Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


1 settembre 2008

ROBERT ADAM: IL MODERNISMO CONSERVA SE' STESSO

Pietro Pagliardini

TIMESONLINE, la versione on line del TIMES di Londra, che dà un grande spazio all’architettura, è molto critico con il Principe Carlo, sia per la sua passione per l’architettura tradizionale, che per i suoi comportamenti pubblici e privati, e pure per il suo ambientalismo, insomma, per tutto ciò che lo riguarda.
Tuttavia, ultimamente sono frequenti articoli e interviste che parlano di Poundbury, il villaggio voluto dal Principe e progettato da Lèon Krier, come un notevole successo di pubblico e che viene ora anche preso come esempio dal governo britannico per nuovi insediamenti rurali.
Ultimamente è stato pubblicato questo articolo-intervista a Robert Adam, un architetto classico che riporto di seguito integralmente tradotto.
La foto sotto non è nell'articolo ma è una mia aggiunta.

TIMESONLINE- 25 giugno 2008
Lo stile di guerra degli architetti
Robert Adam e Quinlan Terry danno inizio ad una battaglia di stile attaccando il Modernismo
di Lucy Alexander

Robert Adam è andato in prima pagina il mese scorso quando si è unito ad un altro architetto Classico, Quinlan Terry, progettista del nuovo ambulatorio presso l’Ospedale Reale a Chelsea, con un robusto attacco al Modernismo. I due hanno condannato ciò che essi considerano un pregiudizio da parte del Royal Institute of British Architect (RIBA) contro gli edifici tradizionali nell’assegnazione dei suoi premi annuali (la lista di quest’anno comprende il terminal 5 e lo Stadio di Wembley).

Adam, che è stato giudice del RIBA per 12 anni, ha descritto i premi dell’ultimo mese come una “truffa”, dicendo che “ il RIBA e la classe professionale degli architetti si stanno comportando con stile fascista. Questa è una battaglia tra il tipo di architettura che una cricca professionale pensa sia giusta e gli edifici che piacciono al pubblico.”

Lord Rogers di Riverside, il cui studio ha vinto diversi premi, compreso uno per Oxley Wood, uno sviluppo di residenze prefabbricate a Milton Keynes, ha risposto acido: “Il Modernismo è sempre stato uno shock e sembra che alcuni ci mettano molto tempo per guarire”.

Secondo Adam, il movimento per l’architettura Moderna, che cominciò negli anni ’20 come un rigetto iconoclasta delle forme storiche, si è calcificato in una nuova ortodossia, intollerante dei dissidenti.

“Gli edifici tradizionali non ottengo mai alcun credito da nessuno nel mondo professionale degli architetti. Per oltre 40 anni è accaduto che avresti potuto bocciare nel college di architettura se tu avessi disegnato un edificio tradizionale. Sei visto come se tu copiassi il passato. Ma il futuro deve inevitabilmente coinvolgere il passato a qualche livello”

Adam si spinge fino ad imputare un sottofondo sinistro all’ideologia Modernista in architettura: “E’ totalitaria. Richard Rogers disse una volta che Poundbury dovrebbe essere distrutta. Non si è accontentato di dire che a lui non piace, ma che avrebbe dovuto essere cancellata. Loro, i Modernisti, non possono tollerare nessuno che faccia qualcosa che non si adatti alla loro nozione di progresso accettata come vera”.

Questa è la stessa Poundbury che un’analisi del governo mercoledì ha raccomandato di prendere come copia per lo sviluppo di future comunità rurali di successo.

L’accusa di Adam che gli architetti sono indifferenti dell’opinione pubblica suona veritiera quando si considera che la recente campagna per salvare i Robin Hood Gardens, una lugubre e antiquata offesa alla vista in cemento degli anni ’60 che i residenti e il consiglio hanno convenuto di buttare giù.

La decisione all’inizio di questo mese di Margaret Hodge, il Ministro per l’Architettura, di non mettere nell’elenco del patrimonio (e perciò di proteggere dalla demolizione) con la motivazione che “esso ha fallito come luogo vivibile per gli esseri umani”, ha mostrato una disponibilità all’ascolto delle ragioni dei comuni residenti. Di contro un recente titolo nella rivista Building Design, che ha condotto la campagna per salvare i Robin Hood Gardens –“ Il rifiuto della Hodge di metterli in elenco è un affronto alla professione”- rivela che il consiglio dei residenti non rappresentava una priorità per gli architetti.

I Modernisti sono ora, almeno sembra, nella bizzarra posizione degli iconoclasti che si sono piegati a preservare le proprie tradizioni tramite il sistema degli elenchi dell’English Heritage (ente che protegge il patrimonio storico inglese). Che cosa sostituirà l’immobile demolito resta ancora da vedere. Colonne classiche appare improbabile.”


