Al momento della scelta dell'indirizzo di questo blog, dopo una serie di tentativi a vuoto alla ricerca di un nome semplice e pertinente, la sorpresa: "regola" era libero! L'architettura è oppressa da leggi e regolamenti, i termini più altisonanti della "creativa" cultura architettonica erano già occupati ma una parolina così semplice e antica e comprensibile da tutti, cioè "regola", era libera!
Questo blog parla appunto di "regole" contro la sregolatezza architettonica.


13 maggio 2009

ARCHISTAR PER RICOSTRUIRE IL CENTRO STORICO

Pietro Pagliardini

Via Fortebraccio, via Bone Novelle, via San Martino, via Garibaldi, il Corso, i vicoletti di zona Pretatti e Ortolani dove nelle domeniche d’estate al tramonto andavo a passeggiare con mia moglie. Ecco, tutto questo vorrei farlo tornare com’era prima”.

E’ il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, che, sul Corriere della Sera parla e ricorda con affetto e rimpianto sincero luoghi cari a lui e sua moglie. E par di vederla questa coppia felice aggirarsi a braccetto tra strade dai nomi noti e vicoletti con squarci di cielo tinti di rosso. Se non ci fosse il titolo dell’articolo ad averci avvisato del contenuto dell’intervista, verrebbe da pensare che il sindaco abbia in mente una ricostruzione “dov’era e com’era”. Verrebbe da pensare che il sindaco di L’Aquila abbia presente il sindaco di Gemona in Friuli. Verrebbe da pensare che, insieme alle case degli aquilani, egli sia fermamente intenzionato a ricostruire la loro memoria, a conservare la loro identità, a riaffermare la resistenza dell’uomo alle forze della natura.

Invece c’è quel titolo che fa comprendere tutto. Tutto fuorché le parole del sindaco, in patente contrasto con la sua intenzione di chiamare le “grandi star dell’architettura” per ricostruire la sua città.

Risulta difficile persino fare ironia. Se, anche per assurdo e contro le mie abitudini, tentassi di mettermi nei panni altrui e mi sforzassi di penetrare nella sua mente per indagare sulle ragioni di una tale scelta, ipotizzando che egli abbia voluto fare una provocazione, oppure che voglia tenere alta l’attenzione del paese sui problemi dell’Abruzzo, oppure che sia un convinto assertore dei progetti spettacolari e modaioli delle Archistar e che sia un seguace di quel filone di sindaci che, in mancanza di idee per la propria città, utilizza la scorciatoia del grande nome per mettersi al riparo da critiche e per gettare fumo negli occhi ai suoi concittadini; se anche ci provassi non potrei riuscirci perché non c’è un minimo di razionalità e logica tra i dati e la soluzione del problema: far tornare come prima quell’ambiente e quell’atmosfera che dice di rimpiangere con i progetti delle archistar!
E’ concettualmente sbagliato che qualsiasi membro appartenente alla categoria “archistar”, a prescindere da giudizi di merito, possa e voglia cimentarsi nel “dov’era e com’era”, in base alle dichiarate aspettative del sindaco, altrimenti non farebbe parte di quella categoria ma di un’altra.
Ma il sindaco non lo sa, evidentemente, e forse pensa, in buona fede, che sia conciliabile una città “dagli scorci inimitabili: archi, portici, cortili, davanzali” con opere in acciaio, vetro, grigliati, c.a., ecc.

D’altronde ci vuole comprensione perché non è solo, come già detto: a Firenze, che per fortuna non ha avuto terremoti, ma ha avuto un sindaco del 6° grado Richter, si ritrovano con una Fortezza da Basso coperta da una lato da un parcheggio semi-interrato cui è stato anche eliminato un piano in corso d'opera, e dall’altro da una lunga reception in acciaio e vetro, dove lo sforzo e la capacità del progettista non possono essere sufficienti ad impedire l'inevitabile ingombro visivo delle mura; si ritrovano anche una Piazza Santa Maria Novella “riqualificata” con sedute a parallelelipedo in acciaio corten e anche in vetro e acciaio uso teca per orefici e una pavimentazione, di quello che è divenuta uno slargo indistinto, in pietra ma con rigatura trendy, uso show-room. Forse queste opere, dei cui autori non so il nome, non sono archistar in senso stretto ma fanno parte della stessa logica perché sono liberi, creativi, artisti insomma. D’altronde si sono cimentati nel superbo tentativo di competere e confrontarsi con il Sangallo e Leon battisti Alberti e chi se non un artista può competere con questi nomi.
Il sindaco Cialente è “sub commissario per la ricostruzione del Centro Storico”, e lui chiama le archistar! Ma oltre il sub commissario, io dico, ci sarà un supercommissario che stia sopra il sub e che lo richiami alla realtà? Se non ci fosse .... non ci resta che sperare in Bruno Vespa.


L'immagine aerea è tratta da Microsoft VirtualEarth

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggo sul Giornale che il sindaco Pd dell'Aquila Cialente voglia chiamare fra gli altri l'architetto Fuksas, che ha già compiuto un obbrobrio con la chiesa cubo di Foligno...-ro-

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