Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


30 novembre 2010

ROMA: PROGETTI PER LA PERIFERIA

8 commenti:

Salvatore D'Agostino ha detto...

Pietro,
non mi dire le archistar Peter Calthorpe, Leon Krier e il tuttologo Nikos A. Salingaros (tutori dell’identità italiana) entreranno nella teca modernista maledetta?

Però! Che bella gioventù, che bella tavola rotonda da buontemponi e che bel manifesto stile pro-loco.

Chi ritorna dalla città e che cosa sono le periferie?

Notte,
Salvatore D’Agostino

P.S.: detto tra noi questi dovrebbero costruire la città a misura d’uomo popolare e non nichilista?
Soprattutto non firmata dagli architetti?
Sento profumo di lottizzazioni per nuove speculazioni ‘firmate’.

Pietro Pagliardini ha detto...

Vedo che stamani ti sei svegliato un po' più sereno del solito! Mi compiaccio.
Però il ritorno non è dalla ma alla città.
Forse ti sei confuso con "la donzelletta vien dalla campagna".
Quando si dice.... una piccola d !
Pietro

ettore maria ha detto...

Certo, se il sindaco e il suo entourage volevano rifarsi della penosa conferenza di aprile, con questa hanno semplicemente confermato il trend iniziale.
Se si esclude la presenza di Nikos, che secondo me è stato inserito per motivi machiavellici, (dovevamo evitare di andare avanti con il nostro convegno) le persone sono le stesse della primavera, cui si sono aggiunti un po' di personaggi che finora erano stati nell'ombra per loro scelta.
Sono davvero curioso di vedere cosa diranno e, soprattutto, quanto ancora di ciò che abbiamo detto, scritto e proposto negli ultimi mesi verrà pedissequamente citato senza menzionarne le fonti. Pensare che abbiamo dato l'idea (incluso il titolo) all'uomo che rimane nell'ombra, e che questi non solo abbia portato avanti la nostra idea, ma che addirittura non ci abbia fatti invitare mi fa davvero schifo!
Del resto non potevamo aspettarci altro da certa gente, visto che, come disse quel personaggio alla sua prima apparizione dopo che gli fornimmo i nostri programmi (e pure il mio libro) "è il momento di promuovere gli architetti militanti nel partito e non quelli che finora sono stati alla finestra!"
Mi auguro che Nikos, nel calderone che gli è stato concesso, riuscirà a mostrare e spiegare i nostri progetti in maniera che possano confrontarsi con quelli per i quali gli organizzatori si sono stati ritagliati degli spazi specifici!
Polemicamente
Ettore

Salvatore D'Agostino ha detto...

Pietro,
:-)
Questione di affezione personale alle D.

Comunque, chi ritorna 'ALLA CITTA'?
Sopratutto l'identità dell'architettura italiana - a te tanto cara - dov'è?
Non mi dire nelle 'edulcorate' (gatecomunity a misura di portafoglio) città giardino degli architetti citati nel precedente commento?
In questo caso che fine ha fatto il tuo gatto architetto?

Buona giornata,
Salvatore D'Agostino

Salvatore D'Agostino ha detto...

Ettore,
non ho mai avuto dubbi sulla tua ‘onesta intellettuale’ (perdona l’uso di una ‘frase concetto’ logora) anche se non condivido le tue idee, comprendo il valore e la maturità sia tecnica sia culturale del tuo lavoro.
Come non ho mai avuto dubbi sul latente rancore ‘politico’ de architettonico di questo blog che pur d’imporre un credo molto, molto, molto debole mischia nel calderone ‘architettonico’ concetti e tesi mal conosciute. Urlando frasi disconnesse ma semplici e popolari (con un uso bieco del linguaggio nobile del popolo) pensando d’imporre un credo o una legge ‘architettonica’.
Una sorta d’eugenetica architettonica a fuor di popolo, praticamente un’aberrazione mentale.

