tag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post5392230069921365656..comments2023-06-27T17:53:51.865+02:00Comments on DE ARCHITECTURA: TOSCANITA'Pietro Pagliardinihttp://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-51220099258503769502008-10-08T15:26:00.000+02:002008-10-08T15:26:00.000+02:00La pressione edilizia è stata forte dalla Rivoluzi...La pressione edilizia è stata forte dalla Rivoluzione Industriale in poi, ci sono state città come Londra o Parigi che sono passate da alcune decine di migliaia di abitanti a un milione, se non sono forti inurbamenti questi! Eppure Londra e Parigi sono due bellissime città, diverse dalle città medievali e rinascimentali che erano ma comunque migliori, perchè si sono adattate perd assorbire un gran quantitativo di persone. Condivido la sua preoccupazione per la pressione edilizia "selvaggia, incontrollata e sguaiata" che ha prodotto scadenti periferie urbane ma se altri hanno sbagliato in passato non è detto che gli errori debbano ripetersi. La storia è piena di errori urbani, che poi sono stati corretti o demoliti e non vedo perchè non si possa fare lo stesso oggi. Riqualificare quartieri degradati e periferie suburbane è infatti il principale compito di ingegneri e architetti di oggi, diminuendo la spinta espansiva delle città verso la campagna cercando invece di aumentare densità e qualità urbana delle aree già costruite. Quello che serve a mio avviso non è l'inerzia totale, che uccide un territorio e allontana gli investitori, ma una regolamentazione legislativa chiara e univoca, indirizzata verso lo sviluppo territoriale e non verso il blocco totale di ogni attività. La "coscienza spontanea" che ha creato quei deliziosi borghi medioevali in toscana (Monteriggioni è il mio preferito ma ce nesono decine) non c'è più perchè il progresso e lo sviluppo umano hanno bisogno di ambienti più strutturati e specializzati, l'habitat umano è cambiato e infatti quei borghi si stanno spopolando velocemente, e molti sono proprio diventati paesi fantasma, perchè la gente preferisce vivere in un ambiente diverso, sia per comodità che per esigenze sociali (non sono in tanti a preferire la vita da eremita). Concordo però nell'assoluto valore storico e architettonico di quei luoghi e nell'attrattiva turistica che offrono, ma se le amministrazioni non incentivano lo sviluppo di quei paesi, magari trasformati in resort di qualità o in attrattive turistiche (ristoranti, musei e negozi di prodotti locali per esempio), perchè troppo spesso si ha paura di "rovinare" quei "gioielli" antichi e si preferisce lasciarli degradare e crollare perchè ovviamente il comune o la regione non ha abbastanza fondi per salvaguardarli. Le più belle città e le più belle architetture sono sempre state frutto di sperimentazione, altrimenti non sarebbero divenute così belle se si fossero mantenuti i canoni del passato. Se le città fossero rimaste sempre medioevali non avremmo avuto Parigi o Madrid e se non si fossero applicate nuove architetture non avremmo mai avuto la Mole Antonelliana o la Torre Eiffel, Gaudì avrebbe rinunciato a costruire la Sagrada Familia o gli altri suoi capolavori se le amministrazioni gli avessero imposto una architettura già consolidata e sperimentata e figuriamoci se Firenze non avesse dato la possibilità a Brunelleschi di mettere in pratica le sue rivoluzionarie idee nella costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore. Guardare solo al passato come età dell'oro, idolatrando gli antichi architetti e denigrando quelli di oggi è uno sterile atteggiamento nostalgico, impedisce ogni sviluppo e ogni progresso. Non mi sembra per niente positivo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-59843970716096866582008-10-07T17:05:00.000+02:002008-10-07T17:05:00.000+02:00a master. Le cose che tu dici sono tutte vere ma n...a master. Le cose che tu dici sono tutte vere ma non tengono conto di un fatto essenziale:<BR/>la pressione edilizia che c'è oggi sul territorio, agricolo e urbano, è enormemente più forte e potente di quella che ha creato quel paesaggio e quelle città;<BR/>non solo, è anche molto più selvaggio, incontrollato, sguaiato. La coscienza spontanea che ha modellato quei luoghi non c'è ovviamente più e non è sostituita da una cultura progettuale forte, sicura, con una idea alle spalle capace di dare un'impronta che non sia la pura occupazione e la costruzione di volumi speculativi. L'architettura non ha individuato una strada, vi sono mille spinte diverse, è tutta basata sulla sperimentazione. La Toscana è un territorio troppo prezioso per consentire migliaia di sperimentazioni. Non si tratta di costruire qualche villa ma migliaia, di ville, non qualche azienda agricola ma migliaia di aziende agricole.