati a Martin Heidegger (nientemeno)?
La dimostrazione che l'ironia è una cosa seria, basta saperne fare buon uso.
Ciao
Pietro

ritorno alla città ha detto...

Hai perfettamente ragione Pietro: il cazzeggio può essere veramente una cosa serissima se fatto da chi lo sa fare.
Auguri anche se in ritardo.

P.s. anche io l'avevo bevuta

Ciao

Angelo

Etichette

Alemanno Alexander Andrés Duany Angelo Crespi Anti-architettura antico appartenenza Ara Pacis Archistar Architettura sacra architettura vernacolare Archiwatch arezzo Asor Rosa Augé Aulenti Autosomiglianza Avanguardia Barocco Bauhaus Bauman Bellezza Benevolo Betksy Biennale Bilbao bio-architettura Bontempi Borromini Botta Brunelleschi Bruno Zevi Cacciari Calatrava Calthorpe Caniggia Carta di Atene Centro storico cervellati Cesare Brandi Christopher Alexander CIAM Cina Ciro Lomonte Città Città ideale città-giardino CityLife civitas concorsi concorsi architettura contemporaneità cultura del progetto cupola David Fisher densificazione Deridda Diamanti Disegno urbano Dubai E.M. Mazzola Eisenmann EUR Expo2015 falso storico Frattali Fuksas Galli della Loggia Gehry Genius Loci Gerusalemme Giovannoni globalizzazione grattacielo Gregotti Grifoni Gropius Guggenheim Hans Hollein Hassan Fathy Herzog Howard identità Il Covile Isozaki J.Jacobs Jean Nouvel Koolhaas L.B.Alberti L'Aquila La Cecla Langone Le Corbusier Leon krier Léon Krier leonardo Leonardo Ricci Les Halles levatrice Libeskind Los Maffei Mancuso Marco Romano Meier Milano Modernismo modernità moderno Movimento Moderno Muratore Muratori Musica MVRDV Natalini naturale New towns New Urbanism New York New York Times new-town Nikos Salìngaros Norman Foster Novoli Ouroussoff paesaggio Pagano Palladio Paolo Marconi PEEP periferie Petruccioli Piacentini Picasso Pincio Pittura Platone Popper Portoghesi Poundbury Prestinenza Puglisi Principe Carlo Purini Quinlan Terry Referendum Renzo Piano restauro Ricciotti riconoscibilità rinascimento risorse Robert Adam Rogers Ruskin S.Giedion Sagrada Familia Salingaros Salìngaros Salzano Sangallo Sant'Elia scienza Scruton Severino sgarbi sostenibilità sprawl Star system Stefano Boeri steil Strade Tagliaventi Tentori Terragni Tom Wolfe toscana Tradizione Umberto Eco università Valadier Valle Verdelli Vilma Torselli Viollet le Duc Vitruvio Wrigth Zaha Hadid zonizzazione