Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


5 marzo 2010

MODERNISTI E TRADIZIONALISTI

Questo post è la riproposizione di un commento al post precedente, che tratta del falso storico.
Ma a me sembra che viva di vita propria e lo ripropongo.
memmo54 mi ha autorizzato e lo ringrazio.
Mi scuso per l'ovvietà del titolo, ma non volevo rischiare di dare interpretazioni sbagliate.

MODERNISTI E TRADIZIONALISTI
di memmo54

Gli architetti proprio come gli uomini (….incredibile a dirsi!…) nascono modernisti o tradizionalisti.
Gli ultimi sentono che tipi, ordini e generi sono realtà; i primi semplici generalizzazioni. Per questi il linguaggio è un approssimativo ma intrigante gioco di simboli, per quelli la mappa dell’universo.

I tradizionalisti sanno che l’universo costruito è, in qualche modo, un cosmo, un ordine necessario; tale ordine per il modernista può essere un errore o un inganno della conoscenza parziale.

Gli uni credono che l’architettura sia un prodotto dell’individuo, del singolo che “inventa” grazie alla propria formazione culturale, al proprio gusto ed alla propria visione della realtà: un fatto mentale, esclusivamente del soggetto che coinvolge o meno il contesto. In quest’ambito può assumere valore ciò che esiste ed è attribuibile ad un altro “io”: un altro “universo”, parallelo forse, ma non il proprio. Il fatto esiste, infine, soprattutto“dentro” di sé.
Gli altri privilegiano quello che s’è storicamente determinato; frutto di una lunga, paziente, oscura quasi sempre, evoluzione di modi ed espressioni anche lontanissimi nel tempo, ma mai così distanti da essere incomprensibili ed inattuali. Ammettono il contributo del singolo ma solo in un quadro più generale. E potrebbero anche immaginare la storia dell’architettura senza un Michelangelo (…non tutti i paesi hanno visto nascere ed operare personaggi siffatti… ) ma non senza l’ambiente minuto che l’ha generato e che reputano altrettanto, se non più, importante.

Per gli uni l’artefice è unico ed irripetibile e solo a lui è ascrivibile l’oggetto; per gli altri è molteplice perché tutti gli uomini sono, in fine, “un uomo” solo.
Nessuno veda nelle righe che precedono spregio o censura. Uno scrupolo etico, non un’incapacità speculativa, impedisce al modernista di operare con astrazioni.
Da questa irriducibile separazione, a mio avviso, originano le concezioni antitetiche di vero e di falso .

12 commenti:

Salvatore D'Agostino ha detto...

De architettonici,
i miei dubbi:

Qual è il periodo storico che la teoria antichista (italiana) cristallizza come verbo?

Qual è lo 'stile' antichista consono della nostra epoca?

Perché ricostruire un muro abbattuto dai francesi 200 anni fa, temiamo un nuovo attacco?

Abbiamo bisogno di un castello pronto alla guerra o di qualcos’altro?

Perché si dovrebbero costruire case in cemento armato con la ‘sintassi’ della casa in muratura?

Qual è la verità in ‘architettura’?

Che cosa significa vox populi e soprattutto chi è?

Secondo voi la ‘vox populi’ avrebbe apprezzato (o proposto) l’edilizia di Brunelleschi, Borromini, Palladio?

Che cos’è la regola in architettura?

Che cos’è una città monoculturale?

Che cos’è, e qual è, l’architettura ‘nichilista’?

Che differenza c’è tra moderno (italiano), postmoderno (italiano) e lo speculatore edilizio?

Chi ha costruito l’Italia dal dopoguerra a oggi?

Leon Krier è o non è un archistar?

L’architetto antichista è umile?

L’architetto antichista scrive sotto dettatura della ‘vox populi’?

L’architetto antichista si limita a copia incollare i codici del passato?

L’antichismo è un dogma?

Esistono i lobotomizzati antichisti?

Saluti,
Salvatore D’Agostino

P.S.: Antichisti o tradizionalisti?

Pietro Pagliardini ha detto...