<BR/>La natura ha sempre subito un effetto antropico ma quando questo diventa eccessivo si fanno le riserve per animali e piante.<BR/>La conservazione diventa perciò un valore nella nostra civiltà.<BR/>Perchè il WWF che protegge il gallo cedrone è considerato benemerito e chi vuol salvaguardare il paesaggio antropizzato,che è la nostra storia, deve essere considerato un bieco reazionario?<BR/>Saluti<BR/>PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-72397772659648148652008-10-07T15:12:00.000+02:002008-10-07T15:12:00.000+02:00Attenzione a non confondere la conservazione del p...Attenzione a non confondere la conservazione del patrimonio architettonico e paesaggistico con l'inerzia e la fissità: da millenni l'uomo trasforma il territorio per renderlo più abitabile e adatto alle attività umane (dall'agricoltura in poi non si può più parlare di natura incontaminata) e pensare di mantenere forma e aspetto di un territorio in eterno è semplicemente ridicolo. L'evoluzione e il progresso hanno bisogno di continui miglioramenti e cambiamenti spesso radicali che, grazie a Dio, ci sono stati altrimenti vivremmo ancora in caverne o palafitte. La campagna toscana è bellissima ma questo non vuol dire che non si possa fare di meglio. L'assoluta, e a mio parere molto stupida, sfiducia che molti hanno nelle attività umane fa sì che oggi si blocchi ogni tentativo di cambiamento, ogni rinnovamento che nella storia ha sempre rappresentato un momento di slancio per l'umanità è oggi considerato un male. In questo senso dò ragione a Vilma quando afferma che bisogna opporsi all'assurdo conservatorismo che se fosse stato applicato in passato avrebbe impedito la costruzione di opere d'arte meravigliose, di patrimoni dell'umanità. Pensate che Parigi fosse meglio prima che Haussman la sventrasse per costruire ampi viali e bellissime piazze? Oppure che Eiffel non dovesse costruire la sua torre (che è diventata il simbolo di Parigi)? Le nostre città cambieranno in futuro, in meglio o in peggio dipenderà da noi, ma di sicuro cambieranno. A noi stà il compito di creare città ancora più belle e non è conservando allo sfinimento quattro mattoni vecchi che le miglioreremo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-36450492733503244522008-10-03T09:07:00.000+02:002008-10-03T09:07:00.000+02:00Dico la mia.Possiamo dire che esistono linguaggi n...Dico la mia.<BR/>Possiamo dire che esistono linguaggi non verbali. Fra questi, elementi che si riferiscono all'intervento degli uomini nell'ambiente, stratificati, con spessore storico e di tradizioni.<BR/>Tutto questo, forma un corpus, che per certi versi è analogo a quello delle lingue vere e proprie.<BR/>Con queste ultime, noi facciamo tanti discorsi: ben fatti, mal fatti, intelligenti o stupidi. In ogni caso, per farli facciamo riferimento ad un linguaggio comune, pena non essere capiti.<BR/>Ora, può anche esserci una eccezione, una licenza poietica, che va oltre il linguaggio comune.<BR/>Ma sono eccezioni, che si legittimano solo con il risultato, e se non sono una carenza, una ignoranza del linguaggio comune, ma un arricchimento, un andare oltre, contenendolo.<BR/><BR/>Torniamo al linguaggio architettonico.<BR/>Si è fatto credere che si potesse "essere poeti" sensa saper scrivere "una paginetta in buon italiano".<BR/>Ogni geometra, architetto, ingegnere, si sente autorizzato a fare qualcosa di "originale", e tanto più se è incosciente ... se non si rende conto degli strumenti linguistici offerti, che gli consentirebbero invece un discorso bello, preciso e ordinato, invece che esprimere una sequela di rutti, peti, urli e parolacce, o semplicemente dei "prisencolinensinanciusol" ossia orecchiamenti lessicali di parole straniere di cui non si conosce il significato.<BR/><BR/>Quindi, scritti come quello che tu hai proposto, sono importanti, perchè servono a definire in modo chiaro il "quadro linguistico" entro cui "fare un discorso".