Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


5 maggio 2010

CARLO RIPA DI MEANA, UN ALEMANNO AMLETICO E LE ARCHISTAR

Carlo Ripa di Meana, Presidente di Italia Nostra, rilascia un'intervista sulle incertezze di Alemanno, su Roma e le archistar.

2 commenti:

PEJA ha detto...

Alemanno ha una gestione dell'affare architettura decisamente discutibile, e questo non lo dimostrano solo i tentennamenti sulle vicende di cui parlar Ripa di Meana, ma anche sulle richieste riguardo gli interventi di Renzo Piano all'EUR, o le dichiarazioni nei confronti nei confronti della nuvola di Fuksas in diverse sedi (fa schifo, è stupenda)o anche sullo scollamento tra il suo intento di decoro urbano ed il lascito al degrado degli spazi pubblici.

Pietro Pagliardini ha detto...

Sì, Peja, è piuttosto ondivago. Sembra che l'architettura, e l'urbanistica, lo metta in difficoltà, come la ritenesse materia da specialisti e lui, che a tratti sembra attratto da un genere, subito dopo si pente perché pensa di avere sbagliato. Diciamo che mostra una sorta di complesso d'inferiorità in questo campo.
D'altra parte non è l'unico sindaco a comportarsi in questo modo: nessuno direbbe in campagna elettorale: vi riempirò di grattacieli, perchè avrebbe paura di perdere le elezioni, ma poi, guarda caso, ci provano e spesso ci riescono anche a farli.
Ma lui si è presentato in maniera forte: "la teca di Meier deve essere abbattuta", e poi la montagna ha partorito il topolino, con tanto di timore reverenziale verso il Grande architetto, e gli ha dato l'incarico di rimediare.
La domanda è questa: ma se per vincere le elezioni si usa un linguaggio, che evidentemente paga in quanto è popolare, perché dopo il linguaggio è completamente diverso e opposto? Qui non si chiede ai sindaci di essere critici di architettura ma di essere semplicemente coerenti con la propria visione politica, o almeno di comprendere le ragioni di una vittoria e di essere coerenti con le aspettative della maggioranza dei propri cittadini amministrati!
Ciao
Pietro

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