A Firenze il 16 settembre sé tenuto un bel convegno dal titolo “RITORNO ALLA CITTA'”, organizzato da un gruppo di giovani e attivissimi architetti che si raccolgono in una associazione chiamata STUDIUMCITY e patrocinato dall’Ordine di Firenze.
La mattina hanno parlato Marco Romano, Franco Purini, Gabriele Tagliaventi e Sergio Los.
Proverò a riassumere a memoria e con i pochi appunti presi, cercando più possibile di attenermi ai contenuti da loro espressi:
MARCO ROMANO
Marco Romano, profondo conoscitore delle città di ogni continente, dopo aver esaltato la ricchezza della città europea che ha “inventato” la piazza, ha ribadito quanto scritto nel suo ultimo libro, cioè che la città è un’opera d’arte perché gli edifici, sia quelli pubblici o rappresentativi (i temi collettivi), sia quelli privati sono stati realizzati, a partire dal 1200, con intenzione estetica.
La città tuttavia crea disparità nei cittadini, in base all’appartenenza a classi o per censo; infatti nobili e benestanti abitano nel centro vicini alle piazze e ai temi collettivi e i meno abbienti abitano in prossimità delle porte, cioè in periferia. La periferia esisteva già 1000 anni fa e ciò che caratterizzava la periferia era non solo la distanza dal centro ma soprattutto la mancanza in essa di temi collettivi (i temi collettivi sono perciò una ricchezza).
Come fare a riequilibrare questo diverso uso della città per attenuare le differenze? Qui Romano ha portato diversi esempi di città che hanno affrontato e risolto questo argomento, tra cui San Giovanni Valdarno, città di fondazione, in provincia di Arezzo, su progetto di Arnolfo di Cambio: tutte le strade convergono nella piazza centrale e questo è un modo intenzionale, secondo Romano, per far percepire agli abitanti delle strade meno importanti e più periferiche che anch’essi fanno parte a pieno titolo della città e per farli sentire meno lontani dal centro rendendolo visibile dalla strada.
Anche a Milano e a Parigi, come a Barcellona e a Madrid ci sono viali che partono dal centro e si spingono fino in periferia. Ha poi portato ad esempio un suo piano per una parte periferica di Modena intorno alla stazione dell’Alta Velocità, risolta non imitando il centro storico ma integrandola al centro mediante una rete di strade e viali tematizzati.
FRANCO PURINI
Purini ha fatto un omaggio alla fiorentinità con un richiamo letterario a Palazzeschi che contrappone la varietà delle colline dall’anonimato della pianura leggendo questo brani da Le Sorelle Materassi:
"Dirò altresì, non per migliore chiarezza ma per scolpire meglio con un’immagine la positura, che in questa terra la collina tiene il posto della signora, e quasi sempre signora vera, principessa, la pianura vi tiene quello della serva, cameriera o ancella;…
Riporterò alcuni nomi di queste colline riuscendo essi, meglio dele parole, a dimostrarsi tale evidenza: Bellosguardo, e notate che molte ve ne sono dove lo sguardo è ancora più bello, Il Gelsomino, Giramonte, Il Poggio Imperiale, Torre del Gallo, San Gersolé, Settignano, Fiesole, Vincigliata e Castel di Poggio, Montebeni, Il Poggio delle Tortore, Montiloro, L’Apparita e L’Incontro, Monte Asinario, Il Giogo, Monte Morello… Sentite invece i nomi della pianura: Rifredi, Le Caldine, Le Panche, Peretola, Legnaia, Soffiano, Petriòlo, Brozzi, Campi, Quarto, Quinto, Sesto… anche la fantasia pedestre si spegne, sembrano gli evirati dell’immaginazione".
Naturalmente questa bella citazione non è stata fatta a caso ma per dire che la pianura è in qualche modo il luogo della sperimentazione e della ricerca per apportare a quel territorio naturalmente piatto e monotono quella fantasia e varietà che la collina invece possiede per dono naturale. Per questo, prosegue Purini, il Palazzo di Giustizia a Novoli di Leonardo Ricci, se pur non del tutto coerente nella sua esecuzione all’idea originaria dell’autore, deve essere valutato in questo contesto, come se fosse una collina in mezzo alla pianura. Poi prosegue dicendo che è certamente apprezzabile anche il vicino Piano di Novoli di Lèon Krier che arricchisce la pianura con le sue strade tortuose e articolate. Su questo argomento aggiungerò un mio commento nel prossimo post.
Passa poi ad indicare alcune parole chiave per il ritorno alla città:
-Densificazione
-Equivalenza teorica e pratica tra nuovo e vecchio (recupero sì ma è inevitabile costruire anche il nuovo)
-Semplificazione normativa
-Scala media: gli interventi edilizi non devono essere di dimensioni spropositate.
GABRIELE TAGLIAVENTI
Ha svolto una spumeggiante relazione che è arduo e riduttivo da raccontare con le sole parole perché faceva tutt’uno con una ricca quantità di immagini che illustravano i concetti espressi e arricchita da una notevole quantità di dati statistici significativi di cui ho potuto tenere traccia solo dei più significativi.
