Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


3 dicembre 2009

MINARETI CONTESTUALIZZATI

Pietro Pagliardini

Guardando nel link che segue queste 12 foto di minareti sparsi in ogni parte del mondo non è difficile riconoscere, per una buona metà di essi, la regione geografica in cui essi si trovano:


Ci sono alcune stranezze, è vero, come una Giralda a Parigi, ma complessivamente queste moschee hanno saputo assimilare alcuni caratteri architettonici dei luoghi, pur conservando intatta la loro riconoscibilità di luogo di culto islamico.

Si potrà attribuire questo fatto al carattere fortemente identitario di quella religione, si potrà ipotizzare una sapiente strategia di penetrazione, si potrà perfino pensare ad una cultura che non ha fatto i conti con la modernità, in specie dal punto di vista sociale e politico, si potrà dire tutto quello che si vuole ma resta questo fatto: le moschee sembrano avere la capacità di conservare la loro forma tradizionale e contemporaneamente di adattarsi, per quanto possibile, alle varie realtà. Le chiese cattoliche hanno, invece, perso l'una e l'altra.

Ma è davvero inevitabile la coesistenza tra tradizione e modernità, identità e tolleranza? Dobbiamo proprio rassegnarci alla scelta tra una modernità indistinta, vuota e relativista, e una tradizione identitaria ma anti-moderna e totalizzante?

4 commenti:

Biz ha detto...

Pietro, il tuoi mi sembra uno dei punti di vista più intelligenti riguardo a tale questione. Comunque, il punto di vista anche architettonico.
Una parte della risposta deriva da questo: mentre, nella sua storia, il cristianesimo ha sviluppato architetture sostanzialmente europee (afferenti soprattutto a due grandi modalità: quella classicista e quella medioevalista, ma comunque europee), l'architettura islamica si è sviluppata fin dall'inizio con disparate modalità locali: l'architettura arabica non è la stessa di quella egiziana, o magrebina, o moresca, e ancora è diversa quella ottomana, quella persiana, quella indiana mogul ecc. Esiste tuttavia una certa continuità geografica in queste modalità architettoniche: nessuna si è affermata come "tipo" di rifermento valido per tutte, ecc.
In qualche modo, stava quasi avvenendo con l'impero ottomano e la sua architettura. Ma non è avvenuto.
C'è comunque da dire che in ogni caso non c'è stato mai uno "stile moderno" per le moschee. Il massimo del "moderno" nelle moschee contemporanee, almeno quelle mostrate nella rassegna del foglio, mi sembra proprio quella di Roma di Portoghesi.

Pietro Pagliardini ha detto...

biz, io ti ringrazio, ma come avrai notato mi sono limitato ad una osservazione semplicissima e ad una serie di domande. Quello che tu dici è vero, come è però vero che anche le chiese hanno assunto caratteristiche diverse in funzione dei luoghi. Il gotico non è affatto uguale in tutta Europa.
La domanda vera è: perché l'islam ha conservato questa caratteristica e la cristianiatà no? Non volevo dare una mia risposta, che in realtà non ho come risposta definitiva, perché forse avrei dovuto parlare d'altro e sconfinare in un campo che viene prima dell'architettura ed esula abbastanza dal campo di questo blog.
Ciao
Pietro

Biz ha detto...

La risposta che darei alla tua domanda sarebbe basata su un fatto di fondo.
Il Cristianesimo si sviluppò durante il dominio forte dell'Impero Romano. Il suo "istituzionalizzarsi" non ha dunque potuto prescindere dall'innestarsi su strutture giuridiche, istituzionali e anche di tipo architettonico molto forti che derivano dall'Impero (le stesse strutture istituzionali medioevali europee si pongono in continuità con l'Impero Romano).
Per l'Islam la cosa è diversa.
Esplode e si espande di botto, quasi dal nulla. In un certo senso, è nato totalmente a prescindere dagli Imperi.
Pertanto, non ha sviluppato "forme istituzionali" e "forme architettoniche" pre-strutturate che comportavano una nuova civilizzazione ove si andava ad instaurare, ma si innestatava nelle varie e preesistenti, pur introducendo un apporto niente affatto indifferente.
Quindi, di base, e al di là di altri fattori contingenti, l'Islam potrebbe avere una maggiore capacità di adattamento rispetto al Cristianesimo.

Pietro Pagliardini ha detto...

Originale punto di vista il tuo.
Io avrei affrontato la domanda in altro modo cercando di darmi una risposta al fatto se il Cristianesimo, padre ma al tempo stesso figlio della cultura occidentale, che ha avuto l'illuminismo, che ha un'aspirazione universalista e relativista, possa ancora essere capace di esprimere valori legati alla tradizione, a confronto con un Islam che invece non ha avuto l'illuminismo, e si ritrova in una modernità ipertecnologica con valori che, in buona parte, sono rimasti medioevali e per noi non accettabili ma riesce, proprio per questo, a restare fortemente radicato alla tradizione stessa.
Queste sono domande che mi pongo e non risposte convinte e definitive, dubbi e non certezze consolidate.
Ciao
Pietro

Etichette

Alemanno Alexander Andrés Duany Angelo Crespi Anti-architettura antico appartenenza Ara Pacis Archistar Architettura sacra architettura vernacolare Archiwatch arezzo Asor Rosa Augé Aulenti Autosomiglianza Avanguardia Barocco Bauhaus Bauman Bellezza Benevolo Betksy Biennale Bilbao bio-architettura Bontempi Borromini Botta Brunelleschi Bruno Zevi Cacciari Calatrava Calthorpe Caniggia Carta di Atene Centro storico cervellati Cesare Brandi Christopher Alexander CIAM Cina Ciro Lomonte Città Città ideale città-giardino CityLife civitas concorsi concorsi architettura contemporaneità cultura del progetto cupola David Fisher densificazione Deridda Diamanti Disegno urbano Dubai E.M. Mazzola Eisenmann EUR Expo2015 falso storico Frattali Fuksas Galli della Loggia Gehry Genius Loci Gerusalemme Giovannoni globalizzazione grattacielo Gregotti Grifoni Gropius Guggenheim Hans Hollein Hassan Fathy Herzog Howard identità Il Covile Isozaki J.Jacobs Jean Nouvel Koolhaas L.B.Alberti L'Aquila La Cecla Langone Le Corbusier Leon krier Léon Krier leonardo Leonardo Ricci Les Halles levatrice Libeskind Los Maffei Mancuso Marco Romano Meier Milano Modernismo modernità moderno Movimento Moderno Muratore Muratori Musica MVRDV Natalini naturale New towns New Urbanism New York New York Times new-town Nikos Salìngaros Norman Foster Novoli Ouroussoff paesaggio Pagano Palladio Paolo Marconi PEEP periferie Petruccioli Piacentini Picasso Pincio Pittura Platone Popper Portoghesi Poundbury Prestinenza Puglisi Principe Carlo Purini Quinlan Terry Referendum Renzo Piano restauro Ricciotti riconoscibilità rinascimento risorse Robert Adam Rogers Ruskin S.Giedion Sagrada Familia Salingaros Salìngaros Salzano Sangallo Sant'Elia scienza Scruton Severino sgarbi sostenibilità sprawl Star system Stefano Boeri steil Strade Tagliaventi Tentori Terragni Tom Wolfe toscana Tradizione Umberto Eco università Valadier Valle Verdelli Vilma Torselli Viollet le Duc Vitruvio Wrigth Zaha Hadid zonizzazione