ULTIMISSIME: E'di oggi 1 settembre la notizia riportata su Building Magazine che il Governo Britannico rivedrà la decisione di non inserire i Robin Hood Gardens nell'elenco dell'English Heritage.

Dunque ha ragione Adam: il Modernismo è un movimento di conservazione di se stesso.

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Di seguito allego i links a due articoli su Pondbury, il primo che ne decreta il successo, il secondo in cui il Primo Ministro Gordon Brown ha deciso di prendere la cittadina come esempio per nuovi insediamenti commerciali e residenziali nelle zone rurali.

http://www.timesonline.co.uk/tol/life_and_style/article1126292.ece

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/politics/article3649184.ece


N.B. Le immagini aree sono tratte da:
Poundbury: Google Earth
Robin Hood Gardens, Londra: Virtual Earth di Microsoft

5 commenti:

Nikos A. Salingaros ha detto...

Pietro;

Ottimo che l'articolo molto forte de Robert Adam addesso è pubblicato in italiano sul tuo sitio. Vorrei suggerire che non è totalmente independiente degli sviluppi recenti nel mondo architetturale italiano.

Robert è venuto alla mia conferenza in Austin, Texas, nella "Congress for the New Urbanism", il 4 Aprile. Dopo abbiamo parlato della revoluzione in Italia, già cominciata con gli articoli di Roger Scruton e me (22 Marzo) e seguita con le dichiarazioni assurde de Fuksas e Botta nell'articolo di Pierluigi Panza il 25 Marzo. Nessuno fuori l'Italia sapeva di queste successe inaspettate (e l'appoggio di Celentano, Berlusconi ed altri notevoli), perchè era tutto in italiano. Ho convinto a Robert che questa volta, il cambio è inevitabile, e che finalmente andiamo avanti. Mi ha detto: "Potrebbe che questo momento è storico per l'architettura in Italia, e dunque per quella Europea. Vediamo cosa possiamo fare noi fuori l'Italia".

Io dovevo participare nel dibattito dell'Oxford Union sulla educazione architettonica il 21 luglio. Come non potevo tornare in Inghilterra dopo il mio viaggio in Italia, ho chiesto a Robert di sostituirme. Christopher Alexander era presente nel dibattito, e gli amici mi hanno detto che Robert ha fatto una bella presentazione.

Questo articolo di oggi era pubblicato in inglese il 25 luglio, dunque, dopo di una serie di evenimenti che hanno cominciato più o meno con la revoluzione architettonica in Italia. Abbiamo traversato un spartiacque, con un componente di participazione italiana.

Signalo una possibile seconda revoluzione questo mercoledì, il 3 settembre, nella Fondazione del Principe Carlo in Londra. La mostra è intitolata "New Palladians Exhibition", e vedremmo i nuovi proggetti di Robert Adam, Quinlan Terry, molti amici Classicisti, ed incluso il mio gran proggetto con Hadi Simaan e José Cornelio-da-Silva. Sarrà una bella sorpresa!

Cari saluti a tutti.
Nikos

Anonimo ha detto...

Pietro, salta all’occhio la differenza tra i due opposti concetti di città desumibili da chiunque dalle due foto che precedono il tuo articolo: in un caso il modello ad aggregazione spontanea ha prodotto un abitato molto denso e frammentato, segno di un concetto urbanistico che privilegia i rapporti di vicinato in un dedalo di microinterventi a misura d’uomo (rigorosamente singolare), nell’altro caso una progettazione calata dall’alto ha, sì ,‘confinato’ gli abitanti (rigorosamente plurali) in volumi bloccati e ripetitivi come caselle postali, ma ha ricavato in posizione baricentrica un’area di verde comune di dimensioni impensabili nella prima soluzione. Certo, non è "La Ville Radieuse", ma è innegabile che lo sviluppo in verticale sia l’unico mezzo per liberare terreno a favore di infrastrutture collettive, parchi, parcheggi, attrezzature sportive ecc.
Scusa l’esposizione in soldoni, da casalinga di Voghera, volevo solo introdurre un interrogativo: non può essere che la progettazione urbanistica si debba adattare elasticamente alle singole esigenze, caso per caso, a volte in un modo a volte in un altro, e che sia oziosa questa continua antinomia tra i due modelli che anche tu proponi? Che non sia un’antinomia più nella testa degli architetti che dei destinatari finali?

ps: che il principe Carlo guardi con nostalgia al passato e voglia preservarlo mi sembra più che ovvio, personalmente sono contraria alla preservazione dello stesso principe Carlo.