<BR/>Certo, non possiamo parlare come Boccaccio.<BR/>Ma nemmeno cavarcela, se l'abbiamo al suo fianco, con botte di "vaffanculo" e "orrait, yeah".Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-23953552702030026472008-10-02T18:30:00.000+02:002008-10-02T18:30:00.000+02:00La questione "che sarebbe successo se avessimo usa...La questione "che sarebbe successo se avessimo usato certi metri di giudizio in passato" è, in effetti, la madre di tutte le questioni. Tutti siamo bravi, con il senno di poi....<BR/>C'è però da dire che alcuni delle novità geniali che oggi ammiriamo incondizionatamente, non sempre e non sempre da subito sono state riconosciute tali !<BR/>Forse gli ospiti dei Piccolomini a Pienza apprezzarono da subito la praticità della disposizione delle stanze che evitava inutili passaggi tra ambienti infilati uno dopo l'altro; ma in molti casi particolari a noi graditi (oggi) furono effettivamente mal accettati e talvolta nascosti, intonacati, ricoperti....<BR/>L'anomalia dei nostri giorni è che sembra un reato, un'offesa, dire che le case sghembe di Gehry non piacciono, o che certi grattacieli-cetriolo fanno ridere. <BR/>Mi pare che la materia di possibile non-gradimento, nel passato, avesse per lo più a che fare con particolari decorativi che non con elementi strutural-filosofici (se posso permettermi il parolone...).<BR/>Le facciate a righe dicrome certamente a molti non saranno piaciute (a me tuttora non mi convincono appieno), ma certamente l'interno di quelle chiese si capiva e si capisce a che serve; si capisce dove si deve guardare; la luce entra da dove è logico che entri, le colonne fanno il loro dovere....Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-71868873443318000102008-10-02T17:09:00.000+02:002008-10-02T17:09:00.000+02:00Una piccolissima osservazione a Vilma: è certament...Una piccolissima osservazione a Vilma: è certamente vero che la realtà attuale è complessa, però le risposte alla complessità, non possono essere complesse ma semplici per il fatto che più l'argomento è complesso, cioè difficile, cioè ha molte variabili, più bisogna procedere per approssimazioni successive. Si risolve un primo problema, apparentemente piccolo, ma intanto si è tolta una variabile e la complessità del problema diminuisce. Avrei su questo da portare esempi in politica che è il regno dell'indeterminatezza ma non è il caso.<BR/>Il punto è: siamo d'accordo a risolvere quel primo, semplice, elementare, basilare problema fissato in quelle regolette?<BR/>Certo il campione di risposte non è significativo numericamente però osservo che, esclusi l'autore e me che sono fazioso, siamo 2 a 2.<BR/>2 architetti e 2 non-architetti.<BR/>Saluti<BR/>PieroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-86201234786059982622008-10-02T16:35:00.000+02:002008-10-02T16:35:00.000+02:00La società di oggi è una società complessa, incess...La società di oggi è una società complessa, incessantemente spinta da manifestazioni disordinate, aleatorie e caotiche verso il cambiamento, su questo credo che possiamo essere d’accordo, anche se prevedo che sarà l’unico punto sul quale ciò accadrà. Non si può valutare questo momento storico, e non solo in campo urbanistico-architettonico, secondo concetti chiusi e chiari, ancor meno se regionalisticamente mirati ad un limitato pezzetto di territorio del nostro bel paese: dobbiamo accettare il cambiamento, sia della realtà che dei codici di lettura con i quali approcciarla. La prossimità delle funzioni è morta da tempo, con la chiusura del laboratorio dell’ultimo artigiano e del negozio del fruttivendolo, ormai decrepiti e senza apprendisti ai quali tramandare un mestiere, son rimaste giusto le banche, sempre più numerose, ma quelle meglio sarebbe che non ci fossero, con le loro insegne sguaiate, l’arredo cimiteriale e le vetrine cieche, la piazza è intasata di macchine, tutti vogliono parcheggiare fuori dalle vetrine dei negozi, altrimenti se ne vanno in un centro commerciale, basta non dover camminare, “l’amorevole conservazione di tutto ciò che ci proviene dal passato” è appannaggio di una generazione che sta appunto passando.