tag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post416215761250704314..comments2023-06-27T17:53:51.865+02:00Comments on DE ARCHITECTURA: GREGOTTI VUOLE SALVARE LE VELE DI SCAMPIA!Pietro Pagliardinihttp://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-89896813671474647002010-10-19T19:58:07.375+02:002010-10-19T19:58:07.375+02:00A me non finisce di stupirmi il conservatorismo, m...A me non finisce di stupirmi il conservatorismo, ma direi proprio il pensiero reazionario che ha la gran parte della cultura architettonica e urbanistica italiana. Ammantata da una veste di modernità, sperimentazione, creatività si cela sempre un pensiero vecchio, che non crede in un nessun cambiamento se non di tipo formalistico.<br />Manca la curiosità e la voglia di capire perchè la cultura urbanistica sia completamente fallita e quando se lo domanda risponde che è colpa della speculazione o dell'incuria della pubblica amministrazione. Non che non siano due fenomeni presenti da sempre e dannosi, ma non serve giustificare le proprie responsabilità attaccandosi a quelle degli altri.<br />Non c'è niente da fare: le colpe sono sempre degli altri o come si dice, la colpa morì vergine.<br />Ciao<br />PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-37357972164168874772010-10-19T19:27:16.337+02:002010-10-19T19:27:16.337+02:00Certamente il nocciolo del problema non è nell'...Certamente il nocciolo del problema non è nell'abbattimento bruto: quello è solo il primo passo. Un mucchio di macerie al posto di Corviale non sarebbe un gran miglioramento. Il nocciolo è COSA SI COSTRUISCE DOPO, cioè un ALTRO TIPO DI ARCHITETTURA. E' di questa concorrenza che hanno paura i vari Gregotti e colleghi. La battaglia è sul fondamento e sul criterio dell'architettura... proprio su quella 'arché' che la disciplina dovrebbe 'porre', ma che ha perduto tra il fumo delle chiacchiere, dell'ideologia, e dell'asservimento a un sistema economico e politico che fa acqua da tutte le parti e non è meno brutto degli ecomostri. Anzi, è esso stesso un ecomostroStefano Serafinihttp://www.grupposalingaros.netnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-75275463547092996342010-10-18T18:52:28.706+02:002010-10-18T18:52:28.706+02:00@ettore
Mi ricordo però Gregotti intervistato da A...@ettore<br />Mi ricordo però Gregotti intervistato da Augias in "le storie" dove parlando dello zen ha affermato come una serie di infrastrutture e servizi che dovevano nascere intorno al quartiere non hanno mai visto la luce,detto questo anche a me sembrano obrobri e anzi per le case popolari opterei per un inserimento nel tessuto urbano a macchia di leopardo piu che grossi quartieri.Detto questo il semplice abbattere secondo me non a senso basta vedere,se pur un caso totalmente diverso,punta perotti alla demolizione non è seguito niente le macerie son rimaste li per anni,se propio vogliono abbattere che sia predisposto un qualcosa per il dopo non il smeplice distruggere.<br /><br />N.sAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-53353502687260604212010-10-18T00:09:12.145+02:002010-10-18T00:09:12.145+02:00Condivido quanto dici Ettore. Un dubbio però: a pa...Condivido quanto dici Ettore. Un dubbio però: a parte Gregotti, che in questa difesa dell'indifendibile è importante ma è in fondo uno dei tanti (sempre meno), se venisse deciso di abbattere edifici di edilizia popolare e quindi pubblica anni '70 (sistema tunnel per intendersi) non progettati da architetti famosi, di cui sono piene le nostre periferie per farci un villaggio, sempre pubblico, con impianto urbanistico tradizionale, non credi che troverebbero ugualmente il modo di protestare per conservare un periodo storico?<br />Secondo me in Italia una fase dell'architettura ha coinciso con l'edilizia pubblica e quella si difende a prescindere. E' in fondo sempre la difesa di se stessi,cioè la difesa di casta. Dire sì all'abbattimento significherebbe riconoscere l'errore.<br />Sono assolutamente d'accordo sul distinguere le responsabilità degli architetti da quelle degli amministratori. Ognuno ha le sue ma alla fine il progetto lo fa l'architetto (altrimenti che ruolo ha?).<br />Ciao<br />PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-2716383381470463602010-10-17T17:47:39.289+02:002010-10-17T17:47:39.289+02:00Caro Pietro,
la risposta alle ragioni di Gregotti...Caro Pietro,<br /><br />la risposta alle ragioni di Gregotti te la sei data, ed è la stessa per la quale quest'estate sul blog di Muratore c'è stato il ridicolo atto di difesa nei confronti del Laurentino 38: certi baroni, che possiamo anche definire "archistars nostrane" DEVONO difendere gli obbrobri e i misfatti dei loro colleghi per evitare di creare dei precedenti pericolosi per i loro progetti. Il loro identificarsi con le proprie architetture fa sì che una demolizione di un proprio edificio si configuri come una mutilazione del proprio corpo. Devo dissentire dal dubbio di N.S. Anonimo, ovvero che possa esserci una responsabilità da parte delle "amministrazioni che intorno questi quartieri popolari non creano niente,zero servizi,zero attivita ludiche, il nulla insomma". Il progetto lo fa