Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


26 gennaio 2011

SCRIVE UN ARCHITETTO DI BILBAO....

Un architetto di Bilbao, che ringrazio e che preferisce rimanere anonimo, mi ha mandato questa mail sul tema dei post precedenti, che io pubblico volentieri senza traduzione, per ora. Poiché non conosco lo spagnolo e anche se è abbastanza comprensibile e facile da tradurre con l'aiuto di Google, non vorrei tuttavia interpretare male.

*****

Yo he escrito y comentado respecto al efecto Bilbao, en el mismo sentido que usted.
No hay ninguna duda que el "Efecto Bilbao" es pura propaganda para justificar una determinada política.
Esta política consiste en tomar la ciudad como un campo de acción para grandes operaciones inmobiliarias, suprimiendo cualquier crítica mediante el recurso a las estrellas de la arquitectura.
Hoy las "estrellas de la arquitectura" no son, ni representan ninguna vanguardia, ni teórica, ni ideológica, ni ética.
Creo que esto debiera decirse bien alto, porque todavía piensan ellos que si representan la vanguardia.
El efecto Bilbao, es absolutamente mediático. Desgraciadamente se toma como excusa para operaciones oscuras en todas las ciudades del mundo.
Pero Usted, Pietro, tiene razón; en Bilbao se han llevado a cabo operaciones mucho más importantes que el museo, y que son las que han transforemado realmente la ciudad:

- El metro.
- El Palacio de Congresos.
- Los nuevos puentes sobre la Ría.
- La nueva terminal del aeropuerto.
- La regeneración urbana de la periferia.
- La construcción de nuevos barrios.
- La limpieza de edificios.
- La mejora del mobiliario urbano.
- La creación de grandes estacionamientos subterráneos de vehículos.
- La creación de nuevas plazas y espacios públicos.
. La creación de parques.
- Un nuevo alumbrado público de las calles.
Etc.

Pero SOBRE TODO, las dos grandes obras sobre las que los turistas y los periodistas no se percatan:

1.- La ampliación del Puerto. La más grande de las obras llevadas a cabo por las autoridades vascas.
2.- La limpieza de la Ría. Mediante la creación de enormes depuradoras.

Ante estas dos obras, el Museo es una minucia, algo insignificante desde el punto de vista de gasto o inversión.
Las cosas son así.

Ahora bien, el "Efecto Bilbao" sigue utilizandose en todo el mundo, en un sentido negativo.
Y es entonces, cuando si se critica el "Efecto Bilbao", es cuando las autoridades vascas se enfurecen; porque lo interpretan como una crítica a su gestión. Y no es eso.
En resumen, el "Efecto Bilbao" se utiliza de modo muy sectario, pero se ha de decir que si Bilbao suscita interés como ciudad, se debe a toda una pléyade de acciones, como las que he citado arriba.
Reciba un cordial saludo y mis felicitaciones por su espléndido blog.

"Un arquitecto de Bilbao"

5 commenti:

About Basque Country ha detto...

Bravo!!! magnifico resumen de lo que está pasando en Bilbao

Sin duda dos de las claves para entender lo que ha pasado en Bilbao son el Saneamiento de la Ria y el Puerto exterior. Sin ellas nada de loq ue se ha hecho en los margenes de la ria de Bilbao habria sido posible. Y nada de lo que se va a hacer a partir de ahora lo sería tampoco.

yo incluiria una tercera obra clave, metro bilbao que ha ayudado a estructurar el área metropolitana dotandola de un cordon umbilical de transportes.

Saludos desde el Pais de los Vascos

Javier Perez

Anonimo ha detto...

Sono un architetto di Roma, anche qui siamo stati contaggiati dalle operazioni immobiliari e dalle conseguenti Archstars globali, anche qui vediamo passare sulla testa dei cittadini operazioni più o meno lecite, e anche qui si decidono anche cose buone per la società cittadina e per chi è turista.
Però purtroppo il grosso delle operazioni immobiliari ed "architettoniche" sono opache alla cittadinanza ed a quella parte della professione che "guarda fare "architettura che definisco anabolizzata.
Cordialmente.
Arch. Gianfranco Volpicelli
info@gianfrancovolpicelliarchitetto.com

Pietro Pagliardini ha detto...

Due commenti di impronta totalmente diversa: il primo, quello di Bilbao, entusiasta di quanto fatto nella sua città, il secondo, dell'arch. Volpicelli, che constata, probabilmente con ragione, qualche punto favorevole ma è sostanzialmente pessimista.
Non entro nel merito specifico di Roma perché non sono informato bene, ma è il quadro che ne esce l'aspetto più scoraggiante, e cioè due visioni del presente e del futuro opposte, certamente basate su fatti, ma anche sul senso di sfiducia che prevale negli architetti.
Qualcosa dovremo pur fare, però! In fondo il futuro è costruito dalla somma dei comportamenti individuali! O no!
Saluti
Pietro

Anonimo ha detto...

non è detto, Pietro, l'insieme è qualcosa di più della somma delle sue parti, pensiamo alle 'strutture transindividuali' di Levi Strauss, all'antropologia strutturalista, non sono gli individui, ma i modelli di relazione che li collegano che costruiranno il futuro ("non i termini, ma la relazione tra i termini") . O no?

Vilma

Pietro Pagliardini ha detto...

Certamente l'insieme è più della somma delle parti e le relazioni tra i termini, o meglio la somma delle relazioni tra i termini potranno costruire il futuro, ma se gli individui sono tutti negativi, pessimisti, e privi di stimoli ho paura che le relazioni non cambieranno molto. In fondo sei tu che mi hai più volte richiamato a tenere conto della complessità del sistema, in base al quale l'effetto non è una funzione lineare della singola azione e quindi potrebbero bastare pochi (ma teoricamente potrebbe bastarne uno solo) a cambiare il corso degli eventi e quindi, nella fattispecie, a ritrovare fiducia nel futuro e ad imprimere una svolta positiva.
Ora non pensare che io intendo dire che quell'uno sono io perché è chiaro che non lo penso né lo immagino. Dico che ognuno può portare il suo contributo per intessere relazioni più produttive.
Non ri-pensare la cosa di cui sopra!
Ciao
Pietro

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