Salvatore, tu hai tutti i vizi di Repubblica! Ma loro almento ne fanno dieci di domande non cinquanta. Porsi domande è giusto, ma le tue non sono domande, sono risposte.
Quindi, a che giova rispondere a delle risposte?
Inoltre metti tutto in un gran calderone, archistar, speculazione, stili architettonici, Krier, ecc.. Concentrati su qualcosa e forse posso provare a rispondere. Ma cerca di essere "critico" e di tenere insieme il discorso con un minimo di organicità.
E' vero, come dice Sciascia, che "tutto si tiene", ma insomma, proprio tutto tutto è troppo!
Ciao
Salvatore

Salvatore D'Agostino ha detto...

Pietro,
non capisco il collegamento con ‘Repubblica’, mi sembra gratuito.
Il calderone è stato prelevato dai dialoghi fatti su questo blog, dove le parole sono ‘sacre’.
Le domande sono semplicemente domande .
Tu citi Sciascia io ti cito questa poesia (un po’ fuori stagione):

- Andiamo?
- Andiamo pure.
All’arte del ricamo,
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveauté.
Benedetto Paradiso
successore di Michele Salvato,
gabinetto fondato nell’anno 1843.
avviso importante alle signore !
La beltà del viso,
seno d’avorio,
pelle di velluto.
Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.
La pasticca di Re Sole.
Si getta dalla finestra per amore.
Insuperabile sapone alla violetta.
Orologeria di precisione.
93
Lotteria del milione.
Antica trattoria “La pace”,
con giardino,
fiaschetteria,
mescita di vino.
Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d’arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
Si cercano abili lavoranti sarte.
Anemia !
Fallimento!
Grande liquidazione!
Ribassi del 90 %
Libero ingresso.
Hotel Risorgimento
e d’Ungheria.
Lastrucci e Garfagnoni,
impianti moderni di riscaldamento:
caloriferi, termosifoni.
Via Fratelli Bandiera
già via del Crocefisso.
Saldo
fine stagione,
prezzo fisso.
Occasione, occasione!
Diodato Postiglione
scatole per tutti gli usi di cartone.
Inaudita crudeltà!
Cioccolato Talmone.
Il più ricercato biscotto.
Duretto e Tenerini
via della Carità.
2. 17. 40. 25. 88.
Cinematografo Splendor,
il ventre di Berlino,
viaggio nel Giappone,
l’onomastico di Stefanino.
Attrazione ! Attrazione!
Cerotto Manganello,
infallibile contro i reumatismi,
l’ultima scoperta della scienza !
L’Addolorata al Fiumicello,
associazione di beneficenza.
Luigi Cacace
deposito di lampadine.
Legna, carbone, brace,
segatura,
grandi e piccole fascine,
fascinotte,
forme, pine.
Professor Nicola Frescura:
state all’erta giovinotti !
Camicie su misura.
Fratelli Buffi,
lubrificanti per macchine e stantuffi.
Il mondo in miniatura.
Lavanderia,
Fumista,
Tipografia,
Parrucchiere,
Fioraio,
Libreria,
Modista.
Elettricità e cancelleria.
L’amor patrio
antico caffè.
Affittasi quartiere,
rivolgersi al portiere
dalle 2 alle 3.
Adamo Sensi
studio d’avvocato,
dottoressa in medicina
primo piano,
Antico forno,
Rosticcere e friggitore.
Utensili per cucina,
Ferrarecce.
Mesticatore.
Teatro Comunale
Manon di Massenet,
gran serata in onore
di Michelina Proches.
Politeama Manzoni,
il teatro dei cani,
ultima matinée.
Si fanno riparazioni in caloches.
Cordonnier.
Deposito di legnami.
Teatro Goldoni
i figli di nessuno,
serata popolare.
Tutti dai fratelli Bocconi !
Non ve la lasciate scappare !
29
31
Bar la stella polare.
Assunta Chiodaroli
levatrice,
Parisina Sudori
rammendatrice.
L’arte di non far figlioli.
Gabriele Pagnotta
strumenti musicali.
Narciso Gonfalone
tessuti di seta e di cotone.
Ulderigo Bizzarro
fabbricante di confetti per nozze.
Giacinto Pupi,
tinozze e semicupi.
Pasquale Bottega fu Pietro,
calzature…
- Torniamo indietro?
- Torniamo pure.

Aldo Palazzeschi, la passeggiata

Perché essere critico, organico e discorsivo?
Non tutto deve essere ‘semplificabile’ con i quattro codici linguistici imparati a scuola o sul primo manuale del geometra scritto da Vitruvio.
Basta una semplice passeggiata per capirlo.
Saluti,
Salvatore D’Agostino

LineadiSenso ha detto...

memmo e pietro, mi sembrate due uomini della prima metà del '900.

