tag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post7236869699032853460..comments2023-06-27T17:53:51.865+02:00Comments on DE ARCHITECTURA: GREENWASHERSPietro Pagliardinihttp://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-48639962659935628032008-10-14T13:21:00.000+02:002008-10-14T13:21:00.000+02:00Ti lascio una buona risposta:01/08/2008 - PREVEDER...Ti lascio una buona risposta:<BR/>01/08/2008 - PREVEDERE IL PREVEDIBILE E FRONTEGGIARE L'IMPREVEDIBILE <BR/>http://www.euresis.org/it/Dettaglio_Editoriale.aspx?id=12<BR/><BR/>di cui sottolineo una frase "Si tratta di quella quota più o meno modesta di energia che consente a ciascuno di vivere con dignità.."<BR/><BR/>Mi rimane la convinzione che i contadini di buon senso notino certe cose prima degli scienziati, che si affidano al [necessario] metodo scientifico.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-31996133749622573172008-10-13T18:49:00.000+02:002008-10-13T18:49:00.000+02:00caralbas, io rifuggo dalle visioni e previsioni di...caralbas, io rifuggo dalle visioni e previsioni di lungo periodo.<BR/>Anche te, tutto sommato, apri scenari di cambiamento ma in maniera dubitativa.<BR/>Io mi accontento di pensare che occorre diversificare le fonti, non fosse altro per problemi geopolitici. Quanto a prevedere nuovi modelli di sviluppo i fatti sono due: chi non ce l'ha lo sviluppo lo vuole e non saprei dargli torto, chi ce l'ha lo vuole conservare, e anche a questi, cioè a noi, non saprei dargli torto.<BR/>Cosa succederà? Non lo so ma ho letto un divertente ed ottimista articolo di Roberto Vacca che afferma che l'energia fossile non è in realtà fossile e ad una profondità di circa 6 km vi è petrolio in quantità immense. Comunque un pò di fiducia nella capacità dell'uomo di trovare soluzioni bisogna averla.<BR/>Il compito di noi architetti mi sembra comunque molto limitato, checchè ne dicano gli architetti: risparmiare energia, come dice Gueli. Il resto spetta alla scienza, noi siamo solo applicatori.<BR/>Saluti<BR/>PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-27190093959640203782008-10-11T15:40:00.000+02:002008-10-11T15:40:00.000+02:00Mi inserisco qui, scusandomi per il disordine che ...Mi inserisco qui, scusandomi per il disordine che creo, con una riflessione.<BR/><BR/>La preoccupazione del bilancio energetico mondiale è una questione recente, segue ad una serie di scuole di pensiero che hanno fatto la storia dell'ecologia. Si è visto un poco di tutto, dalle esaltazioni ideologiche ai tentativi razionali di affrontare il problema; dopo gli eccessi giovanili si sta (forse) arrivando ad una visione matura; per ora l'opinione pubblica è ancora troppo spostata sul fronte dell'inquinamento, credo che gli scienziati siano consapevoli della necessità di un equilibrio energetico mentre sento ancora parlare di energia a basso costo e pulita, ma "pulita" può essere solo quella che mantiene l'equilibrio. Il pianeta ha raggiunto un equilibrio riuscendo a trasformare quella ricevuta dal sole, in eccesso, in forme potenziali, legno, petrolio e altre trasformazioni endotermiche. L'uomo, giustamente, ha usufruito di queste forme ma senza tenerne una contabilità.<BR/>Pertanto esiste un aspetto di cui non si parla, credo sia dovuto alla difficoltà di definirlo e agli scarsi interessi economici che potrebbe muovere. Cerco di dare un abbozzo del mio parere personale.<BR/><BR/>Tutto lo sviluppo tecnologico ed energetico dell'ultimo secolo ruota su un solo fattore: il lavoro gratuito di uno schiavo. L'energia fornita dal petrolio, per quanto pagata, ha eliminato il rapporto lavoro-uomo/resa, nel senso che il fattore di moltiplicazione è diventato così elevato da non avere senso rispetto all'era pre-industriale; questo ha reso possibile lo sviluppo di tutto (davvero tutto) in una quantità e forma che sarebbe stata impossibile altrimenti. In assenza di petrolio anche le altre fonti energetiche che si sono sviluppate parallelamente avrebbero richiesto un costo di lavoro così elevato da non permettere il tipo di società che conosciamo; se qualcuno ha dei dubbi può provare a tagliare alberi in un bosco con una sega elettrica invece che a motore o a far volare aereoplani con motore atomico. Per ogni joule di lavoro reso abbiamo un proporzionale rilascio di calore e di inquinanti come sottoprodotto, alteriamo l'equilibrio fino al punto di ottenere conseguenze non sopportabili. <BR/>Io credo che siamo ancora lontani dalle catastrofi planetarie di cui si legge a volte, ma chi ha un figlio con la leucemia può considerarsi uno dei primi a cui è chiesto il conto.