Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


10 luglio 2010

"SARZANA CHE BOTTA" BANDISCE UN CONCORSO

Il comitato “Sarzana che Botta", molto attivo in rete oltre che in città, organizza il concorso di idee "Ri-pensiamo Via Muccini".
Per gli antefatti di questa vicenda rimando al sito del comitato e al ginopiarulliblog.
Questa iniziativa è di grande interesse per diversi motivi:
• un gruppo di cittadini si sono organizzati non solo per contestare un progetto urbano, come accade di frequente e rimanendo nella mera logica del no, ma vogliono proporre soluzioni alternative e valide per la loro città, dando un bell’esempio ai loro amministratori;
• il concorso è palese, cioè ogni concorrente apporrà in calce alle tavole nome e cognome facendo così cadere il velo dell’ipocrisia sul falso anonimato previsto dalle vigenti normative;
• la formula del concorso presenta, finalmente, la caratteristica fondamentale di affiancare alla giuria tecnica, una giuria popolare, scelta oltremodo coerente con il fatto che le indicazioni progettuali sono state date dal comitato stesso, cioè da un insieme di cittadini.

Il fatto più significativo e che più mi interessa è certamente la giuria popolare. Non so quali metodi di selezione e di scelta del progetto saranno adottai ma comunque andrà una cosa si può dire fin d’ora: il progetto sarà quello giusto, o almeno il più giusto tra quelli presentati.
Distillato purissimo di populismo? Neanche per sogno, è invece il risultato di una semplice constatazione e di un minimo di ragionamento: dato che la disciplina urbanistica, e la sua concreta attuazione e gestione, ha ormai toccato il fondo, avendoci consegnato città sempre più brutte, sempre meno città e sempre più periferie monofunzionali e prive di vita, da almeno 60 anni a questa parte, a fronte di procedure e leggi cervellotiche e astratte, il perseverare con la stessa logica, quella cioè di affidarsi, prima, agli esperti che appartengono indiscriminatamente, alla cultura modernista e, poi, alla politica e alla sua indifferenza rispetto alla qualità della città, è totalmente illogico e insensato. Non credo esista altro campo delle scienze sociali applicate che possa vantare una divaricazione così grande tra aspettative e risultati. I risultati contano, non i processi, e i risultati sono pessimi.
E dunque che decidano almeno i cittadini, detentori delle scelte per la loro città, veri e autentici proprietari, come comunità, come civitas, del diritto di decidere sull’urbs.
E poi, se la logica che governa l’architettura deve essere, come di fatto è, quella dello show, del successo, del consenso organizzato e guidato dall’alto che tanto alimenta il mito archistar, tanto vale che a determinare tale successo non siano i media e le riviste, ma la gente direttamente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nelle città italiane, da quando si elegge direttamente il Sindaco, paradossalmente, i cittadini hanno perso importanza. Si pensava che l’elezione diretta avrebbe tolto i sindaci dalle pastoie dei partiti e che gli elettori avrebbero avuto una più diretta influenza sul governo urbano. L’altro elemento caratterizzante è stata la riforma delle responsabilità dei funzionari pubblici che hanno sostituito gli assessori in molte e importanti responsabilità. Alla prova dei fatti, si può constatare che acqua sporca e bambino sono stati, come al solito, confusi. Prima gli assessori avevano un minimo di verifica politica nelle commissioni comunali, nelle commissioni di partito e nelle elezioni amministrative. Ora i funzionari pubblici hanno una verifica soltanto rispetto a burocratiche leggi con buona pace per l’urbanistica. Prima l’urbanistica andava male. Ora va peggio. I politici, al massimo, possono gestire meri interessi collegati a gruppi economici con arrosti incredibili e la gestione dell’urbanistica è lasciata al buon cuore dei funzionari pubblici. Il rapporto coi cittadini è andato a farsi benedire. Qualcuna tenta di riappropriarsi dell’urbanistica. Forza Sarzana!
Alessandro Cinelli

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