<BR/>Ora, può anche essere che la Toscana più di altri luoghi abbia forti peculiarità che si sono salvate nel tempo e che, in parte, vanno salvate nel futuro, ma non sarà certo l’unica isola felice che potrà sottrarsi al cambiamento. L’articolo evidenzia le caratteristiche emergenti del territorio, sia antropiche che naturali, e si sforza fino all’inimmaginabile per trovare soluzioni che le conservino, pur dovendo ammettere in più punti una sconfitta annunciata: “Non so come poter raggiungere tali scopi”, “Credo sia assai complesso arginare il fenomeno della mutazione del paesaggio agrario”, “E’ difficile capire come uscirne fuori”, non certo con le ‘cinque regole cinque’ di lecorbusiana memoria, un vero e proprio condensato di assurdo conservatorismo.<BR/>Dev’essere a quelle che hanno pensato, fortunatamente senza metterle in atto, i veneziani felici abitanti di una città di facciate, di case di merletto leggere come quinte, quando Baldassarre Longhena ha calato su una lingua di terra di fronte a San Marco la pesante massa bianca di quello che sarebbe restato nei secoli come il capolavoro del barocco veneto, quando le ville palladiane hanno cominciato ad invadere la campagna vicentina con una tipologia architettonica mai vista prima, quando qualche architetto un po’ fuori di testa ha per primo edificato una facciata dicroma, a strane strisce bianche e nere, sulla scorta dei racconti di navigatori dall’oriente …… pensa a quanta bellezza dovremmo oggi rinunciare se tutti avessero dettato le loro regole!<BR/><BR/>VilmaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-4401481860949108132008-10-02T12:55:00.000+02:002008-10-02T12:55:00.000+02:00Nel mio commento volevo evitare fiamme ma, visto c...Nel mio commento volevo evitare fiamme ma, visto che D’Agostino è entrato di baionetta, aggiungo quello che avevo cancellato: se un luogo bello genera architetti capaci di riproporlo allora chi partorisce mostri da che storia barbara, di cultura o di educazione proviene?<BR/>Potrebbe essere questione da psicologi. In verità ho iniziato pensando ad un altro tema:<BR/> Fra padri e figli… attenzione ai cugini.<BR/>Forse è passato inosservato il breve intervento di un sociologo al TG2 di ieri sera.<BR/>Col pretesto del ponte di Calatrava ha distrutto in quattro parole l'immagine, l'anima e la ragione di essere degli architetti; senza fare tanta distinzione fra buoni e cattivi ha generalizzato per dare l’impressione che ogni opera strana venga da questi, mentre nessuna menzione c’è stata per il buono (che in qualche misura deve pur esserci).<BR/>Sento odore di zolfo.<BR/>Allo stesso modo che la prepotenza ha umiliato chi era impotente ad opporsi a costruzioni indigeste si avverte ora una reazione; potrebbe vedersi alla ribalta una nuova generazione di "scienziati" che, intuendo l'appoggio del pubblico, per soddisfare il proprio orgoglio e vendicarsi dei torti, vorranno demolire ogni ordine precedente.<BR/>La solita storia della rivoluzione francese quando manca una roccia su cui costruire.<BR/><BR/>Ponti, grattacieli, rotonde e supermarket, banche, torri di cristallo, viabilità controllata, sostenuta, trasversale… mi sono rotto i maroni. Vado a vivere in Toscana, spero di trovare un buon “Geometra”.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-63393309575181902372008-10-02T09:25:00.000+02:002008-10-02T09:25:00.000+02:00Come aveva previsto e scritto Verdelli questo test...Come aveva previsto e scritto Verdelli questo testo ha una fortissima carica di provocazione proprio perché dichiara non solo principi generali ma regole chiare, precise, non interpretabili. Dice il "come" dopo aver detto il "perché".<BR/>E allora avviene che i non architetti vi si ritrovano e le condividono, o almeno ne discutono senza pregiudizi, nell'unica maniera possibile, quella del buon senso di chi guarda e giudica con la mente sgombra da teorie pre-costituite mentre gli architetti, non tutti spero, rischiano sempre di essere auto-referenziali cioè di giudicare l'architettura come se essa fosse separata dal territorio e dagli uomini.<BR/>E allora avviene che quelle regole diventano buone per i geometri, quasi fosse un'offesa, sottintendendo una "superiorità antropologica" dell'architetto "creativo" sul povero geometra di campagna che fa le casine con i tetti.<BR/>Ma, guarda caso, la gente vuole le casine con il tetto e con le pulsantiere dei campanelli non in alluminio anodizzato; e allora il popolo è bue e l'architetto è il demiurgo capace di mettere ordine in tutto questo.