<BR/>Questo sviluppo, con tutto quello che si è generato di buono e di cattivo, è andato espandendosi fino all'anno 2000, credo che ci siano varie ragioni per cui per quella data ha fatto da catalizzatore di forze diverse, comunque sia da quel momento è cominciata una variazione, che comporta un continuo aumento dei costi e, in seguito, riduzione dell'energia disponibile; l'intervento nel panorama mondiale della Cina avrà l'effetto di una molla, prima assorbe ma poi deve rilasciare, per cui ha mascherato in questi ultimi anni il problema alterando il rapporto lavoro-uomo/resa ma si dovrà mettere anche questo nei conti prima o poi.<BR/>Si può pensare che stiamo vivendo un periodo di transizione fra una fonte energetica ed un'altra, che questa nuova potrà continuare l'età dell'oro, magari portandola al suo fulgore; non è la mia opinione.<BR/>Anche in assenza di inquinanti nocivi il solo uso dell'energia diventa motivo di squilibrio, per questo sono convinto che il calo di energia disponile a basso prezzo continuerà per molto tempo, sotto la spinta della necessità di raggiungere l'equilibrio, e che siamo all'inizio di una svolta nella storia, salvo sorprese su cui, in questo momento, si possono fare solo ipotesi irrealistiche.<BR/>Questo fatto comporterà un retuning dello stile di vita mondiale e ci si auspica che avvenga in tempi tali da non creare tensioni, ma anche su questo ho dei dubbi, in queste settimane poi ho anche degli incubi.<BR/> <BR/>Per gli architetti si aprirà, con gli stessi tempi, la possibilità, forse la necessità, di costruire in un modo certo molto diverso da oggi e potrebbe essere necessario ristudiare tutte le soluzioni che la storia millenaria dell'umanità ci ha lasciato.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-10289294480822562182008-10-10T23:46:00.000+02:002008-10-10T23:46:00.000+02:00Sono stato impreciso.La prima domanda è stata rivo...Sono stato impreciso.<BR/>La prima domanda è stata rivolta ad uno che (guarda che coincidenza) mangiava di fianco a me proprio oggi, sconosciuto, ma molto orgoglioso della sua (credo microscopica) partecipazione.<BR/>La seconda era rivolta ad un amico, sullo stesso tema, ed ho avuto una risposta più articolata che, come hai intuito, ho riassunto in due parole.<BR/>CABAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-64713066418651848692008-10-10T22:00:00.000+02:002008-10-10T22:00:00.000+02:00Io do la mia risposta che non vale ovviamente per ...Io do la mia risposta che non vale ovviamente per Angelo.<BR/>Risposta 1) Non credo affatto che Milano non abbia luoghi a misura d'uomo. Comunque la risposta del tuo amico architetto dimostra che la città è considerata come un oggetto d'uso qualsiasi: non ti piace? cambia città. Cambiare città non è la stessa cosa che aprire il guardaroba e scegliere la camicia giusta. Dimostra anche un atteggiamento nei confronti delle persone un pò sbrigativo.<BR/>Risposta 2)Può darsi che tu abbia riportato sommariamente la risposta del tuo amico ma sinceramente non capisco cosa siano le "buone soluzioni" e, ammettendo di intuirle, non vedo perché non si possano avere "buone soluzioni" con buone forme. E poi una buona forma non è già in sè una soluzione migliore di una cattiva forma?<BR/>Ricapitolando: il tuo amico mi sembra molto spregiudicato e cinico.<BR/>Ha lavorato a CityLife: va bene; avrà guadagnato: va bene; è stato a contatto con un mondo rutilante e di successo: va bene; ha conosciuto Libeskind, Hadid e Isozaki: va bene. Potrebbe risparmiarsi il disprezzo verso la città e i cittadini e godersi in pace le sue soddisfazioni.<BR/>Saluti<BR/>PieroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-5596634768940770342008-10-10T17:28:00.000+02:002008-10-10T17:28:00.000+02:00Ciao Pieroquesto non è un commento.Se potessi fare...Ciao Piero<BR/>questo non è un commento.<BR/>Se potessi farei una domanda ai tuoi lettori, cosa rispondereste a questo dialogo che ho avuto con un paio di architetti?<BR/><BR/>D. hai partecipato alla stesura del piano Citylife, non pensi che sarebbe meglio progettare una città a misura d'uomo?<BR/>R. Milano non è una città a misura d'uomo, chi la vuole può andare a vivere altrove<BR/><BR/>D. non sarebbe preferibile che gli architetti evitassero certi eccessi?<BR/>R. premetto che a parlar male degli architetti non si sbaglia mai [smile] però bisogna smetterla con queste preoccupazioni, in realtà solo uno su cento è influenzato dalla forma mentre tutti possono usufruire delle buone soluzioni<BR/><BR/>Magari le risposte interessano solo a me che non sono del settore, in questo caso aspetterò di imprare leggendo il blog. Continua così.<BR/>CABAnonymousnoreply@blogger.com