Ma lasciamo stare.
Vorrei porti due domande:
1. chi è l’uomo ombra?
2. non credi che questa Roma data agli architetti ‘militanti’ sia una tragedia annunciata?

Buona giornata,
Salvatore D’Agostino

Pavolini-che-gira-nella-tomba ha detto...

Mah... le tragedie curiosamente sono solo quelle (ancora non) realizzate dagli altri. Finora, infatti, a Roma si è pasteggiato a Goldoni e Corviale, in un tripudio di alta cultura architettonica, amorosa, aperta... e senza interessi né speculazioni. Finora mai si era veduto un architetto militante - ma ora che un piccolo workhop dice qualcosa di nuovo (almeno nelle intenzioni), è certa la marcia su Roma, la calata dei barbari, la rovina culturale, il ladrocinio.

A D'Agosti'...! Guarda che ti si vede il naso... E ti arroghi pure di dare i voti di buona fede...

Salvatore D'Agostino ha detto...

Pavolini-che-gira-nella-tomba,
perdonami non ho mai dato voti di buona fede.
Dico solo che non è vero che è la prima volta (soprattutto a Roma) che si apre un dialogo tra politici e architetti.
Inoltre che sia il moderno sia l’idea di città è stata messa in discussione da anni da tanti altri attori.
Credo che a Roma ci siano architetti molto più bravi dei presenti al convegno - non chiamati da me – dei ‘militamti’.
Mi sembra che Roma si stia difendendo più che si stia rigenerando su se stessa (lasciamo correre il termine riqualifica, poiché è un termine inutile usato sia dalla destra sia dalla sinistra).
Basta andare in piazza San Pietro per capire il significato di rigenerizzazione.
L’identità dell’architettura italiana non si è mai guardata indietro poiché sa guardare avanti avendo la consapevolezza della propria storia.
Copia incollare le città giardino ‘anglosassoni’ - in seguito esportate nelle sue colonie nel mondo - significa abbandonare l’agone fondativo delle nostre città.
Il nostro presidente - che si è auto definito un grande urbanista - in conformità a quel modello ha creato la gatecomunity ‘Milano 2’ e in seguito Milano 3 e la città provvisoria ‘Aquila 2’.
Sono modelli logori sappiamo fare meglio e ripeto a Roma ci sono architetti molto bravi che da anni lavorano e producono opere egregie (purtroppo non amano l’accredito politico).

E dopo per carità lasciamo perdere i temi facili/politici/d’urbanistica ideologica (Corviale. Tor della Monaca, Laurentino 80)

Quali sono le idee per il neo quartiere Caltagirone?

Per questo ---> http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=roma&sll=41.697104,-3.928005&sspn=0.298391,0.441513&g=roa&ie=UTF8&hq=&hnear=Roma,+Lazio&ll=41.836029,12.490082&spn=0.009305,0.021973&t=h&z=16

O per il quartiere abusivo Montespaccato iniziato nel 1980 ---> http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=roma,+montespaccato&sll=41.851502,12.451458&sspn=0.018605,0.043945&ie=UTF8&hq=&hnear=Monte+Spaccato,+Roma,+Lazio&ll=41.909384,12.390314&spn=0.004647,0.010986&t=h&z=17

Cominciamo a parlare di città e non di urbanistica da supereroe politico + architetto.
La città se ne fregherà (com’è sempre avvenuto in Italia) della soluzione perfetta e prenderà altre strade (nel suo senso generativo).
Saluti,
Salvatore D’Agostino

Pietro Pagliardini ha detto...

Chissà se Caltagirone oltre a comprare terreni, costruire edifici, venderli e guadagnarci, è anche architetto, disegna orribili piani di lottizzazione, se li approva in commissione urbanistica, se li approva in consiglio comunale e poi disegna da solo orribili progetti architettonici, se li approva da solo in commissione edilizia e infine si rilascia la concessione edilizia.
Davvero un supereroe questo signore, che tra l'altro risparmia sugli architetti.
Pietro

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