Pietro Pagliardini
“Mediante l’urbanistica e l’architettura, l’ambiente e il paesaggio possono entrare nella città o, della città, costituire un elemento figurativo e spirituale determinante . [omissis]
Bisogna saper sfruttare questa fonte di benefici inestimabili. [omissis]
Ancora e sempre vale la norma dettata dal sole: e fra le leggi della natura e le imprese dell’uomo regnerà l’unità.
La ricerca delle unità di grandezza conforme ha stimolato l’invenzione di elementi architettonici e urbanistici tutti giustificati dalla tecnica moderna. [omissis]
Premuti come siamo dalle velocità meccaniche, avvertiamo urgente una necessità: liberare le città dalla costrizione e dalla tirannia della strada! Questa liberazione è oggi possibile.
Un esempio renderà evidente il cammino percorso: un esempio reso dalla pratica urbanistica corrente, anzi in voga, e che nelle scuole viene proposto come modello d’applicazione dei metodi di ricomposizione tendenti ad allargare le strade e a dar loro nuove sagome.
A: isolato di vecchie case.
B: ricomposizione della proprietà fondiaria.
C: nuova disposizione edilizia, composta di edifici affaccianti su strade e su vasti cortili.
Risultati:
1) La strada rimane un corridoio, un luogo di transito comune ai pedoni, alle automobili, agli autobus, ai tram, ecc.;
2) Le facciate (le loro finestre) s’aprono sul frastuono e sulla polvere della strada o sui cortili;
3) L’orientazione delle abitazioni rimane arbitraria, perché dipende da tracciati vari che non hanno alcuna relazione con la norma solare;
4) Il verde ha una funzione limitata all’abbellimento dei cortili e non partecipa alla scenografia della strada, con mancato profitto per la città;
5) La disposizione adottata ignora i “prolungamenti della casa”, chiave del problema dell’abitazione.
Procedendo invece secondo i princìpi sviluppati nel nostro studio, si ottiene la disposizione rappresentata nella seguente figura:
Estesa agli isolati adiacenti, questa sistemazione determina spontaneamente la liberazione dei suoli riordinando le circolazioni pedonale e veicolari. [omissis]
Questo esempio basta a dare la misura della vastità del rinnovamento che proponiamo di operare mediante l’architettura e l’urbanistica. Abolita la tirannia della strada, tutte le speranze diventano lecite”.
Estratto da Le Corbusier, Maniera di pensare l’urbanistica, Laterza, Capitolo sesto.
In questo breve brano e in questi 4 disegni c’è la più elementare spiegazione di Poundbury. Un bambino sarebbe in grado di capire: qui sta il “genio” di LC.
Basta riavvolgere il filmato di quei bei disegni ed ecco Poundbury.
Basta scorrere la rotellina del mouse in senso opposto e ….fare un salto nel passato? No, fare un feed-back, cioè una retroazione, cioè : “la capacità di un sistema dinamico di tenere conto dei risultati del sistema per modificare le caratteristiche del sistema stesso”, ed ecco Poundbury.
L’architettura si vanta spesso di essere scienza e quindi di dover sperimentare ma, nella scienza, quando gli esperimenti falliscono, se ne prende atto e si segue un’altra strada o si abbandona quel filone. Non c’è niente di scientifico nel battere la testa contro il muro della propria testardaggine e perseverare nell’errore.
Dunque occorre ricominciare da dove quell’ipotesi (che in realtà era una tesi asserita con certezza) ha avuto inizio, non si abbandona quel filone, cioè la strada e l’isolato, ma si aggiorna il sistema dinamico alle mutate condizioni sociali, economiche e culturali. Ed ecco Poundbury.
Ecco, ritorna la strada, senza la sua tirannia ma con la sua forza ordinatrice della città, con le case che vi affacciano direttamente e creano lo spazio urbano e quello sociale. L’ambiente dell’uomo torna alla sua naturalità, specifica ed unica tra tutti gli esseri viventi, che non è costituita da un substrato verde o da una natura incontaminata ma da una città costruita, murata, luogo di relazioni sociali, economiche e umane. La natura ritorna negli isolati, nei giardini privati, nei parchi di quartiere e urbani, nella campagna che sta fuori e che racchiude la città.
Quelle poche righe illustrate dai disegni sono la quintessenza dell’urbanistica moderna e della dissoluzione della città. Lì è raccolta non solo tutta la teoria ma, soprattutto, le conseguenze pratiche che essa ha avuto nella storia dell’urbanesimo dalla seconda metà del secolo scorso fino ad oggi.
A chi sostiene che non si può trascurare un genio come LC io dico che non lo trascuro affatto; anzi, è proprio perché lo considero così tanto che vorrei che fosse dimenticata, accantonata, rifiutata, respinta la sua teoria. Non mi costa niente riconoscere la sua genialità perché, estraneo al culto della personalità, non mi interessa quella, quanto le conseguenze molto poco geniali di tale genialità.
A chi sostiene che se le idee di LC hanno avuto tanto successo vuol dire che hanno trovato un humus positivo nella società e dunque erano le idee giuste al momento giusto io dico invece che erano le idee sbagliate al momento giusto. E la storia è piena di casi come questo, soprattutto nel secolo scorso, l’epoca in cui sono intervenuti nella storia uomini “grandi e geniali” che hanno tirato fuori le idee sbagliate al momento giusto, causando decine di milioni di morti i quali, immagino, avrebbero fatto volentieri a meno sia di quei geni che delle loro idee, se ne avessero intuito prima le conseguenze. Andiamoglielo a dire alle famiglie delle decine di milioni di vittime del comunismo e del nazismo, le ideologie salvifiche del ‘900, che quelli erano geni e che le loro idee erano giuste.
Erano, invece, proprio le idee ad essere sbagliate, ma le azioni erano quelle giuste al momento giusto per dar loro le gambe.
La maggioranza non ha sempre e necessariamente ragione e le sue idee non sono affatto sempre e necessariamente giuste.
Concludo con un altro brano sempre tratto da Maniera di pensare l’urbanistica, Capitolo settimo:
“L’architettura e l’urbanistica sono lo specchio fedele d’una società: gli edifici ne sono i documenti più rivelatori. Occorre tuttavia che l’epoca abbai raggiunto la sua piena maturità. Nei momenti di transizione, gran parte dell’architettura è ancora soltanto nei progetti dei precursori; tuttavia questi progetti hanno valore assoluto e meritano attenzione come qualsiasi altro esempio già realizzato. Nel caso della nostra epoca, le numerose, infinite ricerche di laboratorio che hanno contrassegnato i centoventi anni della prima era industriale costituiscono un fondamento d’indiscutibile solidità.
Così, ad ogni ora del giorno, o dell’epoca, spiriti sagaci, predisposti a questo compito, sono in grado di giocare la partita del presente, che è di discernere le vie del futuro, permettendo alla società di adempiere alla sua missione e di costruirsi la sua vita. E’ in questo modo che si guida il gregge; in questo modo si guida il domani”.
Ecco, appunto: LC ha saputo guidare il gregge. E si è trovato in buona compagnia di qualche altro “buon pastore”.
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/7899157.stm
http://www.news.com.au/couriermail/story/0,,24180301-5003423,00.html