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Caro robert, intanto io SONO, in un certo senso, anche della prima metà del '900, dato che sono nato esattamente a metà, cioè, nel 1950.
E questo è un dato di fatto.
Ma tu non ti riferisci all'età quanto al modo di pensare. Dunque mi piacerebbe che tu lo spiegassi, per capire se è vero. A me dispiacerebbe davvero essere figlio di quel periodo mentre a molti altri, che vanno per la maggiore, farebbe un grande piacere.
Ciao
Pietro

LdS ha detto...

pietro, semplicemente perché discutete come se si fronteggiassero il bianco e il nero, il diavolo e l’acqua santa, il modernismo e il tradizionalismo, il comunismo e il fascismo, il liberismo e lo statalismo... praticamente come se fossimo nella prima metà del ‘900. oggi, per fortuna, siamo nel postmoderno, le ideologie sono cadute, la Verità è svanita, i “grigi” imperversano e i camillo e peppone sono assai simili come aveva ben capito guareschi.


comunque, mi piacerebbe sapere da dove esce questo concetto:

"gli uni credono che l’architettura sia un prodotto dell’individuo, del singolo che “inventa” grazie alla propria formazione culturale, al proprio gusto ed alla propria visione della realtà: un fatto mentale, esclusivamente del soggetto che coinvolge o meno il contesto"

praticamente, secondo 'sta logica, dal '400 in poi il modernismo è il fine unico ed ultimo dell'occidente. e io che credevo che la metafisica fosse 'na balla...

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

robert, la verità è svanita, ma il falso imperversa. Per falso intendo un'architettura autoreferenziale, che si riferisce cioè soltanto al proprio autore e non ad altro. Gli architetti hanno perso la memoria, hanno dimenticato del tutto che il loro compito è, persa la coscienza spontanea, lavorare con la coscienza critica per rispettare il patrimonio che altri ci hanno tramandato.
Tu parti dal principio, in gran parte giusto, che la figura dell'architetto moderno nasce nel '400 ma dimentichi un dato essenziale: le innovazioni stilistiche, fino ad un certo momento, non sono mai state una rottura rispetto al contesto, almeno non paragonabilia quelle del secolo scorso e a quelle attuali. Non tirarmi fuori il barocco, per carità! Lascia ai critici queste disquisizioni. Ho già scritto una volta che se un costruttore di cattedrali del '300 avesse potuto risvegliarsi all'improvviso nella Roma del '600 sarebbe rimasto stupito, esterrefatto, ma non si sarebbe perso, non sarebbe impazzito, perché avrebbe riconosciuto caratteri costanti e avrebbe ritrovato un'edilizia di base sostanzialmente omogenea a quella che aveva lasciato. Se lo stesso pover'uomo si potesse risvegliare in una città qualsiasi di oggi, anche senza auto e tutti gli accessori della modernità, uscirebbe di senno, forse penserebbe all'opera del diavolo e, soprattutto, non saprebbe orientarsi, si sentirebbe completamente perso.
Ma quale '400! I grigi esistono perché sono sempre esistiti, ma esiste il bianco e il nero, solo che tu non lo vuoi vedere. Non sono io ad essere figlio del secolo scorso ma tu lo sei davvero, perché hai assimilato tutte le falsità propalate dalle avanguardie che ancora producono i suoi frutti, non nello stile, ovvio, ma nei "contenuti" sostanziali.
Io credo di essermene liberato, per quanto possibile. Quando sarò libero del tutto, sarò ancora più antichista.
Trovami un motivo valido, ragionevole e convincente per credere che un architetto debba essere solo creativo senza rispettare la storia dell'uomo e lo stato dei luoghi.
Attendo risposta, ma senza fretta, hai tutto il tempo per pensarci. Puoi anche farlo nel tuo blog, se preferisci.
Ciao
Pietro

Ln d >>>>>> ha detto...

