Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


31 marzo 2009

UN POSTO A PARTE

Pietro Pagliardini

Il blog UN POSTO A PARTE, di Lucio Massaro, presenta una caratteristica singolare: non prevede commenti.
E’ una scelta che ha una sua coerenza: io scrivo quello che penso, se ti va, bene, se non ti va, non devo convincerti. Niente da obiettare, se non che in testa al blog scriverei grosso: “Questo blog non prevede commenti” così uno lo sa e non perde tempo a cercarli (come è successo a me).
Visto che mi cita sul Piano casa, gli lascio qui il mio commento.

Lucio Massaro mette a confronto il mio giudizio su questa proposta di legge con quello di Stefano Boeri e, pur apprezzandoli, più o meno, entrambi ne trae la conclusione che l’uno esclude l’altro e mi sembra di capire che giudichi quello di Boeri più corretto e più coerente con le intenzioni reali del Piano stesso. Non riassumerò qui in dettaglio i due giudizi perché sono sintetizzati molto bene nel suo post a cui rimando.

Credo che Massaro abbia ragione: le prime due considerazioni di Boeri, cioè il volano economico e la sburocratizzazione, in verità, non sono affatto in contrasto con quanto penso né con quanto ho scritto. Sulla seconda, in particolare, io sono molto più estremista ed entusiasta di Boeri, perché lui interpreta l’autocertificazione dal punto di vista della responsabilizzazione dell’architetto, io sono più sensibile al gesto liberatorio, più simbolico che reale, che questo diritto del 20% comporta per i cittadini.

Ma il punto di vera diversità è il terzo di Boeri, dove lui interpreta la legge in modo sicuramente più corretto del mio, ritenendola orientata più ad atti individuali tendenti ad un rinnovamento del patrimonio edilizio in direzione del risparmio energetico, cioè una vera e propria “rottamazione” delle case, del tutto analoga a quella delle auto, mentre io accentuo un’aspetto urbanistico più ampio, forse una speranza, che nella lettera della proposta non c’è.

Certamente Boeri coglie meglio lo spirito della proposta di legge che non è, come io sostenevo, quello di permettere di dare forma a quelle aree marginali alle periferie urbane che non possiedono nessuna delle caratteristiche di urbanità senza però essere campagna, completamente prive di disegno, di servizi, di un’immagine conclusa e inscrivibile in una qualsiasi forma, cioè prive di identità.
Lo spirito e la lettera della legge è decisamente di tipo economico, fatta e pensata per attivare una grande quantità di piccoli e piccolissimi interventi di ampliamento tra i milioni di possessori di case singole, che attiveranno grandi numeri di piccole e piccolissime imprese con ricadute immediate sul territorio. Ciò risulta evidente dai seguenti elementi:

1) aumento del 20% della superficie in deroga ai PRG, che è una norma appunto per le case singole, essendo improbabile l’utilizzo nei condomini;
2) autocertificazione da parte del progettista;
3) volontà (rientrata) di procedere con decreto legge.

Se oggi fosse approvato un simile decreto, prima dell’estate l’Italia delle periferie e dei paesi vedrebbe una fioritura di gru, montacarichi e ponteggi e vi sarebbero centinaia di migliaia di occupati.

Però non è affatto detto che una legge nata con uno scopo non possa anche servire ad altro.

La demolizione con premio per la costruzione di nuovi edifici, non necessariamente nello stesso luogo, è un suggerimento e una provocazione a Regioni e Comuni spesso inerti ed incartati nella redazione di piani che si sostanziano solo in formalismi e norme, senza un’idea dietro. Ma è anche una provocazione sbattuta in faccia alla cultura urbanistica italiana, ormai sfiancata in dibattiti chiusi all’ambito regionale, quando va bene, anch’essa risucchiata nel vortice normativo in cui è difficile distinguere quanto essa ne sia vittima o suggeritrice.
Una proposta nazionale è, e rimango fermamente di questo parere, un’opportunità e un’occasione da non perdere per tornare al disegno urbano, accantonando per un attimo le procedure, molto più adatte ai giuristi che agli architetti, e al progetto, immaginando una città che cresce entro i propri limiti, con ciò ridefindendoli e disegnandoli, senza occupare nuovi territori, dando sostanza alla abusata parola sostenibilità.

Questa occasione è sempre lì, a disposizione, basta saperla cogliere, senza perdersi in farisaiche grida allo scempio urbano: sarebbe come scandalizzarsi con un uomo morente che fuma l’ultima sigaretta perché il fumo uccide.

Esiste certamente la crisi delle città ma, per ironia della sorte, le difficoltà maggiori si manifestano proprio nel momento in cui c'è un apparato pubblico di architetti e urbanisti di dimensioni imponenti diffuso nelle Regioni, nelle Province, nei Comuni, negli Enti autonomi vari, nelle Università a cui si affiancano i professionisti redattori dei piani. L'informatizzazione consente la conoscenza, la conservazione e l'elaborazione dei dati territoriali. Mai si sono verificate circostanze così favorevoli alla "pianificazione" eppure, o meglio proprio per questo, le città e le campagne non migliorano affatto, anzi scadono in qualità urbanistica e architettonica. E l'unica idea rimasta sembra quella della "rottamazione" per fare case eco-compatibili: meglio di niente ma un po' pochino, sinceramente.
Il mito della pianificazione oggi realizzato appieno con il suo bell'apparato, ha inaridito ogni idea lasciando spazio solo a leggi e procedure.