ciao
Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

A Vilma. Quella foto l'ho messa proprio per il motivo che tu hai immediatamente colto, per fare apprezzare la differenza tra due modelli.
Che il modello verticale liberi spazio a terra è ovviamente un banale calcolo matematico ma che quello spazio liberato rappresenti poco o niente dal punto di vista della qualità mi sembra ormai verificato nei fatti:
1) intanto gli abitanti di quello specifico complesso, i Robin Hood Gardens chiedono la demolizione del complesso: un motivo ci sarà. Sarà colpa dell'edificio più che dello spazio verde ma fatto sta che non è il solo caso in cui si cominicia a parlare di demolizione di questi sogni da macrostruttura nati nella mente di architetti (prima degli utopisti, poi di LC): il Corviale, le torri di San Polo a Brescia, i Robin Hodd Gardens, tutti simboli dell'architettura moderna che tu ed io abbiamo studiato.(Inciso: Non ha mai sentito di fronte a questi edifici, al di là delle buone intenzioni, il sapore di un atteggiamento autoritario di chi vuole irreggimentare e decidere per gli altri cioè che è bene e ciò che è male?).
Inutile dare la colpa al cattivo stato di manutenzione, come fanno i progettisti per difendere le loro opere. Evidentemente è sbagliato il progetto.
2)Il modello Poundbury, se accantoni per un attimo il progetto architettonico che capisco possa suscitare qualche dubbio (anche perchè è molto inglese e per noi pittoresco), propone un rapporto tra le persone che è quello della città storica, è "singolare", come dici te. Mi consentirai, per dirla terra terra, che a Poundbury ci puoi passeggiare, rischi anche di incontrare qualcuno con cui scambiare un saluto, puoi sentirti parte di una comunità, provare un senso di appartenenza ad un luogo e ad una comunità e avere relazioni sociali che poi niente altro sono che il motivo per cui l'uomo vive nelle città, la più grande tra le invenzioni umane, e non isolato nelle foreste? Nei Robin Hood Gardens potrai fare jogging la mattina ma lì finisce la gioia e la città stessa.
Ma tu dici: perchè non facciamo scegliere? Benissimo! Lo penso anch'io, per quello che conta, ma lo pensa e lo scrive da sempre anche Lèon Krier che non ha mai detto di desiderare un mondo come una grande Poundbury. Lui apprezza sul serio molti architetti contemporanei ma non apprezza che siano gli unici architetti contemporanei. Lui parla e scrive sempre di "un'altra modernità" che vuol dire molte cose ma fondamentalmente significa: rispettate una scelta diversa dalla vostra, che non è l'unica possibile, è solo diversa. Soprattutto, offrite agli studenti un quadro completo delle scelte possibili, dopo esservi fatti voi un'idea di cosa si parli. Non fate vincere i concorsi sempre e comunque, per difesa di casta, agli stessi progetti "bellini" nella grafica ma il più delle volte privi di alcun significato nel contesto, se uno studente si azzarda a fare un tetto a capanna in una esercitazione non lo bocciate, non disprezzate un architetto che sfuma la sua "personalità" mimetizzando il suo progetto per rispettare ciò che esiste; abbandonate il senso di superiorità antropologica che alla lunga potrebbe non pagare (vedi politica italiana).Interrompo qui il tono biblico.
Poundbury viene enfatizzata proprio perchè, per riuscire a dare un esempio che oggi è apprezzato dalla gente e dai politici (ecchissenefrega dei critici), ha dovuto trovare Sua Altezza Reale il Principe Carlo disposto a investire, non so se denaro ma certamente tempo ed energie, per creare il campione di un'idea. Solo per questo io dico, contrariamente a te, andrebbe preservato.
Ho tenuto, come vedi, il discorso sul piano delle nostre amiche casalinghe di Voghera (che a questo punto è la città più citata del WEB e che prima o poi dovrò andare a visitare) che poi è lo stesso livello di Poundbury, cioè quello adatto alla gente comune (e chissenerifrega dei critici).
Saluti
Pietro

Anonimo ha detto...

Un altro esempio di macrostruttura che lascia libero il terreno per aree verdi, parchi, attrezzature sportive, una nuova "Ville Radieuse" o "Unité d'abitation" che dir si voglia, un'architettura moderna di chiara derivazione dalle teorie Lecorbuseriane: le "Vele" di Napoli che fanno da palcoscenico al film "Gomorra".
Giulio Rupi

Anonimo ha detto...

Il riferimento alle le Vele, diventate un ghetto per delinquenti, sottintende un giudizio su questa tipologia architettonico-urbanistica o è casuale?

Vilma

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