Carlo Ripa di Meana, Presidente di Italia Nostra, rilascia un'intervista sulle incertezze di Alemanno, su Roma e le archistar.
5 maggio 2010
CARLO RIPA DI MEANA, UN ALEMANNO AMLETICO E LE ARCHISTAR
Etichette:
Archistar,
Italia Nostra
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Etichette
Alemanno
Alexander
Andrés Duany
Angelo Crespi
Anti-architettura
antico
appartenenza
Ara Pacis
Archistar
Architettura sacra
architettura vernacolare
Archiwatch
arezzo
Asor Rosa
Augé
Aulenti
Autosomiglianza
Avanguardia
Barocco
Bauhaus
Bauman
Bellezza
Benevolo
Betksy
Biennale
Bilbao
bio-architettura
Bontempi
Borromini
Botta
Brunelleschi
Bruno Zevi
Cacciari
Calatrava
Calthorpe
Caniggia
Carta di Atene
Centro storico
cervellati
Cesare Brandi
Christopher Alexander
CIAM
Cina
Ciro Lomonte
Città
Città ideale
città-giardino
CityLife
civitas
concorsi
concorsi architettura
contemporaneità
cultura del progetto
cupola
David Fisher
densificazione
Deridda
Diamanti
Disegno urbano
Dubai
E.M. Mazzola
Eisenmann
EUR
Expo2015
falso storico
Frattali
Fuksas
Galli della Loggia
Gehry
Genius Loci
Gerusalemme
Giovannoni
globalizzazione
grattacielo
Gregotti
Grifoni
Gropius
Guggenheim
Hans Hollein
Hassan Fathy
Herzog
Howard
identità
Il Covile
Isozaki
J.Jacobs
Jean Nouvel
Koolhaas
L.B.Alberti
L'Aquila
La Cecla
Langone
Le Corbusier
Leon krier
Léon Krier
leonardo
Leonardo Ricci
Les Halles
levatrice
Libeskind
Los
Maffei
Mancuso
Marco Romano
Meier
Milano
Modernismo
modernità
moderno
Movimento Moderno
Muratore
Muratori
Musica
MVRDV
Natalini
naturale
New towns
New Urbanism
New York
New York Times
new-town
Nikos Salìngaros
Norman Foster
Novoli
Ouroussoff
paesaggio
Pagano
Palladio
Paolo Marconi
PEEP
periferie
Petruccioli
Piacentini
Picasso
Pincio
Pittura
Platone
Popper
Portoghesi
Poundbury
Prestinenza Puglisi
Principe Carlo
Purini
Quinlan Terry
Referendum
Renzo Piano
restauro
Ricciotti
riconoscibilità
rinascimento
risorse
Robert Adam
Rogers
Ruskin
S.Giedion
Sagrada Familia
Salingaros
Salìngaros
Salzano
Sangallo
Sant'Elia
scienza
Scruton
Severino
sgarbi
sostenibilità
sprawl
Star system
Stefano Boeri
steil
Strade
Tagliaventi
Tentori
Terragni
Tom Wolfe
toscana
Tradizione
Umberto Eco
università
Valadier
Valle
Verdelli
Vilma Torselli
Viollet le Duc
Vitruvio
Wrigth
Zaha Hadid
zonizzazione
2 commenti:
Alemanno ha una gestione dell'affare architettura decisamente discutibile, e questo non lo dimostrano solo i tentennamenti sulle vicende di cui parlar Ripa di Meana, ma anche sulle richieste riguardo gli interventi di Renzo Piano all'EUR, o le dichiarazioni nei confronti nei confronti della nuvola di Fuksas in diverse sedi (fa schifo, è stupenda)o anche sullo scollamento tra il suo intento di decoro urbano ed il lascito al degrado degli spazi pubblici.
Sì, Peja, è piuttosto ondivago. Sembra che l'architettura, e l'urbanistica, lo metta in difficoltà, come la ritenesse materia da specialisti e lui, che a tratti sembra attratto da un genere, subito dopo si pente perché pensa di avere sbagliato. Diciamo che mostra una sorta di complesso d'inferiorità in questo campo.
D'altra parte non è l'unico sindaco a comportarsi in questo modo: nessuno direbbe in campagna elettorale: vi riempirò di grattacieli, perchè avrebbe paura di perdere le elezioni, ma poi, guarda caso, ci provano e spesso ci riescono anche a farli.
Ma lui si è presentato in maniera forte: "la teca di Meier deve essere abbattuta", e poi la montagna ha partorito il topolino, con tanto di timore reverenziale verso il Grande architetto, e gli ha dato l'incarico di rimediare.
La domanda è questa: ma se per vincere le elezioni si usa un linguaggio, che evidentemente paga in quanto è popolare, perché dopo il linguaggio è completamente diverso e opposto? Qui non si chiede ai sindaci di essere critici di architettura ma di essere semplicemente coerenti con la propria visione politica, o almeno di comprendere le ragioni di una vittoria e di essere coerenti con le aspettative della maggioranza dei propri cittadini amministrati!
Ciao
Pietro
Posta un commento