Prima ha decretato la morte dei grattacieli e dell’insana rincorsa verso l’alto, e questo grazie alla crisi.
Poi ha affrontato il tema della densità urbana, dichiarando che una città per essere efficiente deve essere densa e compatta e a questo proposito ha riportato i seguenti dati:
Bologna, la sua città, a fronte di un decremento notevole di popolazione è cresciuta in termini di superficie a dismisura raggiungendo attualmente i 9.000 ettari. Questo vasto territorio è cresciuto come un’ameba, completamente priva di una forma riconoscibile tanto da rendere difficilissimo un sistema di trasporti pubblici efficienti e addirittura impossibile una metropolitana che dovrebbe raggiungere quartieri sparsi ovunque e senza un disegno compatto. Il tutto a fronte di una popolazione attuale di circa 360.000 abitanti.
Nella stessa superficie territoriale di Bologna, 9.000 ettari, è invece compreso tutto il centro di Parigi che conta però circa 2.200.000 abitanti. E Parigi, dice Tagliaventi, è una città bellissima grazie a molte cose, tra cui il piano del barone Hausmann ma anche grazie alla sua densità che la rende viva ed efficiente con un piano terra occupato da negozi e botteghe, cosa ormai impossibile a Bologna perché è dispersa, non c’è la strada e soprattutto c’è una grande quantità di mall e ipermercati.
Questi, nati negli USA, sono però ormai da tempo in assoluta decadenza in quel paese, tanto che nel 2008 non ne è stato costruito nemmeno uno e quest’anno anzi ne sono stati demoliti 45 (se ho capito bene) per fare posto a cittadine vere e proprie con strade, negozi, drogherie al piano terra e abitazioni e uffici ai piani superiori.
Lo stesso fenomeno sta avvenendo in Francia dove si stanno demolendo centinaia di condomini nelle banlieue per sostituirli con piccole cittadine, sempre con le stesse caratteristiche di mescolanza di funzioni e con architettura regionale.
Porta l’esempio, tra gli altri, di Plessis Robinson (foto sopra e sotto) un comune della cintura parigina, dove sono stati distrutti i soliti fabbricati alti e anonimi per essere sostituiti con un vero centro urbano ben visibile nelle foto aeree. In effetti sembra un centro storico ma è invece quanto costruito al posto dei casermoni che ancora si vedono intorno.
Poiché il post rischia di diventare troppo lungo rimando ad un post successivo sia alcune mie considerazioni sia il resoconto dell’intervento di Sergio Los che, per me che non lo conoscevo se non di nome, è stata una vera e piacevolissima scoperta. Spero di poter mostrare alcune foto delle sue divertentissime e incisive diapositive, che però immagino saranno di pessima qualità perché scattate con il cellulare.
N.B. L'immagine di San Giovanni Valdarno è tratta dal sito Le belle città, di Marco Romano
Le immagini di Plessis Robinson sono tratte da Google earth e da Virtual Earth.
19 settembre 2009
RITORNO ALLA CITTA': SINTESI DI UN CONVEGNO
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4 commenti:
Bene Pietro,
grazie dell'approfondito riassunto.
... Ma poi tu l'hai fatto il tuo intervento? E se si, mi farebbe piacere che riassumessi anche quello.
A presto
Ettore
Caro Ettore nel pomeriggio ci sono stati mol ti interventi, tra cui il mio che, comunque non passerà alla storia. D'altronde sapevo di dover parlare dopo quei grossi calibri e sapevo anche che il pomeriggio era dedicato come d'obbligo ormai anche alle istituzioni.
Vedrò se pubblicarlo o meno ma ti posso dire che ho cominciato citando il lavoro l'Araba Fenice di Nocera Umbra, ovviamente citandoti, quindi ho affrontato il tema delle normative. Mi premeva in verità a Firenze ribadire una volta di più che la legge urbanistica regionale è una cosa immonda che impedisce, in maniera scientifica, qualunque progetto serio.
Insomma ho affrontato il tema progetto-normative.
Saluti
Pietro
Caro Pietro,
grazie di cuore per la tua attenzione.
Con gli amici di STUDIUM CITY stiamo lavorando per prepartare gli atti del convegno e speriamo di poter presto realizzare un volume PDF facilmente scaricabile in rete, la parte più complessa sarà la "sbobbinatura" degli interventi della mattina, ma ci stiamo già lavorando.
Nel frattempo in modo assolutamente random stiamo pubblicando gli interventi del pomeriggio sul blog di "ritorno alla città" (a tal proposito mi manca ancora il file dell'intervento di una persona che conosco) spero di pubblicarli con cadenza almeno settimanale.
Saluti
Angelo Gueli
Angelo, avete organizzato un ottimo convegno e il minimo era raccontarlo come meglio potevo. Non ho provveduto a registrarlo perché immaginavo l'avreste fatto voi, con ciò sollevandomi dalla immane fatica di sbobinarlo.
Quando saranno pubblicati gli atti sul vostro blog lo linkerò senz'altro.
Provvederò quanto prima a compiere l'alto mio dovere.
Ciao
Pietro
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