Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


17 marzo 2008

EQUIVOCI, scritto per il foglio dell'Ordine Architetti Arezzo

di Pietro Pagliardini, Arezzo 2004

Vecchio e Nuovo.
I due aggettivi richiamano alla memoria altri opposti di uso comune:
Riformista - Conservatore
Bello - Brutto
Buono - Cattivo
Giusto - Sbagliato
ecc., ecc.
Questi termini così categorici non servono solo a collocare noi stessi rispetto al mondo e a far capire agli altri cosa e come pensiamo ma servono soprattutto alla nostra mente per semplificare, discernere e catalogare comportamenti, situazioni, oggetti, individui.
La cultura della modernità tende a farci attribuire a Vecchio una valenza prevalentemente negativa e a Nuovo una prevalentemente positiva; per Riformista-Conservatore vige la stessa regola.
Gli altri opposti, invece, non si discutono, rappresentano un valore assoluto, non relativo alle circostanze e il giudizio di valore non è dipendente dal periodo storico, culturale o sociale.
Dunque:
Bello, Buono e Giusto ......... sono termini ....... sempre positivi.
Vecchio e Conservatore ...... sono termini ....... quasi sempre negativi.

Qualche esempio:
-Conservatore, usato come sostantivo, è anche l’iscritto al nostro Ordine che si occupa della Conservazione dei monumenti e dei beni artistici e perciò si suppone abbia valore positivo;
-Vecchio attribuito a certe qualità di vino ha un valore (anche economico) fortemente positivo.
-Muore un anziano politico di “destra” molto stimato in quanto onesto, retto e coerente nelle sue scelte di vita e amici e avversari - in vita - gli rendono omaggio - in morte - definendolo “un esempio di Vecchio conservatore”: usati insieme i due negativi diventano “molto” positivi (tanto è morto e non da noia a nessuno)
-Però “Vecchio conservatore!!!” gridato alla stessa persona in vita durante una discussione politica sarebbe suonata come “molto” negativa anzi dispregiativa.
-Il Riformista è anche il titolo di un giornale: mica avranno dato un titolo negativo ad un giornale!
-Però “Riformista!!!” detto fino agli anni ’70 (e oltre) da un comunista ad un socialista era molto più di un’offesa (a parere del comunista, non del socialista che però s’incazzava lo stesso).

Dopo questo delirio verbale che neanche il Prof. Alberoni (che peraltro non leggo perché il lunedì non compro mai giornali e comunque non compro quasi mai il Corriere della sera) veniamo al dunque: come la mettiamo con l’architettura?

Per capirsi: semplificherò attribuendo a Vecchio il significato di Antico e a Nuovo quello di Moderno e che mi riferirò all’architettura moderna, con significato esclusivamente temporale e non stilistico. In campo architettonico l’ambivalenza nel significato di Vecchio e Nuovo è ancora più in relazione alla fonte di provenienza. Vi sono sostanzialmente due gruppi sociali diversi che utilizzano i due termini con valore diverso:

Gruppo A
E’ quello che ha la voce più forte, è l’establishment dell’architettura, cioè il mondo accademico, che trova sponda nel mondo dell’editoria (per pochi intimi), che dirige senza alcun controllo i concorsi, facendo ben attenzione a non premiare i migliori ma ad alimentare le proprie opinioni e a fare favori che saranno restituiti quando si invertiranno le parti. Se la suonano e se la cantano. Per questa “casta”, Vecchio ha connotazione fortemente negativa; anzi, per una consolidata tecnica egemonica, Vecchio non esiste proprio: ignorare per discriminare; chi lo predica non ha neanche diritto d’asilo culturale, non ha voce, non si discute con questi ignoranti. Solo il Nuovo esiste. E l’altra “casta” che con essa dialoga, quella dei politici, l’ha accontentata, inserendo nella legge Merloni un bel punteggio per premiare la “sperimentazione” nei concorsi. Sperimentazione è sinonimo di Nuovo e poiché, notoriamente, siamo agli albori di una civiltà urbana, dato che viviamo in villaggi decrepiti di capanne e visto che il territorio della selvaggia Italia ed Europa è una tabula rasa in cui architetti d’estro devono inventare città e case, la legge è Riformista e premia le invenzioni.

Gruppo B

E’ il gruppo della massa (che paga) di utenti, cittadini, fruitori dei singoli beni e della città nel complesso, i quali non sono addetti ai lavori, non conoscono tutte le sfumature del linguaggio architettonico, non hanno necessariamente cultura storica o artistica, esprimono più un bisogno di pancia che una riflessione critica consapevole ma chiedono “segni” evocativi di quella civiltà urbana o rurale che viene, dalla contro-parte (che riscuote), ritenuta tanto indegna da essere ignorata con la sperimentazione. E allora per soddisfare chi apprezza (e paga) quei “segni” di Vecchio, ecco che il mercato si attrezza con un repertorio di archetti e capitelli in c.a., tetti di svariata tipologia, timpani, colonne, ecc. insomma quanto di meglio noi tecnici riusciamo a fare per soddisfare quel bisogno, con i pochi mezzi culturali di cui disponiamo, visto che all’università ci hanno insegnato solo forme astratte nello spazio vuoto con cui si vincono i concorsi ma non si mura un metro cubo che uno. E le nostre città diventano le sommatorie di Nuove lottizzazioni, con case che sono un simulacro e una parodia del Vecchio e che finiscono per fare il gioco di coloro che aspirano al Nuovo.

In realtà questo è il solito gioco di potere di una minoranza che riesce a imporre alla maggioranza il proprio punto di vista mediante legami forti di casta e fra caste. Io penso (se non si fosse ancora capito) che il Gruppo A, che predica il Nuovo, sia Vecchio e Conservatore (in senso negativo) e il Gruppo B che aspira al Vecchio sia Nuovo e Riformista (in senso positivo), perché penso che l’architettura Vecchia sia prevalentemente Positiva, mentre quella Nuova prevalentemente Negativa.

L’equivoco sta nel fatto che l’architettura che si professa Nuova è Vecchia, quella Vecchia è Nuova.

Come tema per il prossimo numero di questo foglio consiglierei di prendere in esame una delle seguenti coppie di opposti:
mondo accademico - mondo professionale
disegni - realizzazioni
architettura delle riviste - architetture della gente

che è poi come dire, in altro campo:
stato - mercato
istituzioni - società civile

Sarebbe un modo utile per capire, non rassegnarsi e cominciare, per esempio, a discriminare i falsi cultori del Nuovo.

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