l'architetto, che deve pianificare a 360° il suo progetto, affinchè funzioni come si deve, se poi l'architetto immagina cose assurde, come nel caso di Corviale per esempio, non si può dire che sia stata l'amministrazione a sbagliare perchè non ha realizzato fino in fondo il progetto. Oppure, se il progetto è costato molto più di quel che doveva, perché l'architetto non ha saputo fare i conti, facendo sì che il progetto non si sia potuto finire per mancanza di fondi, la responsabilità dell'amministrazione politica c'è ma è relativa. La vera responsabilità delle amministrazioni risiede nell'aver consentito, e nel consentire, a determinati architetti di fare ciò che credono fregandosene delle esigenze degli esseri umani che devono vivere nelle realtà disumane che gli vengono propinate, architetti che poi, regolarmente, si nascondono dietro una eventuale responsabilità politica e/o mafiosa per la mancata riuscita di un progetto. La cosa che più però continua a disturbarmi è la frase di Gregotti al giornalista che gli chiedeva come mai non ci fosse andato lui a vivere allo ZEN che definiva bellissimo: "che c'entra, io faccio l'architetto, mica faccio il proletario!"<br />Ebbene, pensando al dubbio espresso da Pietro, il motivo della difesa di certi edifici da parte di Gregotti & co. non è da individuarsi nel fatto che gli edifici siano popolari e/o pubblici, il motivo risiede nella notorietà o meno del loro autore: se è stato un "professorone" gli edifici sono da vincolare alle Belle Arti, e quindi non si possono buttare giù, se però sono stati realizzati da illustri sconosciuti chissenefrega!<br />Ciao da Venezia<br />Ettoreettore mariahttps://www.blogger.com/profile/17315090788845286549noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-52289887553171832092010-10-17T00:54:53.020+02:002010-10-17T00:54:53.020+02:00N.S., sono andato a guardarmi le vele francesi, pe...N.S., sono andato a guardarmi le vele francesi, perché non le conoscevo. Intanto è edilizia privata e questo cambia i termini del problema. C'è una bella differenza tra essere proprietari di una casa ed essere affittuari a canone sociale. Cosa vuoi che gliene ne importi del fare manutenzione!!! Non pretenderai mica che, a parte l'inerzia e l'inefficienza della pubblica amministrazione, lo stato stia a spendere fiumi di denaro per mantenere edifici intrinsecamente deboli e destinati all'obsolescenza?<br />E poi mi sembra proprio il caso per assurdo che citavo nel post: se venissero abbattute le vele francesi, la cultura ufficiale protesterebbe? Gregotti le potrebbe difendere? Io sono certo di no ed è evidente a tutti che sarebbe così.<br />Dunque si difendono le vele di Scampia per pura ideologia.<br />Saluti<br />PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-83467539986948823332010-10-16T19:31:13.117+02:002010-10-16T19:31:13.117+02:00Mi chiedo pero quante siano le colpe dellì'arc...Mi chiedo pero quante siano le colpe dellì'architetto e invece quali e quante quelle della amministrazioni che intorno questi quartieri popolari non creano niente,zero servizi,zero attivita ludiche, il nulla insomma.Quando vedo le vele di scampia mi viene il collegamento con le vele a villeneuve loubet vicino nizza che nonostante abbiano un architettura molto simile non versano nel degrado delle costruzioni italiche.<br /><br />N.SAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-77667873864402258892010-10-15T16:01:37.994+02:002010-10-15T16:01:37.994+02:00No Angelo, non corri quel rischio perché ormai è c...No Angelo, non corri quel rischio perché ormai è chiaro ed evidente a tutti, e per tutti intendo quelli che contano, cioè i cittadini, che quei progetti sono sbagliati.<br />A difenderli è rimasta solo una casta di irriducibili che difendono un mondo perduto (per fortuna).<br />Dicevo che il problema non sono costoro ma il/i soprintendenti. Lo vediamo ogni giorno nelle nostre città i misfatti che consentono.<br />Il fatto è che i soprintendenti, che hanno il potere vero, sono ormai quelli di una generazione che ha assorbito il peggior modernismo. Naturalmente non tutti, non voglio generalizzare, ma quando vedo ad Arezzo che un bastione della Fortezza Medicea del Sangallo viene ricostruita, con il permesso della soprintendenza, in acciaio corten invece che ricostruire la parte mancante con le pietre, abbiamo toccato il fondo della "creatività".<br />Ciao<br />PietroPietro Pagliardinihttps://www.blogger.com/profile/08270052623457877178noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1239916086652624689.post-50937752020464345342010-10-15T11:51:51.427+02:002010-10-15T11:51:51.427+02:00Che buffo, proprio ieri ho cominciato a preparare ...Che buffo, proprio ieri ho cominciato a preparare un breve intervento all'interno di un corso di progettazione urbana sostenibile, nel quale intendevo mostrare "come non si deve fare" e fra gli oggetti ( la definizione oggetti non è a caso) oltre agli oramai classici Laurentinio 38, Zen, Corviale , pensavo di inserire Le Vele.<br />Rischierò di essere preso per revisionista?<br /><br /><br />Angeloritorno alla cittàhttps://www.blogger.com/profile/10188003859840942528noreply@blogger.com