*****

A Lucio Massaro dico, per il suo ultimo post, che il 3,5% di incremento volumetrico se lo può forse permettere la Provincia Autonoma di Bolzano, che gode di generosi contributi pubblici, ben utilizzati in verità, ma non rientra nei parametri di una normale economia di mercato.

E così ho lasciato due commenti.

3 commenti:

Pietro Pagliardini ha detto...

Autocommento:

ma ripensandoci, perché a Bolzano dovrebbero dare un premio di cubatura a chi demolisce del 3,5%?
Perché no del 4,15% o del 2,95%?
Da quale astrusa calcolazione può essere venuta fuori una roba del genere?
Se doveva essere poco potevano dire del 5%, se doveva essere niente dovevano dire NIENTE.
3,5 non è neanche la media tra 0 e 5.
Mi sono convinto di una cosa: o è una bufala ante 1° aprile o è un refuso di stampa. Non c'è alternativa.
Pietro

Biz ha detto...

Non so bene Bolzano; ma credo che si riferisca ad un premio per nuova costruzione. Cioè, posso incrementare la SLP di 3,5 quale incentivo.
Qui è un po' diverso: si riferisce alle sostituzioni edilizie.
In questo caso, il premio (nel primo progetto di legge, non so più adesso) era del 5% (perchè il 30% riguardava tutte le sostituzioni, cioè quelle con edifici che, pur rispettando i nuovi parametri - quindi, già presumibilmente migliori di quelli costruiti nel trentennio 50-80).

E' chiaro che il 30% (+5%) è un incentivo alla semplice sostituzione edilizia.

Comunque, gli argomenti di Massaro mi paiono buoni.

Pietro Pagliardini ha detto...

biz, io penso sempre al refuso se non voglio pensare ad una pignoleria tedesca.
L'unica alternativa che vedo davvero per un premio così ridicolo e micragnoso sta nel premiare il maggior spessore delle pareti ai fini dell'isolamento termico, oltre evidentemente gli incrementi già previsti dalla legge nazionale.
Ma sarebbe notizia risibile in sè se non fosse che Bolzano si distingue per aver saputo sfruttare al massimo la problematica dell'isolamento termico dei fabbricati e riuscendo ad imporre una filosofia che io giudico talebana a tutta Italia.
Si arriva agli eccessi di case ventilate meccanicamente per non aprire le finestre e questo, sinceramente, mi sembra un passo indietro e non un passo avanti. E poi le case di legno si fanno in Trentino e in montagna, non in Sicilia o in Romagna o in Liguria.
Senza andare a Bolzano qui in provincia di Arezzo ci sono comuni che ormai da anni, almeno 10, consentono spessori di murature esterne fino a 50 cm consentendone il calcolo solo per 30 cm.
Questa è una scelta sia di risparmio energetico, sia morfologica perché consente ad esempio l'uso di rivestimenti in pietra, sia di conoscenza tecnica delle costruzioni per evitare che i pilastri sporgano entro le stanze oppure che costituiscano ponte termico.

Ciò non toglie che su Un posto a parte si leggano riflessioni interessanti che spesso condivido.

Etichette

Alemanno Alexander Andrés Duany Angelo Crespi Anti-architettura antico appartenenza Ara Pacis Archistar Architettura sacra architettura vernacolare Archiwatch arezzo Asor Rosa Augé Aulenti Autosomiglianza Avanguardia Barocco Bauhaus Bauman Bellezza Benevolo Betksy Biennale Bilbao bio-architettura Bontempi Borromini Botta Brunelleschi Bruno Zevi Cacciari Calatrava Calthorpe Caniggia Carta di Atene Centro storico cervellati Cesare Brandi Christopher Alexander CIAM Cina Ciro Lomonte Città Città ideale città-giardino CityLife civitas concorsi concorsi architettura contemporaneità cultura del progetto cupola David Fisher densificazione Deridda Diamanti Disegno urbano Dubai E.M. Mazzola Eisenmann EUR Expo2015 falso storico Frattali Fuksas Galli della Loggia Gehry Genius Loci Gerusalemme Giovannoni globalizzazione grattacielo Gregotti Grifoni Gropius Guggenheim Hans Hollein Hassan Fathy Herzog Howard identità Il Covile Isozaki J.Jacobs Jean Nouvel Koolhaas L.B.Alberti L'Aquila La Cecla Langone Le Corbusier Leon krier Léon Krier leonardo Leonardo Ricci Les Halles levatrice Libeskind Los Maffei Mancuso Marco Romano Meier Milano Modernismo modernità moderno Movimento Moderno Muratore Muratori Musica MVRDV Natalini naturale New towns New Urbanism New York New York Times new-town Nikos Salìngaros Norman Foster Novoli Ouroussoff paesaggio Pagano Palladio Paolo Marconi PEEP periferie Petruccioli Piacentini Picasso Pincio Pittura Platone Popper Portoghesi Poundbury Prestinenza Puglisi Principe Carlo Purini Quinlan Terry Referendum Renzo Piano restauro Ricciotti riconoscibilità rinascimento risorse Robert Adam Rogers Ruskin S.Giedion Sagrada Familia Salingaros Salìngaros Salzano Sangallo Sant'Elia scienza Scruton Severino sgarbi sostenibilità sprawl Star system Stefano Boeri steil Strade Tagliaventi Tentori Terragni Tom Wolfe toscana Tradizione Umberto Eco università Valadier Valle Verdelli Vilma Torselli Viollet le Duc Vitruvio Wrigth Zaha Hadid zonizzazione