io non dico che debba esser creativo... non deve semplicemente esser antichista e rifiutare la modernità. per un semplice motivo: la tecnica che abbiamo non sa fare cose tradizionali e, quando le fa, appare falsa (infatti chi restaura filologicamente cerca di immedesimarsi anche nelle tecniche ed è difficile riuscirci perchè la nostra epoca si è posta dei parametri e degli obiettivi che impongono all'architetto di non poter usare le tecniche tradizionali in toto). se uno vuol esser fare il "falsario"...lo può fare, ma che ne sia consapevole. stirling ne era consapevole (tanto che citava pure il moderno e così rispondo pure a biz del precedente post). oppure si astenga da fare il falso e persegua la via dell'astinenza: un muratori o un grassi; oppure reinterpreti: un caniggia; oppure mescoli tradizione e modernità: carmassi, venezia, albini, bbpr, scarpa, valle ecc ecc
se poi uno usa l'accademia modernista, e non mi riferisco alla hadid o libeskind, non fa nulla di soggettivo... s'immette semplicemente in un linguaggio che ha il suo secolo e passa di vita, che si è confrontato con le tecniche moderne e dà tuttora i suoi frutti. un po' come il rinascimento si è trascinato sino al barocco.

se arriva oggi un uomo del 400 semplicemente piglia spavento perchè la tecnica è cambiata e quando cambia quella... non c'è linguaggio nè santo che tenga.
se vuoi te lo dico... usndo la tstria dl cell pr frti cpire xchè la tcnica inflnz il nstr md di esprmrc

ma poi, sinceramente, una bella città compatta... coi fronti strada... con le facciate di leoncino e zazà che si guardano... sarebbe assai divertente...

robert

Pietro Pagliardini ha detto...

Il cellulare è di massa, l'edilizia no, è un processo con molti soggetti ma tutti orientati ad un obbiettivo: costruire. Gli architetti, anche se tu non lo credi, hanno grandissima responsabilità in questo processo, perché producono cultura: tutto sta capire se è buona o cattiva. Io ad esempio, se lo volessi avrei qualche difficoltà a proporre strutture di acciaio. Ma se qualcuno comincia, in base ad una sua scelta modaiola, scatta il meccanismo dell'imitazione. Però dalle mie parti la passione per il pesante, il duraturo, l'"eterno" è sempre forte: va solo studiato meglio, approfondito, reso compatibile con le leggi (ed è molto più facile che non altri sistemi, se non si pretende di fare grattacieli).
Il problema della potenza della tecnica esiste ed è fortissimo, ma mi preoccupa molto di più in altri campi che non nell'edilizia italiana.
Quanto al rigore dei muratoriani tra il sistema costruttivo e la forma, beh, non è che l'abbiano risolto molto bene. Il purismo e la troppa coerenza in genere non producono frutti splendidi.
Non a caso la grande forza di Caniggia è il primo volume, Lettura dell'edilizia di base e quella del secondo risiede nella forza del primo; il progetto dell'edilizia di base, lascia più di un dubbio.
Ciao
Pietro

antonio marco alcaro ha detto...

Gli architetti non si dividono in modernisti e tradizionalisti, ma in bravi architetti e pessimi architetti.
Sottoscrivo le domande di Salvatore.

Pietro Pagliardini ha detto...

antonio marco, dire che gli architetti si dividono in bravi e pessimi è come dire che gli uomini si dividono in buoni e cattivi.
E' certamente un'affermazione vera, ma il suo contenuto informativo è prossimo allo zero.
Ci pensi ad un libro di storia che la racconta così:
"Honecker era cattivo, ma poi sono arrivati Gorbaciov, Giovanni Paolo II e Reagan, che erano buoni, e il muro di Berlino è caduto".
Non ho banalizzato ma è poprio a questo porta la tua affermazione.
Non mi piace la parola complessità usata a sproposito, ma in questo caso, devo dire, che sì, effettivamente, tutto è un pò più complesso di come lo spieghi te.
Saluti
Pietro

antonio marco alcaro ha detto...

caro Pietro
se è banale dire che gli architetti si dividono in bravi e pessimi è altrettanto banale dire che gli architetti nascono modernisti o tradizionalisti.
Sappiamo tutti che la questione è molto più complessa, un architetto che imita il passato non è un architetto è uno che fa un altro mestiere.
Gli architetti veri hanno dentro una complessità che gli permette di inventare, di guardare al passato, di sperimentare, di conoscere la storia, di ascoltare il luogo, di rispondere alle esigenze del cliente, di imporre le proprie idee, di innovare, di stupire, di emozionare,..................................

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