<BR/>Su questi primi 3 commenti c'è la riprova del fatto su cui insisto e di cui sono sempre più convinto cioè che I CONCORSI DEBBANO ESSERE GIUDICATI DAI CITTADINI.<BR/>Questo è il grimaldello per scardinare un sistema di potere culturale, una mentalità consolidata, a-critica e anche un po pigra che ha permesso e permette di considerare le città un campo di sperimentazione; peccato che ci sia ben poco da sperimentare visto che il corpo era all'origine sano (con la necessaria approssimazione, dato l'incontrollato sviluppo edilizio dagli anni '60 in poi) e si è poi ammalato ANCHE grazie a chi ha voluto intervenire con cure peggiori del male, che Verdelli indica lucidamente.<BR/>A Salvatore dico che il suo discorso è esattamente da ribaltare: sono i figli ad odiare i padri visto che loro ci hanno lasciato un patrimonio che noi stiamo velocemente e allegramente dissipando.<BR/>Non posso che ringraziare Roberto per questo post che lui, per modestia, giudicava non adeguato: un motivo di più per chiedergliene un altro di cui si senta pienamente soddisfatto.<BR/>saluti<BR/>PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-28102033029898560762008-10-02T00:01:00.000+02:002008-10-02T00:01:00.000+02:00Perfetto per una conferenza di geometri toscani. R...Perfetto per una conferenza di geometri toscani. <BR/>Regolette semplice per non commettere errori, non sia mai che il finto toscano possa essere toccato.<BR/>Non è codardia, ma arroganza e presunzione, in una parola atteggiamento misoneista.<BR/>Perché in Italia c'è una frangia cospicua di padri che odiano i propri figli? Gli stessi padri che negli ultimi quarant'anni hanno distrutto il patrimonio culturale/architettonico del 'belpaese'.<BR/>Basta con queste semplificazioni da primo anno universitario, l'architettura può e deve essere costruita con il linguaggio e le tecniche del suo tempo.<BR/>Salvatore D'Agostino.Salvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-37999443919896540782008-10-01T22:12:00.000+02:002008-10-01T22:12:00.000+02:00concordo nell'analisi; anche se non so che valore ...concordo nell'analisi; anche se non so che valore abbia la mia approvazione...<BR/>Da un paio di decenni vado girovagando per il nostro paese e un poco anche in Europa; e, usando il camper, tendo a preferire le strade secondarie.<BR/>Ho, in modo spontaneo e mi rendo conto semplicistico, messo a punto un sistema di valutazione della qualità del territorio, che risente della cultura, del benessere, della qualità delle amministrazioni, eccetera eccetera.<BR/>Quando attraverso un paese o visito un borgo o una città, cerco di valutare la presenza...dell'alluminio anodizzato. Esiste un rapporto direttamente proporzionale tra i doppi vetri color oro e il deterioramento urbano.<BR/>nella mia ignoranza, e sapendo del sistema vigente nei nostri comuni, per cui è necessaria una autorizzazione anche per modificare il verso di apertura della porta del bagno di servizio, mi sono sempre chiesto chi e perchè ha permesso un simile scempio.(un corollario alla mia teoria dell'alluminio anodizzato, riguarda campanelli e citofoni. Soffro, fisicamente, quando vedo interventi di ripristino e di restauro di edifici, magari pregevoli, ben fatti, certamente costosi, in cui le facciate sono deturpate da miseri campanelli di alluminio grigio con bottone di plexiglas.... certo è da stigmatizzare chi, dopo aver speso magri qualche centinaio di migliaia di euro, ne vuole risparmiare qualche decina, ma è mai possibile che nessun assessore abbia mai pensato di imporre un minimo di decoro a certe scelte, marginali certo, ma anche certamente facili ed efficaci !)<BR/>L'altra estate ho percorso quasi tremila chilometri nella Francia centrale (Périgord, Limousin, Savoia...), giuro che non ho visto una sola controfinestra in alluminio anodizzato ! Qualcuno sa se i nostri cugini hanno emanato leggi al riguardo? non soglio credere che si tratti solo del buon gusto eei committenti....Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-41001660834116775122008-10-01T21:33:00.000+02:002008-10-01T21:33:00.000+02:00Vien da pensare che sia il territorio a fare gli a...Vien da pensare che sia il territorio a fare gli architetti.Anonymousnoreply@blogger.com